Leggere, capire, imparare: testi semplici o semplificati per studenti allofoni?

Per inquadrare il tema

DIDATTICA INCLUSIVA

Leggere è un’abilità complessa: mentre l’occhio scorre il testo e identifica le sequenze di segni, la memoria operativa le associa ai significati e le mette in relazione fra loro, la memoria a lungo termine le confronta con le conoscenze generali e così via. Tutte queste operazioni avvengono contemporaneamente e ciascuna di esse viene eseguita in maniera autonoma dalle altre. Perché il sistema funzioni è necessario che molti dei processi cognitivi coinvolti diventino automatici e involontari, vengano cioè attivati senza sforzo e senza che il lettore li richiami consapevolmente.
Per i nostri studenti stranieri questa procedura si rivela ben più complicata.

di Giammarco Cardillo e Sara Di Simone

Leggere è un’abilità complessa: mentre l’occhio scorre il testo e identifica le sequenze di segni, la memoria operativa le associa ai significati e le mette in relazione fra loro, la memoria a lungo termine le confronta con le conoscenze generali e così via. Tutte queste operazioni avvengono contemporaneamente e ciascuna di esse viene eseguita in maniera autonoma dalle altre. Perché il sistema funzioni è necessario che molti dei processi cognitivi coinvolti diventino automatici e involontari, vengano cioè attivati senza sforzo e senza che il lettore li richiami consapevolmente.

Per i nostri studenti stranieri questa procedura si rivela ben più complicata: sia che non dispongano del lessico necessario ad associare le sequenze di segni ai significati, sia che manchi loro un’adeguata conoscenza della struttura della lingua italiana, gli operatori del loro cervello fanno molta più fatica ad attivarsi e, soprattutto, si mettono in moto nel modo più dispendioso, vale a dire volontariamente. Questo spesso li porta a vivere la lettura come un’attività lenta, difficile e frustrante, da cui hanno difficoltà a trarre i risultati che noi pretendiamo da loro.

«I miei studenti stranieri leggono, ma non capiscono».

Questa frase nasconde diverse insidie. Intanto perché riduce la comprensione a un’attività binaria, come accendere o spegnere un interruttore. In realtà non è così: messo di fronte a un testo, ciascuno di noi ne comprende una porzione, grande o piccola che sia, ma è frequente che alcune informazioni in esso contenute ci sfuggano, o vengano equivocate, o vengano trascurate in favore di altre. La prima cosa che possiamo fare per i nostri studenti, quindi, è smettere di chiederci se hanno capito e provare a domandare loro (e a noi stessi) quanto hanno capito di ciò che proponiamo loro: abolendo la visione binaria capisco/non capisco, diamo ai nostri ragazzi la possibilità di essere consapevoli dei propri successi, anche quando sono minimi, e soprattutto permettiamo loro di darsi degli obiettivi sulla propria abilità di lettura.

In secondo luogo, si tratta di prestare la giusta attenzione alle condizioni che facilitano la comprensione. Comprendiamo le informazioni presenti in un testo quando, partendo dalle nostre conoscenze pregresse, da esso riusciamo a ricavare informazioni che andranno a loro volta ad arricchire il nostro bagaglio di nozioni, o enciclopedia. Ora, quello che noi sappiamo del mondo, della vita, della realtà, può dipendere molto dal luogo in cui ciascuno di noi è nato o è cresciuto, dalle esperienze che ha fatto, da tutto ciò che ci connota come individui. Ne segue che l’enciclopedia di un ragazzo nato e cresciuto in Italia possa differire anche in maniera consistente da quella del suo compagno nato e cresciuto in Cina, in Turchia o in Colombia: pensiamo solo alle differenze che possono esserci tra una cultura e l’altra nei concetti legati alla famiglia, alla religione, ma anche ad aspetti molto più basilari come l’orientamento nello spazio. L’insegnante dovrà quindi fare particolare attenzione a tutti gli ostacoli di tipo culturale che potrebbero rendere difficile la comprensione e quindi l’apprendimento.

Come semplificare un testo disciplinare per rendere i contenuti accessibili allo studente e la lingua adeguata al suo livello linguistico?

Fornire agli studenti stranieri un testo adeguato è dunque necessario. Questo può significare adattare per riscrittura un testo esistente oppure creare o procurare un testo direttamente pensato per un pubblico di apprendenti L2. Cerchiamo in ogni caso di evitare soluzioni di ripiego: dare a un ragazzo di scuola secondaria di secondo grado un testo in uso nelle scuole primarie («perché è più facile») non lo aiuta; oltretutto, per un ragazzo di sedici anni studiare su un libro da bambini è umiliante e poco motivante.

