In attesa delle prove INVALSI

studenti

Ragioni, difficoltà e finalità della prova di Italiano

IDEE PER INSEGNARE - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Le prove standardizzate INVALSI e il relativo questionario dello studente, la cui compilazione serve a raccogliere, in modo anonimo, molte informazioni sul percorso scolastico e sul contesto socio-culturale dell’alunno, sono ormai in grado di tracciare statisticamente un quadro di riferimento sui livelli di apprendimento degli studenti italiani e li rendono confrontabili con le altre realtà comunitarie ed europee.

Annamaria Moiso

Il Ministero dell’Istruzione attraverso queste prove può identificare i punti deboli del sistema di istruzione e utilizzare dati oggettivi per intervenire sulle scuole, proponendo loro progetti di formazione adeguati a superare le carenze monitorate dalle prove.

In quest’ottica, i test diventano un elemento utile anche per gli insegnanti, perché forniscono un quadro globale sulla classe e sulla scuola, li mettono nella condizione di analizzare la propria didattica relativamente ai punti di debolezza, stimolandoli a modificare i metodi che risultino poco efficaci e coinvolgenti.

Le prove INVALSI

I test INVALSI sono degli strumenti psicometrici e in quanto tali rispondono ai requisiti di “oggettività, standardizzazione, fedeltà, validità” (Angela Martini, Convegno INVALSI luglio 2013).

Oggettività e standardizzazione garantiscono l’uniformità delle prove e della successiva correzione da cui scaturisce il punteggio. La griglia di correzione è uguale per tutti gli esaminati e quindi non ha importanza chi sia il correttore/esaminatore.

La fedeltà e la validità “attengono invece ai due tratti fondamentali che definiscono la qualità di un test in senso stretto: l’attendibilità delle misure che esso produce e la loro relazione con ciò che il test intende misurare” (Angela Martini, Convegno INVALSI luglio 2013).

Sono quindi uno strumento utilizzabile quando si vogliono conoscere dati comparabili sul rendimento degli alunni. Fermo restando che i test non possono sostituire le valutazioni degli insegnanti, ma solo affiancarle, bisogna sottolineare che, mentre le valutazioni dei docenti non sono confrontabili, le prove standardizzate e censuarie rispondono a questa esigenza.

Le idee chiave che stanno alla base della preparazione delle prove sono definite nei Quadri di Riferimento (QdR) che rappresentano gli strumenti di lavoro fondamentali nella fase della preparazione dei test, in quanto indicano ciò che si deve valutare, servono per leggere correttamente i risultati delle prove, sono utili per adottare opportune strategie di miglioramento nei casi di provate criticità, possono offrire alle famiglie informazioni per capire che il momento della valutazione assume un significato cruciale nella verifica del sistema scolastico.

Partendo dai QdR le prove INVALSI misurano i livelli di apprendimento di tutti gli studenti italiani nelle due aree chiave – Italiano e Matematica – rispettando le indicazioni nazionali per i curricoli.

Quali radici hanno i QdR

I QdR sono i documenti che esplicitano i punti concettuali e i criteri operativi utilizzati nella costruzione delle prove. Fanno riferimento al Quadro Europeo delle Qualifiche e dei titoli per l’apprendimento permanente (2006), rispettandone le definizioni di:

  • conoscenza: insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative a un settore di studio o di lavoro;
  • abilità: capacità di applicare conoscenze e di usare il know how per portare a termine compiti e risolvere problemi; possono essere cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo, creativo) e pratiche (se implicano abilità manuali e uso di materiali e strumenti);
  • competenza: comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e metodologiche in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale; le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia.

Questi riferimenti sono riscontrabili nelle Nuove indicazioni per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo (2007) e nelle Indicazioni Nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento, concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti per i percorsi liceali, tecnici e professionali (DPR 5-3-2010 n. 89, art. 3 e 8).

