Con l’inizio del nuovo millennio l’Unione Europea ha indicato alcune linee strategiche per la Media Education, includendo la competenza digitale tra quelle considerate necessarie per lo sviluppo di una “cittadinanza attiva” nella Raccomandazione «relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente». Ma che cosa si intende con “competenza digitale”? Il documento definisce la competenza digitale come «il saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie […] per il lavoro, il tempo libero, la comunicazione» e l’essere in grado di «cercare, raccogliere e trattare le informazioni e usarle in modo critico e sistematico, accertandone la pertinenza e distinguendo il reale dal virtuale pur riconoscendone le correlazioni».
In poche parole, l’Unione Europea non parla solo di conoscenza tecnica, ma anche di spirito critico e consapevolezza.
Il ruolo della scuola: opportunità e sfide
In questo scenario la scuola, secondo l’UE, costituisce un elemento determinante per assicurare che i cittadini europei acquisiscano le competenze chiave necessarie per adattarsi a un mondo in rapido mutamento, cogliendo sia le sfide sia le opportunità educative poste dai nuovi media. La nuova situazione apre all'educazione e alla didattica nuove opportunità in merito alla cooperazione, alla condivisione di competenze e allo scambio interculturale, allo sviluppo di un atteggiamento attivo da parte degli studenti o, ancora, alla facilità ad accedere a contesti spesso isolati o poco conosciuti, che sensibilizzano al rispetto dei diritti.
Anche le sfide sono però numerose: ci troviamo infatti a sperimentare una sempre maggiore difficoltà di controllo delle pratiche di utilizzo delle nuove tecnologie da parte dei ragazzi, per via della portabilità e della facilità di accesso alla connessione a internet, nonché a fare i conti con il cosiddetto knowledge gap, ovvero il disallineamento dell’adulto e del minore rispetto alla conoscenza e alle pratiche relative alla tecnologia.
Da un punto di vista strettamente didattico, siamo costretti a confrontarci con la necessità di sviluppare negli studenti la capacità di selezionare criticamente contenuti e informazioni, dobbiamo gestire la nostra difficoltà a mantenere un ruolo di guida, nonché ridefinire le pratiche didattiche in relazione alle tecniche della produzione digitale, che oggi, per esempio, permettono la creazione di filmati in classe, grazie alla presenza di fotocamere e videocamere nei cellulari. Inoltre, è necessario essere consapevoli che è diventato indispensabile sviluppare, in noi e negli studenti, competenze di regolazione delle tecnologie, che includano la capacità di proteggere e gestire la propria privacy.
Quale Media Education? Una scelta per educare alla responsabilità e alla consapevolezza
Di fronte a tante difficoltà è facile trovarsi smarriti, soprattutto a causa del disallineamento a cui si faceva cenno poco sopra, che spesso fa sì che gli adulti credano che i ragazzi ne sappiano più di loro in materia di tecnologia. Questa convinzione porta generalmente ad assumere due differenti approcci. Nel primo, quello del laissez-faire, si ha la tendenza a credere che i giovani non abbiano bisogno di essere educati alle nuove tecnologie, poiché le conoscono e le padroneggiano meglio di chi dovrebbe tutelarli. Questo atteggiamento ha però due difetti fondamentali: presume che i giovani riflettano attivamente e in autonomia sulle loro esperienze di utilizzo dei media e che siano in grado, senza l’aiuto di un adulto, di sviluppare le norme etiche necessarie a far fronte al mondo variegato e complesso della rete. Nel secondo approccio, al contrario, si cerca di proteggere il ragazzo, il quale, nonostante sia percepito come uno “smanettone”, non è ritenuto in grado di difendersi da solo dalle insidie dei media. Questo modo di vedere la questione in genere conduce all'imposizione di divieti e restrizioni o all'installazione di filtri nei computer che vietano la navigazione in alcuni siti.
Accanto a queste posizioni, negli anni si è fatto strada un approccio diverso, che non chiede più alla Media Education di difendere i ragazzi, ma di abilitarli, di creare le condizioni perché possano difendersi da sé. È questa la via educativa, che pensa i giovani come soggetti competenti e potenzialmente autonomi e lavora sull'incoraggiamento alla riflessione etica sulle proprie scelte e sulle ricadute che queste hanno sugli altri. Tutte le agenzie educative possono lavorare in questo senso, anzi, è importante che scuola e famiglia collaborino affinché i ragazzi sviluppino consapevolezza e spirito critico. La scuola in particolare è considerata uno dei luoghi privilegiati in cui riflettere sulle caratteristiche e sulle modalità d’uso della rete. Perché lo faccia, però, è fondamentale che tutti gli insegnanti affrontino nelle proprie classi un percorso di Media Education, in quanto questa non si riduce alla pura conoscenza tecnica degli strumenti, bensì riguarda un’area molto più vasta di competenze, legate per esempio ai nuovi linguaggi e alle modalità espressive utilizzate per comunicare. Lavorare in classe con e sui nuovi media consente all'insegnante di abilitarsi agli occhi dei suoi studenti come adulto interessato e consapevole delle novità tecnologiche; di essere riconosciuto non più come adulto regolatore, ma come facilitatore della riflessione e della condivisione di conoscenze ed esperienze. L’insegnante avrà così la possibilità di capire che utilizzo facciano dei media e della rete i suoi studenti e quali siano i bisogni e le motivazioni che li guidano. Inoltre, potrà stimolare ogni alunno a socializzare le pratiche che lo vedono coinvolto, agevolando lo sviluppo di competenze attive che lo aiutino ad analizzare criticamente il suo stile partecipativo online e a comprendere se i siti visitati sono davvero validi e “professionali” dal punto di vista dei contenuti o se, al contrario, danno solo l’impressione di esserlo. Attraverso il dialogo con la classe, il docente si pone come scopo ultimo quello di permettere ai ragazzi di imparare a difendersi da soli dai rischi della rete, lavorando sulla prevenzione e non sulla protezione.
Alcune proposte di lavoro
Gli strumenti messi a disposizione dalla letteratura e dalla ricerca per strutturare un percorso di Media Education sono innumerevoli: per questo motivo è molto importante sceglierli e tararli sulla base dell’età e delle competenze dei ragazzi. Di seguito proverò a fornire qualche indicazione di lavoro, creando una breve guida per chi volesse intraprendere questa avventura.