A ogni piega si classifica la figura ottenuta, se ne ripassano le proprietà e l’insegnante lancia un aggancio verso l’algebra: “Indichiamo con la lettera a la lunghezza del lato del quadrato iniziale. Quale sarà – rispetto ad a – la lunghezza della dimensione minore del rettangolo appena ottenuto? A quale espressione letterale corrisponde allora il perimetro del rettangolo? E l’estensione superficiale? Come classifichiamo queste espressioni?”. E così via, di passaggio in passaggio, di figura in figura (non mancando di scomodare l’onnipresente Pitagora al momento delle piegature diagonali).
Lo studio della figura e delle sue proprietà
Terminata la costruzione del modello, gli alunni hanno il compito, per la lezione successiva, di ricercare nel libro di testo le caratteristiche del prisma ottenuto.
Ne riprodurranno quindi, sul quaderno, lo sviluppo superficiale (prendendo le misure sul modello), realizzando una legenda colorata, che dovrà corrispondere sia al modello reale sia al suo sviluppo.
Nel corso delle successive lezioni si ricavano – modello reale alla mano, che viene spiegato e ripiegato all’occorrenza – le formule per calcolare superficie laterale, totale e volume del solido.
Si ritorna quindi a “mescolare” la geometria con il calcolo algebrico riducendo superficie laterale e volume a espressioni letterali e consolidando, in tal modo, le regole delle operazioni tra monomi.
Tutto molto interessante, ma… c’è qualcosa che ci sta sfuggendo, non è così?
In che modo le attività fin qui descritte dovrebbero far “risuonare le corde dell’anima”?
E i collegamenti con le altre discipline?
Avete ragione. Ma è esattamente a questo punto che la strada cambia direzione.
In memoria della Shoah
Momento di pausa a fine lezione. I ragazzi chiacchierano tra loro, ciascuno al proprio posto, con i modelli origami disposti sui banchi.
Improvvisa associazione mentale: davanti ai miei occhi prende forma l’immagine del Memoriale della Shoah di Berlino.
“RAGAZZI! (silenzio improvviso) E se vi chiedessi di fare delle altre copie di ‘scatolette’ per casa? E se realizzassimo un’installazione ispirata al Memoriale della Shoah per il 27 gennaio?”
Qualcuno mi restituisce un’espressione interrogativa, qualcun altro si accende.
Da qui in poi, l’idea prende forma in pochi minuti: coinvolgere le altre classi terze per realizzare più moduli che possiamo, chiedere la collaborazione delle docenti di tecnologia e di arte, esporre l’installazione in Auditorium durante la lettura dei contributi già preparati dai docenti di lettere, invitare il Sindaco…