I QdR, pur dovendo servire agli insegnanti per interpretare i risultati delle prove standardizzate, presentano anche idee-chiave in grado di stimolare una riflessione sulla prassi didattica e promuovono anche nuove forme di programmazione dei contenuti, vista la loro stretta correlazione con la ricerca scientifica disciplinare.

In base ai quadri di riferimento si costruiscono i fascicoli delle prove standardizzate, che hanno un iter di oltre un anno e passano attraverso diverse fasi e controlli che ne garantiscono la scientificità.

La prova di Italiano

Per quanto riguarda l’Italiano, le prove abbracciano differenti tipologie testuali, non solo per le caratteristiche dei testi in senso stretto (narrativo, descrittivo, espositivo, regolativo, argomentativo) ma anche per le fonti (romanzi, racconti, poesie, saggi, manuali, articoli di giornale, volantini, pieghevoli). L’INVALSI propone anche una pluralità di destinatari e di scopi, per abituare l’alunno a diverse strategie di lettura.

Le prove di Italiano, dato l’elevato numero di studenti e le difficoltà di correzione, misurano esclusivamente la competenza di lettura (comprensione, interpretazione, riflessione, valutazione), le conoscenze e le competenze lessicali, le conoscenze e le competenze grammaticali.

I testi utilizzati per le prove possono essere:

  • continui, cioè costituiti da frasi raggruppate in paragrafi, che a loro volta possono fare parte di strutture più ampie come sezioni o capitoli;
  • non continui, cioè costituiti anche da elementi non verbali come grafici, tabelle, mappe o misti, ossia testi continui corredati da tabelle, grafici, mappe, ecc. i quali richiedono un diverso approccio di lettura rispetto a quella normalmente praticata a scuola per i testi continui.

Le prove standardizzate si orientano sulla scelta di:

  • testi o porzioni di testi di significato compiuto o che siano in ogni caso autosufficienti;

  • testi di complessità e varietà crescente, dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado, che permettano anche una lettura approfondita, analitica, riflessiva;
  • testi non troppo comuni nella pratica didattica, per evitare il più possibile disparità tra studenti che hanno una maggiore o minore familiarità con un dato testo (sono dunque assolutamente evitati quelli tratti da manuali e antologie scolastiche in uso);
  • testi letterari d’autore, o comunque di buona qualità di scrittura, originariamente scritti in Italiano e non tradotti da altra lingua (ragionevoli eccezioni sono tuttavia possibili);
  • testi ricchi dal punto di vista lessicale, concettuale e formale, in rapporto al livello scolare, rispetto ai quali si possa richiedere una riflessione e una valutazione;
  • testi che si presume possano interessare i ragazzi di vari livelli di età;
  • testi che non urtino in modo evidente la sensibilità di una parte degli allievi e che non favoriscano alcuni gruppi rispetto ad altri. (da SNV, Breve guida per la costruzione delle prove di lettura, 2012)

Nel QdR di Italiano sono stati individuati e descritti sette aspetti, raggruppati in quattro macroaree, rispetto ai quali vengono formulati i quesiti:

  • ricostruzione del significato del testo (aspetti 1-3-4-5a-5b);
  • individuazione delle informazioni (aspetto 2);
  • interpretazione e valutazione (aspetti 6-7);
  • riflessione sulla lingua (aspetto 4).

In allegato si trovano gli aspetti della competenza di lettura per la classificazione dei quesiti.

studentessa in rosa

Come sono formulate le domande

A partire dal testo, si struttura un adeguato numero di quesiti con i quali si misurano le diverse competenze, sotto-competenze e conoscenze dell’alunno. I quesiti possono essere a risposta chiusa o aperta; hanno diversa struttura e livello di difficoltà per consentire la valutazione di processi di lettura elementari (come il saper ritrovare informazioni esplicitamente presenti nel testo), di processi più complessi (come trarre inferenze, saper interpretare globalmente o parzialmente un testo) o, infine, di processi superiori alla semplice comprensione (come saper analizzare e valutare criticamente il testo).

