In classe con «Frozen»
SEGNALAZIONI
Gli straordinari “poteri del freddo” della principessa Elsa si prestano benissimo a introdurre in classe argomenti di fisica e matematica: dalle proprietà dell’acqua ai cicli frigoriferi, dalla simmetria ai frattali.
La scena della regina Elsa che crea un magnifico palazzo di ghiaccio e quella dove raggela interamente il proprio regno rimarranno fra i momenti più riusciti della storia del cinema di animazione. Frozen, film di animazione Disney, tratto da una favola di Hans Christian Andersen, narra infatti la storia di una principessa condannata fin da piccola alla reclusione a causa del “potere del freddo” che non riesce a controllare. Il film ha avuto grande successo di pubblico, vinto ben due Oscar e riscosso interesse sia per l’aspetto scenografico, emozionale, narrativo, sia per quello scientifico. Al punto da meritarsi un articolo sulla rivista americana Journal of Interdisciplinary Science Topics [1].
Una bomba invernale
In questo articolo, Aaron Goldberg, studente della Università canadese McMaster, ha calcolato l’energia necessaria per ricoprire di ghiaccio l’intero regno intorno alla città di Arendelle, che corrisponderebbe all’attuale fiordo norvegese Naerofjord, lungo 18 km e largo 500 m. Dai suoi calcoli risulta che un ciclo frigorifero di Carnot dovrebbe compiere un lavoro di 5,8·1015 Joule: ciò significa che per creare quel paesaggio invernale, la regina Elsa avrebbe utilizzato tanta energia quanta ne scatenò la bomba atomica lanciata su Hiroshima! Insomma, un “potere” impressionante che giustifica anche dal punto di vista termodinamico i timori di Elsa e dei suoi genitori.
La regina delle nevi
Uno degli aspetti scientifici più spettacolari del film è costituito dai tantissimi fiocchi di neve che nascono dalle mani della principessa (e in seguito regina) Elsa, insieme alle altre forme di ghiaccio. Il primo effetto è quello estetico: la loro bellezza è tale da affascinare lo spettatore. Però la forma di questi meravigliosi cristalli di ghiaccio risveglia anche la nostra curiosità intellettuale. Gli animatori del film si sono avvalsi delle conoscenze di Kenneth Libbrecht, chiamato anche dottor Snow [2], del California Institute of Technology (Caltech), e hanno sviluppato un software, Matterhorn, per generare oltre 2000 forme diverse di fiocchi di neve da utilizzare nel film.