Cosa c’è di nuovo? Il Writing and Reading Workshop

Folio Anno 5 N.2 Cosa c'è di nuovo - Writing Reading IMG

APPROFONDIMENTI DISCIPLINARI

ll Writing and Reading Workshop, in modo efficace e stimolante, aiuta i ragazzi a sviluppare le competenze di letto-scrittura. Questo metodo è ricco di spunti innovativi e si presta bene a una didattica per competenze.

di Massimiliano Singuaroli

Nell’ultimo numero di Folio.net dello scorso anno abbiamo presentato Scuola aumentata+, il blog di Jenny Poletti Riz, l’insegnante che ha introdotto e sperimentato, per prima in Italia, il Writing and Reading Workshop, ideato dal Teachers College della Columbia University. L’esperienza di Jenny Poletti Riz e la sua propensione alla condivisione hanno generato una pagina Facebook, “Italian Writing Teachers“, che a oggi raccoglie oltre 1700 docenti di italiano. Jenny Poletti Riz e le insegnanti che con lei stanno sperimentando il metodo hanno dato vita in diverse scuole a diverse occasioni di formazione, grazie alle quali il laboratorio si sta diffondendo sempre di più.

Abbiamo deciso di dedicare questo numero di Folio.net alla descrizione di questo metodo, invitando alcune delle professoresse più attive nella sua sperimentazione a raccontare la propria esperienza. I presupposti del metodo, infatti, ci sono sembrati molto interessanti e ricchi di spunti innovativi per la didattica dell’italiano, della scrittura e della lettura. Sintetizzando possiamo individuare alcune parole chiave:

  • Competenze: il laboratorio dà sostanza a una vera didattica per competenze, mirando a creare abilità che siano un possesso per sempre e a fare degli studenti scrittori e lettori per la vita (è l’assunto da cui parte l’articolo di Daniela Pellacani, Silvia Pognante e Elisa Turrini).
  • Processo: si pone attenzione al processo di scrittura piuttosto che al prodotto finale.
  • Consulenza: l’insegnante si pone come consulente, prima che come valutatore o correttore, di quanto lo studente sta facendo.
  • Modello/i: l’insegnante stesso si propone come modello per gli studenti, leggendo insieme a loro, scrivendo insieme a loro; i brani (anche quelli dell’antologia) sono proposti come testi mentore, come modelli cui ispirarsi.
  • Tempo: il laboratorio richiede tempo, più tempo, dedicato in classe alla scrittura e alla lettura personale.
  • Scelta: lo studente sceglie, all’interno della via tracciata dal docente, cosa scrivere, cosa leggere.
  • Laboratorio: la dimensione laboratoriale, del fare insieme, del collaborare e confrontarsi con gli altri, è più che evidente nel metodo.
  • Metacognizione: importante spazio viene riservato ad aspetti metacognitivi, di autovalutazione e di riflessione sulle proprie scelte e sui propri progressi: uno strumento fondamentale a questo scopo è il taccuino (di cui parla l’articolo di Linda Cavadini).
  • Inclusione: la metodologia del laboratorio ha una forte valenza inclusiva, ciascuno scrive con i propri tempi e modi, sfruttando i propri punti di forza e migliorando le proprie debolezze (come emerge bene dall’articolo di Sabina Minuto).

Concludiamo con le belle parole di Jenny Poletti Riz: “Una scuola diversa la si può fare perché l’ho vista negli occhi dei miei studenti… si possono e si devono insegnare con forza la scrittura e la lettura restituendo il loro senso più alto… perché la scrittura è da sempre la leva che mi spinge ad andare più in profondità, che mi fa trovare risposte a volte scomode, che mi permette di diventare una persona e un’insegnante migliore”.