I quesiti valuteranno contemporaneamente degli “oggetti” linguistici, appartenenti a diversi ambiti di competenza, e degli aspetti ovvero processi cognitivi messi in atto. Per esempio, in un quesito che comporti il “compito” di lettura di individuare il nesso implicito tra due frasi, l’oggetto specifico sarà per l’appunto il nesso interfrasale e il processo cognitivo consisterà nel fare inferenze su due “porzioni” di testo, in modo tale da inferire che il rapporto logico tra le due frasi è di tipo causale e che il nesso può essere esplicitato con una congiunzione del tipo “perché” (da INVALSI, QdR 2009).

Altri quesiti metteranno l’accento sulla funzione referenziale o comunicativa e, per quanto riguarda l’ambito della competenza lessicale, sarà possibile distinguere i quesiti finalizzati a valutare le conoscenze di base da quelli che chiedono di riconoscere il significato di un termine in relazione al contesto in cui è inserito. A partire dai primi livelli di scolarità le prove sono finalizzate a misurare il possesso da parte degli studenti di un vocabolario sempre più ricco e la capacità di cogliere legami semantici via via più complessi.

Perché una prova permetta di verificare significativamente i livelli di apprendimento è indispensabile che i quesiti che la compongono contengano informazioni essenziali o idee-chiave ben individuabili e ricostruibili collegando più parti del testo, che stimolino inferenze esplicite e implicite, che presentino strutture temporali, spaziali, logiche e psicologiche di cui si possa verificare analiticamente la comprensione, che contengano parole, espressioni, campi lessicali, connettivi o pronomi significativi per la comprensione del testo anche in riferimento alla sua struttura.

Tra i diversi aspetti non c’è un rapporto gerarchico, ma ciascuno di essi comprende compiti di diverso livello di difficoltà. Per esempio, tra i quesiti che richiedono di individuare informazioni (codice 2), ve ne possono essere di più facili o più difficili a seconda dell’evidenza che ha nel testo l’informazione richiesta e della presenza o meno di informazioni concorrenti che possono essere confuse con essa (vedi allegato Esempi di domande).

Le domande più difficili

La capacità misuratoria di ogni domanda viene analizzata mediante modelli statistici in grado di stabilire la coerenza di ciascuna opzione di risposta con il costrutto oggetto di valutazione, con il livello di abilità/competenza del rispondente e con la difficoltà specifica della domanda stessa (vedi Mastrogiovanni, Seminario autori, settembre 2011).

All’interno del percorso vengono predisposte alcune domande più difficili, perché sono utili per valutare la distribuzione degli studenti nei diversi livelli e definire le eccellenze.

Dopo l’esperienza di questi anni di somministrazione di prove censuarie possiamo dire che, in generale, gli studenti trovano maggiori difficoltà:

  • nel rispondere alle domande che chiedono di ricercare informazioni se il testo ne presenta altre concorrenti;
  • quando il referente da individuare non è costituito da una sola parola ma da un’intera frase;
  • quando la domanda richiede di “muoversi” all’interno del testo;
  • in particolare nelle risposte aperte per la difficoltà di scrittura.

È anche importante sottolineare che i testi che presentano le maggiori difficoltà sono quello espositivo e quello misto, il primo perché, probabilmente, mette in gioco numerose variabili, quali la familiarità degli argomenti, la lunghezza del testo, la settorialità del linguaggio, il secondo perché meno praticato a scuola.

È vero che tradizionalmente i docenti di Italiano dedicano più tempo all’analisi dei testi narrativi, ma è importante sottolineare che la comprensione dettagliata e analitica di un testo espositivo o misto è un obiettivo trasversale che deve coinvolgere tutti gli insegnanti, deve essere inserito nella programmazione del Consiglio di Classe e deve concretamente essere perseguito dai docenti di tutte le discipline.

