Perché il Metodo Montessori oggi?

Montessori

Una via da percorrere insieme ai bambini

DIDATTICA E INNOVAZIONE

La richiesta dei genitori di aprire sezioni Montessori all’interno di Istituti Statali non è mai stata tanto viva come oggi; sono genitori alla ricerca per i propri figli di un Metodo che garantisca loro la possibilità di vivere serenamente e con gioia il periodo più importante della loro formazione intellettuale e sociale.

di Cinzia Vodret

Prima di tutto è necessario chiarire in che cosa consista il “Metodo Montessori”.
La stessa pedagogista non voleva che si chiamasse “metodo” e per chiarire il suo concetto diceva: “Dite piuttosto che è una via da percorrere insieme ai bambini, per offrire loro il mondo della conoscenza”.
Il presupposto indispensabile per realizzare una scuola autenticamente montessoriana è quello della massima fiducia nell’interesse spontaneo del bambino, nel suo impulso naturale ad agire e conoscere. Se è posto in un ambiente adatto, scientificamente organizzato e preparato, ogni bambino, seguendo il proprio disegno interiore di sviluppo, accende naturalmente il proprio interesse ad apprendere, a lavorare, a costruire, a portare a termine le attività iniziate, a sperimentare le proprie forze, a misurarle e controllarle. Il compito dell’educatore è quello di liberare il bambino da ciò che ostacola il disegno naturale del suo sviluppo.” (da: Il Metodo e il bambino, Opera Nazionale Montessori).
Un modo di affrontare la vita e l’esperienza scolastica sicuramente diverso da quello tradizionalmente inteso.

Perché è funzionale ed efficace

“Aiutami a fare da solo” non è uno slogan pedagogico, ma è la richiesta inconsapevole posta dalla natura stessa del bambino.
Nella scuola Montessori il bambino è in grado di muoversi liberamente nell’ambiente e di far proprie direttamente le conoscenze gestendo i propri spazi, i propri tempi di vita e di azione, senza che l’adulto si sostituisca a lui; di aver cura e rispetto di se stesso, delle persone e dell’ambiente; di avere buona capacità di concentrazione e di perseveranza nel lavoro nel rispetto della propria libertà e di quella degli altri.
Vivere in una realtà scolastica che in ogni momento conferma una fiducia totale nelle proprie possibilità, lo mette in condizione di apprendere con serenità, senza l’urgenza del raggiungere tutto e subito, senza l’affanno dei tempi e dei ritmi che il mondo adulto gli impone.
Il clima che si respira in una scuola Montessori è di grande calma e serenità; ognuno è impegnato in attività diverse, ma tutti sono estremamente laboriosi e concentrati. Il fatto stesso che ognuno segua il proprio percorso di sviluppo e approfondimento delle conoscenze evita sia il livellamento della classe che le assurde competizioni; ciascuno procede con i propri tempi, evitando la noia di chi già sa e può così procedere autonomamente, o lo scoraggiamento di chi ha bisogno di maggior tempo e può così ripetere il lavoro per quante volte sarà necessario: entusiasmo, motivazione, interesse e impegno sono molto alte in entrambi i casi.
Gli aspetti fondamentali dell’organizzazione riguardano l’ambiente e i materiali Montessori.
L’ambiente che circonda il bambino deve essere intenzionalmente preparato, e deve contenere i mezzi per l’autoeducazione, i materiali: diventa così direttamente maestro perché offre l’opportunità di sperimentare personalmente ogni attività.
In un ambiente ordinato, leggibile, completo, utilizzabile autonomamente per una personale sperimentazione e conoscenza, il bambino potrà esercitare i propri poteri psichici e mentali e vedrà favorita la formazione del proprio carattere, imparerà ad avere fiducia e a valorizzare se stesso e gli altri, e a godere in pace della realtà in cui è inserito.
Quando si parla di ambiente intenzionalmente preparato, un aspetto fondamentale è rappresentato dai materiali Montessori, che hanno una loro collocazione logica nell’ambiente organizzato, un loro ordine tanto preciso da poter essere un riferimento per il bambino.
Non solo arredi a misura di bambino e materiali di sviluppo, ma anche indumenti e situazioni da poter gestire autonomamente: attività concrete di vita pratica, e quindi fare per davvero, e non far finta di… Se vogliamo dire con la Montessori che “la mano è l’organo della mente”, appare chiaro che ogni attività deve coinvolgere direttamente il bambino e i materiali, attraenti e studiati per le diverse discipline, lo stimolano al “fare” in prima persona
Sono materiali di sviluppo, non di sostegno, nel senso che non sono un aiuto all’insegnante per chiarire un concetto, ma sono a disposizione del bambino che lavorando liberamente con questi ne astrae autonomamente il concetto.
La libertà non è un’assenza di leggi ma è sapientemente promossa e organizzata intenzionalmente, con lo scopo che sia garantita per tutti.
Interesse, attività e sforzo sono i caratteri del lavoro libero e autoeducativo nel quale il bambino si immerge con entusiasmo e passione, rivelando e costruendo le qualità superiori dell’uomo.

