La scoperta dell’inglese: ipotesi per la costruzione di un lapbook «montessoriano»

lapbook «montessoriano»

Uno strumento utile e divertente

DIDATTICA E INNOVAZIONE

Per Maria Montessori il linguaggio è un elemento fondamentale della dimensione umana e sociale. È espressione del funzionamento globale della persona e benché lo definisca una ‘predisposizione psichica interna’, ritiene che il suo sviluppo dipenda in larga parte dalle esperienze che l’individuo compie nell’ambiente. Il linguaggio coinvolge anche la sfera sociale dell’individuo, ne rappresenta addirittura la base ed è grazie ad esso che gli esseri umani possono mettersi in relazione gli uni con gli altri. Il linguaggio è anche pensiero, e favorire il suo sviluppo significa aiutare la costruzione di tutte le strutture cognitive.

di Barbara Caprara, Alessandro Colombi, Giulia Consalvo, Eduard Prota, Anna Tonello e Rossella Turco

Genesi del linguaggio in prospettiva montessoriana

L’analisi scientifica svolta da Maria Montessori ed esposta ne La mente del bambino (1952) rivela che il linguaggio è una predisposizione innata del bambino, internamente e psichicamente determinata, al cui sviluppo concorrono due organi della vita psichica, la lingua e la mano, oltre agli organi uditivi e fonatori. Tale predisposizione si sviluppa nel bambino in un periodo che va da 0 a 3 anni, il periodo sensitivo del linguaggio. In questa fase il bambino, in modo inconscio e senza bisogno di alcun insegnamento, costruisce il proprio linguaggio, assorbendo ciò che proviene dall’ambiente. Qui lo sviluppo linguistico del bambino non procede in modo lineare, ma a sbalzi. Gli adulti non possono vedere i meccanismi che sottendono a tale sviluppo, possono solo assistere alle sue manifestazioni che dal silenzio arrivano alla prima costruzione del discorso.
A questo punto il bambino inizia un nuovo periodo di organizzazione del linguaggio che continua a svilupparsi in modo più lineare, senza esplosioni, fino ai 5-6 anni. Il bambino passa da una fase di creazione inconscia a una di lavoro cosciente in cui le acquisizioni precedenti vengono perfezionate. A tale scopo è necessario che il bambino possa muoversi in un ambiente adeguatamente preparato che gli permetta di sviluppare le sue capacità innate. In questo contesto si pone particolare attenzione al perfezionamento dei movimenti della mano, viene proposto materiale sensoriale sulle qualità degli oggetti, si lavora sull’analisi dei suoni e sulla composizione di parole. Questo è il periodo sensitivo dell’ordine ed è in questa fase che il bambino organizza le acquisizioni fatte in precedenza e passa dal linguaggio parlato a quello grafico.
Se nella casa dei bambini i fanciulli acquisiscono e stabilizzano i meccanismi della lettura e della scrittura, successivamente si avviano “verso uno svolgimento intellettuale relativo a tale conquista”.[1]
Nella scuola primaria, dunque, i bambini vivono un’ulteriore fase di evoluzione e i meccanismi precedentemente acquisiti serviranno alla mente per un successivo sviluppo del pensiero. Siamo nel periodo della cultura: i bambini acquisiscono la consapevolezza che il linguaggio permette loro di mettersi in relazione con il mondo ed esplorarlo. Si avvia uno studio sistematico della grammatica analizzando la parola, le parti del discorso, le frasi semplici e complesse. Si lavora sull’etimologia delle parole e si affronta la composizione scritta considerando le diverse tipologie testuali, dal racconto al dialogo, dalla biografia al riassunto. Per la lettura indipendente vengono messi a disposizione sussinell’ambiente libri che i bambini possono consultare o leggere, ma particolare attenzione viene ancora dedicata alla lettura ad alta voce da parte dell’insegnante. Attraverso libri di prosa, ma anche di poesia, si possono analizzare i diversi stili letterari, esplorare insieme i significati più nascosti, riflettere e potenziare il lessico e, infine, contestualizzare la lettura e gli autori da un punto di vista geografico e storico. Non si dimentica nemmeno la dimensione della comunicazione orale del linguaggio, cui viene dedicato ampio spazio. I bambini sono incoraggiati a parlare del proprio lavoro e a tenere delle vere e proprie discussioni e dibattiti. La conversazione, infatti, oltre a migliorare la capacità di esprimersi, affina la capacità di ragionamento e perfeziona le competenze argomentative dei ragazzi.

