Il piacere della lettura e il libro come tesoro
IDEE PER INSEGNARE - SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
Tutti i docenti prima o poi sperimentano la chiusura e il rifiuto dei ragazzi di fronte a proposte culturali, che vengono associate alla dimensione dell’obbligo e del dovere. Proponiamo un percorso che è un tentativo di avvicinare gli studenti alla lettura, creando una dimensione di spontaneità e di libertà, l’unica in cui vivere una esperienza di piacere.
Alla base della proposta c’è la convinzione che si possano creare occasioni perché nasca l’amore per la lettura, quando non c’è, e che si debba fare attenzione a non distruggerlo, quando c’è.
Ritenendo che la letteratura sia uno strumento potente, abbiamo lasciato che gli studenti scegliessero liberamente un libro. Si può vincere, infatti, la loro diffidenza solamente insegnando e praticando noi docenti per primi l’apertura e la disponibilità verso i bisogni e gli interessi degli studenti. «Solo se mostriamo interesse e curiosità per i gusti dei nostri studenti, possiamo contare sul fatto che loro provino curiosità per i nostri.» (G. Armellini, Il piacere di leggere non si può insegnare ma si può imparare, in “Insegnare”, febbraio 2002)
È vero che i giovani non leggono? I giovani non leggono libri, leggono altro
Perché i ragazzi non leggono libri? Proviamo ad azzardare qualche risposta, mentre notiamo curiosamente che le attività di scrittura e lettura sono forse praticate proprio dai giovani oggi più che in passato. Le nuove forme di comunicazione infatti utilizzano ampiamente il testo scritto, anche se si tratta di testi semplici e veloci, non argomentati e slegati gli uni dagli altri (email, forum, sms, chat...). I nuovi testi impongono nuove modalità di lettura: a prevalere è il “leggi e salta”, una lettura frammentaria, impaziente e interrotta, funzionale, finalizzata a dare o avere una risposta rapida, un feedback immediato. Nella lettura “classica”, al contrario, è necessario silenzio, solitudine, concentrazione e continuità.
Inoltre, la lettura dei libri per i giovani fa parte per lo più del dovere scolastico: gli insegnanti sono prescrittori di letture obbligatorie. Di fronte a questo, è evidente la maggiore attrattività del web: nella rete è l’utente a decidere cosa guardare, quali contenuti fruire; il percorso autonomo e l’interattività del web stimolano la curiosità e il coinvolgimento personale. Ancora, la lettura è pensata dai ragazzi come un’attività solitaria, vissuta in un contesto di isolamento sociale, mentre essi sono attratti da ambienti in cui c’è condivisione, relazione.
Infine leggere un testo complesso comporta uno sforzo che non è più percepito come un “investimento redditizio”: se il libro è solo un “oggetto culturale”, se la lettura è solo funzionale a informarsi o a formarsi culturalmente, oggi si può ottenere lo stesso risultato – almeno così sembra – in modo più veloce, facilmente accessibile, meno impegnativo.
Ma l’incontro con un libro non è un’esperienza intellettualistica, legata allo sviluppo dell’intelligenza, è una esperienza “globale”, che coinvolge sensi, emozioni e intelletto. Non si esce dalla lettura di un libro più colti, ma irreversibilmente cambiati. La lettura è piacere e godimento: questo lo sanno bene i lettori “forti”.
È possibile educare al gusto/piacere della lettura? Quali strategie per una didattica della lettura?
Il paradosso della scuola è di voler insegnare il piacere della lettura con scelte obbligate proposte dall’insegnante e soggette poi a verifiche di controllo: questionari, attività sul testo, schede di lettura, recensioni ecc. Questo paradosso è sottolineato spesso con provocazione dagli studenti. Abbiamo immaginato il modulo didattico “Il piacere della lettura, il libro come tesoro” come un primo tentativo di indagare il problema e di rispondere alla provocazione dei ragazzi.
Nella progettazione del modulo siamo partite da alcune idee-guida:
- la convinzione che l’insegnante che promuove la lettura non “fa leggere”, ma regala occasioni di incontro con i libri;
- la necessità di coinvolgere gli studenti in modo attivo e di intercettare i gusti e le inclinazioni dei giovani (a ogni lettore il suo libro, tutti i generi e tutte le esperienze di lettura devono trovare spazio a scuola);
- l’utilità di incentivare la condivisione dell’esperienza della lettura tra ragazzi che sono particolarmente avvezzi alla condivisione in tempo reale di molti aspetti della propria vita;
- l’importanza di far sperimentare agli studenti la responsabilità e i rischi di una scelta libera: il libro consigliato dall’insegnante può essere una bella esperienza così come il libro scelto liberamente può rivelarsi deludente; nella letteratura come nella vita lo scambio di esperienze è prezioso.