tabella

Le domande di grammatica

Le domande di grammatica sono sicuramente le più criticate dagli insegnanti e anche quelle che creano maggiori difficoltà nella preparazione dei test. Nel predisporre queste domande gli autori devono attenersi ai contenuti più condivisi e alle terminologie maggiormente usate a scuola, ma il modello grammaticale di riferimento è quello descrittivo-analitico, già messo in discussione fin dagli anni sessanta e ritenuto oggi, dai linguisti, insufficiente e inefficace. Dato che però è ancora molto utilizzato nella prassi didattica, la soluzione trovata dagli esperti è stata quella di costruire prove che possano essere risolte con il solo ragionamento; pur tenendo conto delle pratiche didattiche più diffuse, le prove INVALSI introducono alcuni dei contenuti innovativi più assodati e condivisi nella ricerca, puntando soprattutto a sollecitare negli allievi l’osservazione dei dati e la messa a fuoco di fenomeni grammaticali anche nuovi rispetto alle consuete pratiche didattiche, come la ricerca delle regolarità, la scoperta di relazioni, di simmetrie e di asimmetrie. Vediamo due esempi.

Restituzione dei risultati

L’INVALSI fornisce alle scuole una griglia per la correzione delle risposte degli allievi e, per l’esame di licenza media, dà indicazioni per l’attribuzione del punteggio in centesimi e per la sua conversione in decimi.

In tempi brevi restituisce alle singole scuole l’analisi dei risultati a livello di prova e di singola domanda, i dati disaggregati a livello nazionale e regionale, provvede alla stesura di un rapporto annuale sugli apprendimenti e mette a disposizione dei docenti guide e quaderni di lettura in cui sono esplicitati l’aspetto o l’ambito della domanda, la descrizione del compito richiesto allo studente e le competenze da valutare.

Da quest’anno è attivo il sito gestInv che presenta, sia per Matematica sia per Italiano, tutte le prove standardizzate dal 2008 a oggi con gli item, gli ambiti e gli aspetti, i risultati a livello nazionale. Per Italiano sono reperibili, per ora, solo gli indicatori relativi alle prove di grammatica.

Finalità delle rilevazioni INVALSI

Le rilevazioni INVALSI misurano solo alcuni aspetti degli esiti formativi, quelli più facili da misurare, e non possono sostituire la normale procedura valutativa degli allievi, ma forniscono un quadro analitico delle prestazioni degli studenti, permettono di individuare i punti di forza e di debolezza, danno indicazioni utili per chi lavora in classe.


Sicuramente le prove hanno stimolato le scuole verso una didattica che preveda anche le verifiche con test a risposte chiuse, ma questo non significa che gli studenti debbano essere “addestrati” solo ed esclusivamente al superamento di questa tipologia di prova; è consigliabile invece inserire questa modalità di verifica all’interno della propria didattica quotidiana, come una delle tante prove cui gli allievi devono sottoporsi, coinvolgendoli nel processo autovalutativo; è opportuno far comprendere loro la tipologia della prova e motivarli a confrontarvisi. Sarà compito del docente formarsi alla preparazione dei quesiti, inserirli nella programmazione, utilizzare tutti gli strumenti messi a sua disposizione: prove standardizzate reperibili sul sito invalsi e gestInv, quesiti appositamente preparati dall’editoria scolastica, item predisposti dall’insegnante stesso su alcuni argomenti della propria programmazione.

In molte scuole le prove nazionali hanno avuto e hanno un effetto positivo, stimolando procedure e processi di miglioramento, ma perché questo possa diventare efficace occorrono alcune condizioni: la volontà di cambiamento, tanto da parte dei dirigenti scolastici quanto degli insegnanti; la scelta di uno o al massimo due aspetti (non se ne riescono a gestire di più contemporaneamente) su cui impostare strategie di miglioramento pertinenti, efficaci, cognitive; l’istituzione di corsi di aggiornamento per gli insegnanti finalizzati all’analisi e al conseguimento degli obiettivi che, dal punto di vista didattico, si pensa necessitino di un cambiamento.

 

Annamaria Moiso è ex insegnante di Italiano e Storia nella scuola secondaria di secondo grado, è responsabile della stanza di Italiano per l'associazione "Casa degli Insegnanti", che si occupa di formazione, ed è autrice di testi scolastici. Dal 2010 è autrice INVALSI.