Il contesto montessoriano: ambiente, materiali e insegnante

Per comprendere le scelte operative proposte all’interno delle scuole Montessori, è necessario assumere come fondamentale istanza la diversità tra bambino e adulto, per quanto riguarda i tempi, i ritmi e le modalità d’apprendimento: il soggetto che impara deve essere messo nella condizione di poter costruire, seguendo le proprie esigenze interne, conoscenze e competenze.[2]
La scuola dovrebbe quindi riuscire a corrispondere effettivamente alle esigenze psicologiche dei fanciulli, privilegiando materiali che consentano esperienze attive di manipolazione, permettendo alla mano (organo insostituibile nel percorso della conoscenza) di avvicinare il bambino alla speculazione astratta attraverso un percorso motorio. Perché la libertà di scelta e di espressione sia garantita, è necessario quindi ricorrere a un insegnamento indiretto, in cui l’ambiente scientificamente organizzato attraverso specifici materiali possa facilitare la comprensione dei concetti, attraverso una metodologia orientata alla motricità e rispettosa della libertà del bambino per quanto riguarda la scelta del cosa, del dove e del per quanto tempo imparare. L’adulto deve avere fiducia nell’interesse spontaneo del bambino che, se posto nell’ambiente adatto, scientificamente preparato, può seguire un piano di sviluppo del tutto interiore, alimentando spontaneamente il proprio interesse ad apprendere attraverso il lavoro, la costruzione e il portare a termine le attività che ha iniziato.
L’ambiente scolastico è caratterizzato da spazi molto ampi, da mobilio scarso, leggero, semplice e, nello stesso tempo, bello. È importante specificare che il concetto di bellezza non è legato al superfluo e al lusso, ma a grazia, armonia di linee e colori, semplicità che è fondamentale per non confondere ma per facilitare. La sensazione complessiva che ne emerge è di una calda familiarità, più che di una rigida istituzione scolastica; non a caso infatti Montessori ha definito Casa dei bambini la prima scuola nella quale ha sperimentato il suo approccio, e non scuola dell’infanzia o materna come tradizionalmente viene definita in Italia la struttura che accoglie i bambini tra i 3 e i 6 anni. Gli arredi devono essere a misura di bambino, per permettere con facilità il movimento nello spazio rendendolo flessibile e pratico secondo le esigenze che, via via, chi apprende manifesta. L’ambiente si presenta misurato negli stimoli, infatti essi sono calibrati tenendo conto di ciò che desta interesse nei bambini; proporzionato alle forze fisiche e psichiche infantili, al suo interno gli arredi sono strutturati in modo da permettere la manipolazione.
Un ambiente così preparato, organizzato e strutturato svolge gran parte del lavoro educativo, che in precedenza eseguiva solamente l’insegnante e rende il bambino un elemento attivo nel processo di apprendimento.
I materiali rappresentano una componente fondamentale dell’ambiente montessoriano e sono stati ideati dalla Dottoressa come risultato del suo complesso studio sperimentale. Sono stati pensati per la promozione di specifiche competenze e validati da attenti processi di osservazione condotti da lei stessa sulla base dei feedback forniti dai soggetti. Il rigore metodologico con cui sono stati ipotizzati e l’assoluta importanza attribuita all’osservazione sistematica ci consentono di definire i materiali Montessori scientifici e di differenziarli dai sussidi didattici, tradizionalmente utilizzati dagli insegnanti, perché svolgono una vera e propria funzione di apprendimento per il bambino, consentendogli di esercitare autonomamente determinati processi cognitivi.
Alcune caratteristiche comuni ai materiali sono: la capacità di attrarre l’attenzione attraverso armoniche caratteristiche estetiche (colore, luce, ecc.), la capacità di permettere il movimento e la manipolazione di oggetti concreti, la proposta di attività a difficoltà progressivamente maggiore affrontando una difficoltà alla volta. Si tratta di un sistema coerente di strumenti che, a partire dalla classificazione sistematica delle qualità sensoriali degli elementi, permette l’esplorazione delle basi del sapere.
Il materiale montessoriano garantisce l’autonomia del bambino grazie a uno specifico modello d’uso: spinge a controllare gli errori commessi, in questo modo il bambino impara in autonomia, senza l’intervento dell’insegnante, ragionando su ciò che fa e tenendo conto delle sue specifiche necessità (tempi di apprendimento, spazi nei quali lavorare); il materiale Montessori deve essere presente in quantità limitata, nel senso che in ogni classe esiste un’unica copia di ogni materiale, in questo modo i bambini imparano a rispettare i vari turni per l’utilizzo degli oggetti e allo stesso tempo a rispettarsi l’un l’altro. Il clima positivo che caratterizza l’educazione nelle scuole ad approccio Montessori è reso possibile anche grazie alla presenza di un insegnante che non trasmette nozioni e concetti ai suoi alunni, ma cerca di guidarli nella loro crescita intervenendo il meno possibile.

