Scuola secondaria di primo grado
Gerald Durrell, La mia famiglia e altri animali, Adelphi 1990
In questo romanzo autobiografico il naturalista britannico Gerald Durrell (1925-1995) racconta una parte della sua infanzia, trascorsa sull'isola greca di Corfù tra il 1935 e il 1939. Con un tono umoristico e leggero, abbiamo modo di conoscere non solo i membri della famiglia umana, la madre vedova, i fratelli Larry, Leslie, Margo, oltre alcuni amici come il taxista Spiro e il Dr. Stephanides Theodore, ma anche della famiglia “animale”: il cane Roger, la cagna della madre Dodo, il cucciolo di Dodo, i due cuccioli Pipi e Vomito, la tartaruga Achille, il piccione Quasimodo, Ulisse l'Assiolo… Il libro è narrato come una serie di aneddoti, ma la descrizione delle divertenti scene familiari e i vari personaggi animali attireranno l’interesse anche di piccoli lettori. È il primo romanzo di Durrell e fa parte della “trilogia di Corfù”, insieme a L'isola degli animali e Il giardino degli dei.
Tove Jansson, Il libro dell’estate, Iperborea 2012
Su un’isoletta del Golfo di Finlandia, l'ultima isola abitata nell'arcipelago finlandese prima del mare aperto, un posto incantevole, che somiglia all’isola che è stata la dimora preferita della scrittrice Tove Jansson (1914-2001), una nonna e la sua nipotina Sofia trascorrono in compagnia l’una dell’altra la lunga estate del Nord. Insieme a loro c’è anche il padre della bambina, che però è sempre preso dal proprio lavoro, e non s’intromette mai tra la nonna e la piccola. Il libro racconta per brevi capitoli, la vita quotidiana della bambina e della nonna, una vita che ha il ritmo senza pressione e impegno della vacanza. Ogni giorno ha la sua piccola avventura: l’avvicinarsi a un crepaccio, la passeggiata nel bosco fantasma, l’arrivo di un’amica, Pipsan, soprannominata da Sofia e dalla nonna Berenice, che in realtà complica un po’ le cose, il gatto Mappe, che non si affeziona mai a Sofia… Sullo sfondo di una natura selvaggia e incontaminata, il libro di Tove Jansson apparentemente semplice parla con ironia e leggerezza, senza sentimentalismi, dell’educazione dei bambini, del crescere, della forza e della debolezza dell’umano, della crudeltà della natura che bisogna accettare. «Io di certo buona non sono. La cosa migliore che si possa dire di me è che mi interesso». Così parla di sé Sofia: una bambina curiosa, determinata, che sta crescendo e si confronta con le domande, le speranza e le incertezze di chi diventa grande. Sua nonna è una bambina che è diventata grande, molto grande, che cammina a fatica, che ha perso i denti, ma non la sua vitalità. Con la saggezza dei nonni, lascia che Sofia faccia le sue esperienze, corra i suoi rischi, in modo che possa imparare la differenza tra l’essere coraggioso e l’essere sconsiderato. Tra gli altri libri per i grandi scritti da Tove Jansson ricordiamo, Il libro dell’inverno (2013), La barca e io (2005), L’onesta bugiarda (1990), mentre tra quelli scritti per bambini vanno ricordati i romanzi della saga dei Mumin, dei simpatici ippopotami bianchi, a partire dal Cappello del Grande Bau (1990).