Le potenzialità e gli apprendimenti

Credo che nessuno possa dire, all’inizio della scuola primaria, quali siano le potenzialità di un bambino e dove potrà arrivare.
Per questo motivo il metodo Montessori non pone obiettivi che si basano su spiegazioni e verifiche, ma lascia libero il bambino di procedere negli apprendimenti attraverso il lavoro autonomo, secondo le proprie potenzialità.
Il bambino è capace di interessarsi con serietà e rigore a concetti scientifici di grado elevato, ed è soprattutto il lavoro di un certo livello, svolto con impegno personale, che lo porta a un’applicazione sempre più attenta, soddisfatta e concentrata; alla capacità di superare difficoltà sempre maggiori; alla ricerca inconsapevole di un miglioramento costante: i risultati sono sempre sorprendenti.

La motivazione per i docenti

Credo che ogni insegnante sia alla ricerca di una professionalità sempre migliore: certamente l’insegnante che segue il metodo Montessori si connota per alcuni aspetti ancora oggi innovativi. Prima di tutto, prendendo le distanze da una visione "docentecentrica" e contenendo al massimo ogni aspetto di lavoro basato sulla modalità trasmissiva, intraprende un processo di periferizzazione, abbandonando il suo ruolo centrale rispetto all’impegno dei bambini. Da qui la conquista di quell’atteggiamento di umiltà professionale che la contraddistingue in maniera unica e originale.
L’umiltà è propria di chi sa di non avere in mano una verità assoluta, ma è capace di abbandonare preconcetti e convincimenti idealizzati per aprirsi e cercare ogni volta il vero con i propri allievi. Umiltà come antiprotagonismo, come antigigantismo, come non direttività in favore della libera realizzazione del bambino. La figura della maestra che tiene a fatica la disciplina dell'immobilità e si consuma i polmoni continuando a richiamare è scomparsa. La meta non è imporre la propria volontà ma liberare il potenziale del bambino per un suo costruttivo sviluppo autonomo.
Non occorrono né minacce né promesse, ma favorevoli condizioni di vita”. Il bambino stesso sarà felice e soddisfatto dei propri progressi, tanto da non sentire la fatica del suo impegno.
Quindi né premi né castighi, che sono espressione di una disciplina esteriore: nel bambino bisogna invece favorire il senso di fiducia reciproca che nasce nel cooperare in una scuola organizzata a garanzia delle libere attività di ciascuno.
Nel percorso educativo montessoriano, insegnante e bambino sono uniti in un percorso di crescita reciproca e procedono su di una strada che porta alla consapevolezza di valori condivisi che sono i cardini umani e spirituali, necessari a comprendere pienamente l’importanza dell’unicità di ciascuno in un cammino assolutamente unico e irripetibile.
È in questo rapporto educativo intriso di interscambi quotidiani, di sensibilità, di valori e conoscenze che insegnante e bambino si danno il tempo di crescere insieme.

 

Cinzia Vodret ha conseguito il diploma di specializzazione Montessori nel 1973, e fino al 1983 ha insegnato nella scuola privata Montessori di via Porpora a Milano. Superato il concorso per l’ingresso in ruolo, dopo una breve parentesi nella scuola a tempo pieno don Milani di Prato, è rientrata a Milano e dal 1991 al 2016 ha insegnato nella scuola Montessori di via Quarenghi (unica realtà statale a Milano e in Lombardia fino a tre anni fa).
Dal 1999 si è occupata della formazione dei docenti in diversi corsi di specializzazione Montessori, due dei quali sono stati realizzati all’interno di Master di secondo livello, in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca - Scienze della formazione primaria.
Dal 1992 è stata incaricata della supervisione e consulenza in alcune scuole Montessori.
Oggi in pensione, continua a svolgere tale attività nelle nuove classi Montessori nascenti all’interno di Istituti Comprensivi in Lombardia.