[1] Montessori, M. (1992), L’autoeducazione. Milano: Garzanti.
[2] Le riflessioni esposte in forma sintetica in questo paragrafo possono essere approfondite consultando il contributo di Caprara B. (2015), L’approccio Montessori per la gestione dell’eterogeneità, in Demo H. (a cura di) Didattica delle differenze, Trento: Erickson.

Il lapbook: uno strumento per una didattica non direttiva

Il lapbook è uno strumento utile e divertente che consente all’alunno di apprendere in modo autonomo i contenuti disciplinari e le competenze necessarie, scoprendole ed esercitandole passo dopo passo. Si presenta come un grande libro che al suo interno comprende ulteriori buste, aperture, schede e cartellette, per stimolare i sensi e il bisogno di ‘mettere mano’ a ciò che si impara. Per l’apprendimento della lingua, in particolare, il lapbook si rivela un aiuto prezioso in quanto permette di coniugare il gioco – e dunque il vero apprendimento – con le quattro competenze chiave previste dal Quadro Comune Europeo di Riferimento (listening, writing, reading, speaking), favorendo al tempo stesso l’acquisizione di alcune fondamentali regole grammaticali e del vocabolario di base. Questo strumento, inoltre, rispetta sia la libertà dell’alunno sia quella dell’insegnante, in quanto la sua forma non è rigida e data una volta per tutte, bensì malleabile, modificabile, costruibile e ampliabile: mantenendo la struttura di base ogni parte può essere sostituita e adattata a diverse esigenze. Gli alunni stessi, da fruitori, possono divenire creatori!

Il lapbook è uno strumento modificabile, ricostruibile, ampliabile: mantenendo la struttura di base, ogni sua parte può essere sostituita e adattata a diverse esigenze. Il modello proposto si rivolge principalmente ad alunni della terza classe della Scuola Primaria, ed è finalizzato all’apprendimento della lingua inglese come L2 o L3.
Il topic scelto, ovvero l’argomento che fa da sfondo/cornice a tutte le attività, sono gli habitat naturali; di conseguenza il lexis, ovvero i vocaboli inseriti, è costituito da nouns (i nomi degli habitat, degli animali e delle piante che vivono in essi), adjectives (i colori e altri attributi relativi ai nomi scelti) e verbs (il verbo to be e altri verbi relativi ai nomi scelti). Le grammar rules comprendono la forma singolare e plurale dei sostantivi, la terza persona singolare e plurale dei verbi proposti (in particolare del verbo to be) e l’ordine di costruzione della frase minima.
Il lapbook si apre in due direzioni, verticalmente e orizzontalmente: in questo modo si ricavano diversi piani di lavoro e le componenti essenziali (ovvero le buste contenenti nouns 1, adjectives 2 e verbs 3) rimangono a portata di mano per ogni attività.

1° livello

1. Nouns: la busta contiene i cartoncini con i nomi degli animali e delle piante. Ciascun cartoncino presenta vari livelli: se chiuso, risulta visibile solamente il disegno dell’animale o della pianta (i bambini provano da soli a ricordare il nome); se si apre la finestrella inferiore appare il nome preceduto dall’articolo determinativo the; infine, se si apre anche il risvolto a destra il disegno risulta duplicato e il nome subisce la trasformazione necessaria per passare dalla forma singolare (segnalata con il colore blu) alla forma plurale (segnalata con il colore rosso).
2. Verbs: la busta contiene i cartoncini dei verbi. Ciascun cartoncino, se chiuso, presenta il verbo alla terza persona plurale (colore rosso), ma una volta aperto compare l’aggiunta tipica della terza persona singolare: –s o –es (colore blu). Fa eccezione il cartoncino del verbo to be, che presenta forma singolare su un lato e forma plurale sul lato opposto, sempre segnalate dai colori corrispondenti.
3. Adjectives: la busta contiene i cartoncini degli aggettivi.
4. Colour wheel: dalla ruota si possono estrarre dei cartoncini che, oltre a essere del colore indicato, presentano anche il nome del colore stesso.
5. Landscapes: la busta contiene i disegni di quattro diversi paesaggi, ciascuno rappresentante un habitat naturale (the mountains, the sea, the jungle, the savannah). Si lavora con un habitat per volta: il paesaggio scelto viene inserito all’interno della cornice vuota (6) e diviene uno sfondo su cui giocare ed esercitarsi liberamente, attaccando e staccando gli animali e le piante contenuti nella busta dei nouns.
6. Questions and answers: la prima busta contiene i cartoncini delle domande, che sono sostanzialmente di due tipi: Where is the [animal/plant]? e Who lives in the [habitat]?. La seconda busta contiene i cartoncini delle risposte corrispondenti. I cartoncini sono dotati di simboli per l’autocorrezione.