Fred Vargas, Chi è morto alzi la mano, Einaudi 2011
Chi è morto alzi la mano è il primo romanzo della scrittrice francese Fred Vargas in cui compaiono i personaggi dei cosiddetti tre evangelisti e del vecchio Vandoosler: Marc Vandoosler (san Marco) di giorno è un collaboratore domestico, di notte uno storico medievista; Lucien Devernois (san Luca) è uno storico, specializzato nella Prima guerra mondiale; Mathias Delamarre (san Matteo) è un archeologo, specializzato in preistoria; Armand Vandoosler ("Vandoosler il Vecchio" o "Il padrino") poliziotto in pensione, è lo zio di Marc. Tutti vivono nella stessa casa, la “topaia” di rue Chasle a Parigi, ciascuno a un piano diverso. La loro casa mezzo-diroccata si trova vicino a quella di una nota ex cantante d’opera lirica, Sophia Siméonidis, che un giorno svanisce nel nulla. Tutto inizia con la comparsa misteriosa di un faggio nel suo giardino, il primo di una serie di fatti misteriosi, e poche settimane più tardi Sophia scompare senza lasciare tracce, senza che il marito sembri preoccuparsene più di tanto. A tentare di risolvere il mistero sarà l'improbabile squadra investigativa formata dai tre storici e dallo zio di Marc. Questo è il primo episodio della serie che comprende anche Un po’ più in là sulla destra (1996) e Io sono il Tenebroso (il terzo episodio, 1997). Le indagini dei tre evangelisti e dello zio poliziotto si snodano attraverso l’ironia, gli espedienti per sbarcare il lunario dei tre studiosi, i loro stessi interessi scientifici, cene e bevute in compagnia. Una lettura rilassante e divertente, che può portare poi a scoprire l’altra grande serie di Fred Vargas, quella del commissario Adamsberg, adatta a lettori un po’ più grandi.
Scuola secondaria di secondo grado
Alan Bennett, La sovrana lettrice, Adelphi 2011
Protagonista è la regina Elisabetta II d’Inghilterra e la sua inaspettata passione per la lettura. Un amore che nasce da una circostanza fortuita: «Fu tutta colpa dei cani… quel giorno, per qualche ragione, si precipitarono di nuovo giù dai gradini, girarono l’angolo e la regina li sentì abbaiare a squarciagola in uno dei cortili». Andandoli a cercare la regina scopre un furgone, «grande come quello dei traslochi», la biblioteca circolante del distretto di Westminster. Conosce così il bibliotecario, il signor Hutchings, e un giovane dai capelli rossi, Norman, che lavora nelle cucine del palazzo reale e ha una passione fortissima per la lettura. La regina chiede in prestito un primo libro e da quel momento in poi tutta la sua vita cambia: pagina dopo pagina, si lascia affascinare dai libri e ogni settimana ne sceglie uno nuovo, tra i più diversi. Non cambiano soltanto le abitudini della regina ma anche quelle della sua corte. La regina è sempre stata circondata dai libri, ma non hai provato un vero interesse: «Non aveva mai avuto molto interesse per la lettura. Leggeva, naturalmente, ma la passione per i libri la lasciava agli altri. […] inoltre, leggere non era agire, e lei era una donna d’azione». Ma ora proprio quella donna di azione, trascura gli impegni di corte, per mettersi a fantasticare sui libri: «I libri non sono un passatempo. Parlano di altre vite. Di altri mondi. Altro che far passare il tempo…; non so cosa darei per averne di più». A contatto con le storie e i personaggi dei libri, Elisabetta smette di essere regina, diventa una di noi, una donna come tutte le altre, posta di fronte alla vita che “trova” nei libri, che la interrogano, che la spingono a interrogare gli altri. Alan Bennett ha scritto una storia di finzione che diverte il lettore ma lo fa anche riflettere sulla lettura, e ci porta tra gli scaffali di un’ideale biblioteca. Anche altri titoli di Alan Bennet sono caratterizzati dalla stessa curiosità divertita e umoristica, dalla medesima leggerezza: tra gli altri ricordiamo Nudi e crudi (2001) e La cerimonia del massaggio (2002).