Chiariamo innanzitutto che la riscrittura non è una parafrasi: non dovremo limitarci soltanto a scegliere parole semplici, ma piuttosto dovremo rielaborare i contenuti che vogliamo trasmettere tenendo conto del profilo dei nostri destinatari: età, classe, livello linguistico, preconoscenze, capacità di svolgere i compiti. Il testo semplificato, quindi, potrà differire dall'originale sia nell'ordine con cui vengono fornite le informazioni, sia nei contenuti stessi: a discrezione del docente potrà essere infatti integrato con elementi culturali che ne facilitino la comprensione. L’insegnante, inoltre, dovrà esplicitare con chiarezza gli obiettivi dell’attività e i compiti che lo studente dovrà svolgere.

Il testo semplificato, infine, dovrà essere ad altissima leggibilità, dovrà cioè rispettare le seguenti caratteristiche:

  • parole brevi, concrete, semplici, adeguate al livello linguistico del lettore;
  • sintassi semplice e lineare: frasi brevi, possibilmente con struttura Soggetto-Verbo-Oggetto (SVO); la coordinazione va preferita alla subordinazione, la forma attiva a quella passiva, la forma personale a quella impersonale e via dicendo;
  • le informazioni devono essere organizzate in modo lineare e coeso; i cambi di argomento devono essere ben segnalati (a capo, paragrafi ecc.).

Alcuni suggerimenti utili

Il testo che vi proponiamo (e che trovate per intero, nella forma originale e in quella da noi semplificata, in formato pdf al link in fondo all'articolo) è stato utilizzato in classe con studenti di livello B1.

  1. Trasformare frasi complesse in frasi semplici, eliminando forme impersonali, passive, frasi implicite, nominalizzazioni, frasi negative ecc. Esempio:

    Testo originale
    Narra la leggenda che Romolo e Remo […] fossero stati scoperti da alcuni pastori che vivevano poco distanti […].

    Testo semplificato
    Poi due pastori trovarono Romolo e Remo.

  2. Far precedere la proposizione principale alle altre frasi dello stesso periodo.
  3. Esplicitare il soggetto logico. Esempio:

    Testo originale
    L’adolescenza di Romolo e Remo si consumò così tra i pastori […].

    Testo semplificato
    I gemelli vivevano nella natura, come pastori […].

  4. Preferire la struttura SVO. Esempio:

    Testo originale
    […] il porcaio Faustolo, probabilmente il capo villaggio, ottenne dalla comunità di poter allevare - insieme alla sua compagna Acca Larenzia - i gemelli […].

    Testo semplificato
    Uno dei due pastori si chiamava Faustolo. Lui e la moglie, Acca Larenzia, adottarono i bambini.
  5. Usare modi e tempi verbali adeguati al livello linguistico dell’apprendente.
  6. Scegliere parole semplici. Esempio:

    Testo originale
    […] al termine di un percorso a scale denominato “Scale di Caco”.

    Testo semplificato
    Lì c’erano delle scale chiamate Scale di Caco.

  7. Preferire la ridondanza. Esempio:

    Testo originale
    […] fossero stati scoperti da alcuni pastori che vivevano poco distanti, in un villaggio situato sulla cima del Palatino […].

    Testo semplificato

    Poi due pastori trovarono Romolo e Remo. I due pastori vivevano in un villaggio sulla cima del colle Palatino.

  8. Evitare le espressioni idiomatiche. Esempio:

    Testo originale
    […] sebbene nelle loro vene scorresse sangue regale.

    Testo semplificato
    Nessuno però sapeva che i due bambini erano nipoti di un re.

Altri aspetti a cui prestare attenzione

  • La grafica del testo deve essere motivante, i simboli chiari e sempre accompagnati da una legenda.
  • I termini nuovi vanno evidenziati e possono essere spiegati direttamente nel testo o in un glossario apposito.
  • L’aspetto del testo (stile e corpo del font, interlinea, giustificazione) deve essere pensato per rendere più semplice la lettura e per suggerire una gerarchia delle informazioni.
  • Il testo dovrebbe infine essere corredato di immagini e figure coerenti con l’argomento trattato, che attivino la comprensione globale e l’expectancy grammar.

Che cos’è PLIDA

Il PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri) è un insieme di opportunità a disposizione di chi apprende, insegna, promuove l'italiano: certificazione di italiano come lingua straniera, aggiornamento degli insegnanti, risorse e progetti didattici, assistenza linguistica a migranti e cittadini immigrati, materiali didattici.

Per saperne di più.

Per approfondire:

Libri:

  • Arduini S., Fabbri R., Che cos’è la linguistica cognitiva, Carocci, Roma 2008.
  • Bettoni C., Imparare un’altra lingua. Lezioni di linguistica applicata, Laterza, Roma-Bari 2001.
  • De Mauro T., Capire le parole, Laterza, Roma-Bari 2002.
  • Favaro G. (a cura di), Imparare l’italiano, imparare in italiano, Guerini e Associati, Milano 1999.
  • Pallotti G., La seconda lingua, Bompiani, Milano 1998.
  • Piemontese M.E., Capire e farsi capire, Tecnodid, Napoli 1996.

Siti:

Scarica qui il PDF con il testo originale e quello semplificato.

 

Giammarco Cardillo e Sara Di Simone, Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri, Società Dante Alighieri