Parte 1 – SPEAKING I bambini estraggono dalla busta (5) uno degli habitat inserendolo nella cornice vuota (6). Poi estraggono gli animali e le piante dalla busta dei nouns, li dispongono uno accanto all’altro sul piano di lavoro e individuano quali di questi elementi fanno parte dell’habitat scelto. Per l’attività di speaking vera e propria l’alunno lavora con un compagno. Si estraggono le domande e le risposte dalle rispettive buste (7): l’alunno legge ad alta voce una domanda e il compagno deve individuare la risposta corretta, leggendola a sua volta ad alta voce. Nel farlo, prende in mano l’animale o la pianta in questione e lo posiziona all’interno del paesaggio. Questo movimento lo aiuterà a memorizzare! Si prosegue in questo modo alternando i ruoli. Una volta compreso il meccanismo, i bambini possono provare a formulare da soli le domande o a rispondere senza aiutarsi con i cartoncini. E se non sanno in quale habitat inserire un animale o una pianta, è l’occasione giusta per effettuare una ricerca interdisciplinare!

2° livello

Reading and writing: la scheda di sinistra contiene un testo scritto, che i bambini possono esercitarsi a leggere. Si tratta di alcune semplici e brevi frasi relative agli animali e alle piante della savana. Le frasi ricalcano la struttura grammaticale espressa dai simboli montessoriani più sotto (9). Il testo presenta, in luogo dei nomi, il disegno corrispondente, così che i bambini provino a ricordare i vocaboli. La busta a destra contiene invece alcune schede vuote su cui i bambini potranno scrivere nell’attività di writing.
Simboli grammaticali montessoriani: questi simboli fungono da modello e base su cui i bambini costruiscono letteralmente le frasi, inserendo i cartoncini dei nouns, verbs e adjectives sopra il simbolo corrispondente.

Parte 2 – READING
I bambini leggono ad alta voce il testo, avendo cura di pronunciare correttamente il nome degli elementi disegnati (al singolare o al plurale). Possono anche provare a riprodurre frasi del testo utilizzando i cartoncini dei nouns, verbs e adjectives e ponendoli sui simboli grammaticali montessoriani corrispondenti.

Parte 3 – WRITING
Seguendo l’esempio del testo letto, i bambini provano a creare nuove frasi riguardanti gli altri habitat. La frase viene costruita seguendo l’ordine proposto dai simboli montessoriani, sui quali s’inseriscono i cartoncini dei nouns, verbs e adjectives. Come attributi possono essere utilizzati anche i cartoncini dei colori.
Es.: The bird is black / The birds are black.
Es.: The bird flies / The birds fly.
Una volta assemblati i vari elementi e composta la frase, i bambini possono copiarla nel quaderno o nelle schede vuote disponibili.

3° livello

Titolo: in questa sezione viene inserito il titolo (the topic) del lapbook. Il titolo è rimovibile così che lo scheletro del lapook, una volta sostituiti i cartoncini nelle buste, possa essere utilizzato anche per argomenti differenti.
CD-ROM: il CD-ROM contiene alcune tracce audio registrate da un’insegnante (possibilmente madrelingua) e utilizzabili nell’attività di listening. Le tracce audio comprendono domande e risposte dell’attività di speaking, il testo del reading e le pronunce corrette dei vocaboli inseriti all’interno del lapbook.

Parte 4 – LISTENING
I bambini ascoltano le tracce audio contenute nel CD-ROM provando a ripeterle ad alta voce. In tal modo esercitano le proprie abilità di comprensione e pronuncia. Mentre ascoltano, possono prendere in mano i cartoncini dei nouns, verbs, adjectives e colours, accostarli, assemblarli, inserirli nei paesaggi o sui simboli montessoriani… giocarci, insomma! Il lapbook non è statico, ma dinamico e circolare: ogni attività si ricollega in qualche modo alle altre.