Fredrik Backman, L’uomo che metteva in ordine il mondo, Mondadori 2014
Ove è un vecchio misantropo e bisbetico, maniaco del controllo, un uomo pratico, capace di aggiustare tutto, onesto come pochissimi al mondo: ha sempre pagato le tasse, non è mai passato col rosso, non mai tradito la moglie nemmeno con le intenzioni. Vive in un quartiere residenziale di una cittadina della Svezia e non ha tempo per distrazioni futili: deve pensare a come appendere quel maledetto gancio sul soffitto e comprare una corda per suicidarsi. Perché Ove è stato messo a dura prova dall’ingiustizia della vita: «Sono sei mesi che è morta. E Ove gira ancora per casa due volte al giorno per tastare i radiatori e controllare che lei non abbia alzato il riscaldamento di nascosto». Erano uno l’opposto dell’altra: lei era sempre allegra, lui sempre arrabbiato; lei girava con i libri, lui con la cassetta degli attrezzi. Lei appunto era, ma ora non è più e Ove è soltanto stanco. È stato messo in pensione, ma non ha voglia di sentirsi superfluo: senza un lavoro con cui contribuire alla società, senza una moglie da accudire, senza più i piccoli lavori da fare in casa… che senso ha vivere? L’uomo che metteva in ordine il mondo racconta una serie di tentativi di suicidio, divertenti e nello stesso tempo pieni di una malinconia disarmante, che Ove cerca di portare a termine, senza mai riuscirci. La nuova vicina di casa, Parvaneh, e la sua improbabile famiglia irrompono nella casa di Ove, impendendo di volta in volta ogni suo tentativo, e offrendo al vecchio una nuova possibilità: qualcuno per cui sacrificarsi, qualcuno che dia un senso al suo stare al mondo. Un romanzo che ci parla del valore del donarsi agli altri, del senso di comunità e della fratellanza che ci accomuna di fronte alla vita. Suggeriamo altri due titoli dello scrittore svedese Backman Mia nonna saluta e chiede scusa (Mondadori, 2016) e Britt-Marie è stata qui (2017).
Arto Paasilinna, Piccoli suicidi tra amici, Iperborea 2006
«Il più formidabile nemico dei finlandesi è la malinconia, l’introversione, una sconfinata apatia. Un senso di gravezza aleggia su questo popolo sfortunato, tenendolo da migliaia di anni sotto il suo giogo, tingendone lo spirito di cupa seriosità. Il peso dell’afflizione è tale da indurre parecchi finlandesi a vedere nella morte l’unico sollievo». Ogni anno, mediamente, mille finlandesi si suicidano. Arto Paasilinna ha voluto dedicare un romanzo a questo tema che fin dalle prime pagine si tinge dei toni della tragicommedia. Onni Rellonen, un direttore fallito, decide di tentare il suicidio. Sceglie un posto tranquillo, un vecchio fienile appartato; quando vi ci si reca trova il colonnello Hermanni Kemppainen, che pure lui sta per suicidarsi, ma per lo spavento della comparsa di Onni scivola e si salva, i due parlano molto, diventano amici. Pensano che in Finlandia il problema dei suicidi sia molto serio e mettono un annuncio sul giornale per trovare altri disperati come loro: «Mi era appunto venuto in mente questo… e se cercassimo di mettere assieme una truppa del genere, voglio dire, di aspiranti suicidi? Potremmo parlare di cose di interesse comune e scambiarci opinioni. Ritengo che molti rimanderebbero il suicidio se potessero parlare liberamente delle proprie angosce ad altri che sono nelle stesse condizioni». Molti rispondono all’annuncio, a tal punto che devono organizzarsi e assoldano una esperta in incarichi di segreteria, la vicepreside Helena Puusaari. Organizzano un seminario sul tema, da cui emerge l’idea di compiere il gesto in modo raffinato. Nasce così una strampalata categoria di persone che l’autore chiama variamente («aspiranti suicidi», «suicidandi», «candidati suicidi», «suicidi ambulanti», «viaggiatori suicidi»), fino alla fondazione della Libera Associazione Morituri Anonimi. Trovano un altro aspirante suicida proprietario di un pullman granturismo che porta il gruppo fino a Capo Nord: non tutti sono convinti di volersi suicidare e cominciano un viaggio attraversano l'Europa per arrivare a compiere il gesto finale in Portogallo. Dalla Finlandia alla Norvegia fino al sud dell’Europa il suicidio viene sempre posticipato. In questo viaggio verso una fine annunciata gli aspiranti suicidi vivono momenti di condivisione, si raccontano le proprie storie, si corteggiano, si innamorano, ridono, insomma finiscono per fare prova di una nuova e non più aspettata felicità: «I suicidandi arrivarono unanimemente alla conclusione che, fosse pure la morte la cosa più seria di questa vita, neanche quella lo era più di tanto». Lo scrittore finlandese, scomparso nel 2018, è stato molto tradotto in Italia e alcuni suoi libri hanno avuto un discreto successo: tra questi ricordiamo L’anno della lepre (1994) e Il bosco delle volpi (1996).