Classe di riferimento, tempi di realizzazione, metodologie didattiche
Il modulo è stato realizzato in una classe seconda del primo biennio della scuola secondaria superiore. Sono state utilizzate circa 12 ore di lezione in classe (più il lavoro pomeridiano); fanno parte della proposta due uscite didattiche da svolgere in mattinata. Il percorso si struttura secondo la metodologia dell’episodio di apprendimento situato: il docente progetta un ambiente di apprendimento che consente allo studente di fare esperienze significative, di costruire percorsi attivi e consapevoli, di esplorare e scoprire.
Le fasi del percorso
La fase preparatoria: l’insegnante motiva e crea aspettative – L’occasione stimolo è fornita dalla lettura dell’opera di Daniel Pennac Come un romanzo, seguita dalla discussione in classe sul “Decalogo - I diritti del lettore”. Gli studenti scoprono che una voce autorevole, quella di uno scrittore e insegnante, avalla molte delle loro critiche e perplessità sul modo di presentare e vivere la lettura a scuola: alcuni diritti del lettore, individuati da Pennac, a scuola non sembrano essere in vigore (diritto di non leggere, diritto di saltare le pagine…). In questa fase di apertura si può proporre agli studenti anche un breve questionario sul loro rapporto con il libro, che permetta a noi insegnanti di conoscerli come lettori o come non lettori e a loro di prepararsi all’esperienza. Il docente propone allora la prima uscita didattica (la visita alle quattro librerie più importanti di Milano: Hoepli, Feltrinelli, Mondadori e Rizzoli) come opportunità per scegliere liberamente il proprio libro e invita gli studenti a raccogliere informazioni sui fondatori delle quattro case editrici, da condividere in classe.
La fase operatoria 1: la “Caccia al libro” – Durante l’uscita viene organizzato un gioco a squadre: a ogni squadra viene consegnato un questionario predisposto dall’insegnante con 40 incipit e 40 explicit scelti tra una rosa di trecento romanzi selezionati dal docente. Il compito della squadra, che visita a turno tutte le quattro librerie, è di esplorare l’ambiente e registrare le impressioni e poi di cercare il libro a cui appartiene ciascuno degli incipit ed explicit proposti. In questo modo ogni studente del gruppo entra in contatto con l’oggetto libro: osserva la copertina, legge il titolo, il risvolto di copertina, sfoglia le pagine, legge il passo iniziale o finale. Si prepara anche alla scelta libera e istintiva del suo libro di lettura, scelta che dovrà compiere a fine mattinata. Al rientro a scuola ci sarà la premiazione della squadra vincitrice con gadget legati al mondo della lettura.
La fase operatoria 2: la lettura insieme in classe – L’insegnante prepara un ambiente piacevole e accogliente per facilitare la concentrazione: gli studenti e l’insegnante leggono il libro scelto durante la mattinata di uscita didattica; la classe si trasforma, diventa una sala di lettura. Si prevedono tre appuntamenti di lettura insieme in classe. La lettura procede a casa e si conclude in 20 giorni.
La fase ristrutturativa: fissazione di concetti, valutazione, riflessione – Ogni studente compone in classe un testo riflessivo/diaristico che recupera il vissuto e il senso dell’esperienza e si prepara a creare un “consiglio di lettura” da appendere alla bacheca di classe appositamente predisposta. I ragazzi infatti possono aver compiuto scelte anche deludenti e improprie, scoprendo così come sia prezioso il passaparola, un orientamento nella lettura. A questo punto può essere utile confrontare la propria esperienza con le testimonianze di alcuni scrittori che ricordano come sono diventati lettori; si scopriranno così tanti percorsi singolari, a volte imprevedibili, di avvicinamento alla lettura; ai ragazzi viene consigliata (non imposta) la lettura del breve romanzo di Alan Bennet La sovrana lettrice: la regina di Inghilterra Elisabetta II diventa una accanita lettrice per un caso, quando ormai è già anziana, e questa scoperta sconvolge la sua vita e il suo regno.
L’esperienza conclusiva – Il modulo si conclude con una visita guidata alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano. Gli studenti hanno un approccio al sistema di catalogazione che consultano per la ricerca/scelta di un libro da leggere e svolgono una lettura in loco fino a pag. 48, seguendo il suggerimento di Pennac come strategia per decidere se continuare a leggere un libro o meno (indicazione contenuta in Come un romanzo).