Studiare letteratura in italiano L2
IDEE PER INSEGNARE - SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
Per quale ragione, soprattutto nel primo biennio, per gli alunni che non sono di madrelingua italiana continuiamo a registrare risultati negativi? La causa non pare risiedere in un apprendimento inadeguato della lingua italiana di per sé, ma nella difficoltà di apprendere la lingua per lo studio, e di conseguenza il linguaggio settoriale delle singole discipline. In questo articolo si propone un esempio di unità di letteratura italiana (sul sonetto Alla sera di Ugo Foscolo), riflettendo sul quadro in cui ci si trova a lavorare e su un efficace modello di unità di apprendimento.
Il quadro
La composizione eterogenea delle nostre classi è ormai un dato diffuso e riconosciuto a qualsiasi livello scolastico, anche se l'afflusso di alunni non italofoni interessa soprattutto gli istituti professionali. Qui si concentrano lingue, culture, esperienze molto differenziate e numericamente rilevanti, tanto che in una classe del primo anno (minimo venticinque alunni) possiamo avere anche venti alunni di origine extraeuropea, con livelli linguistici disomogenei (ricordiamo che il livello linguistico è deciso in base al Quadro comune europeo del 2001, documento che fornisce parametri di descrizione della lingua: in esso vengono descritti sei livelli, secondo le competenze, le abilità, le conoscenze e gli usi della lingua). Materiali, corsi di italiano interni ed esterni alla scuola, progetti linguistici con esperti sono diffusi sul territorio e ormai ben presenti nella scuola italiana. Tuttavia, soprattutto nel primo biennio, continuiamo a riscontrare un'alta percentuale di esiti negativi dei percorsi scolastici degli alunni non italofoni, unitamente a una profonda demotivazione di questi ragazzi. La causa deve essere cercata non in un apprendimento inadeguato della lingua italiana di per sé: infatti, la vita di classe, gli strumenti suddetti, la valutazione personalizzata sono sufficienti a garantire l'apprendimento della lingua d'uso quotidiano e delle strutture di base per capire oralmente ciò che si svolge in aula.
Il vero nodo problematico è la lingua per lo studio e, dunque, il linguaggio settoriale delle singole discipline: a tutti gli alunni che si iscrivono in un istituto superiore vengono proposti gli stessi libri di testo, senza distinzioni, ma tali libri sono inadeguati, almeno per gli alunni che ancora non hanno conseguito una certificazione linguistica A2: la sintassi, il lessico, le consegne degli esercizi sono difficilmente comprensibili senza un supporto personalizzato. In realtà, non mancano materiali semplificati on line o testi (manuali, dispense, singole UA, singoli argomenti di studio) creati appositamente per alunni stranieri, ma il metodo con cui tali materiali nascono non risponde spesso alle esigenze reali di chi ne usufruisce. Infatti, diffusa è la convinzione che semplificare coincida con il ridurre l'estensione del testo; oppure che la sintesi (parole chiave, mappe, schemi) di per sé sia un metodo sufficiente a fornire strumenti adeguati per lo studio in L2; in realtà, la semplificazione e la didattizzazione di un testo implica un'analisi lessicale e sintattica capillare, da condurre secondo criteri glottodidattici specifici.
Per completare con successo il percorso di studi, un alunno necessita non solo di padroneggiare le competenze BICS (Basic Interpersonal Comunication Skills), ma anche di acquisire le competenze CALP (Cognitive Academic Language Proficiency), indispensabili per affrontare i materiali di studio. Le competenze CALP vengono indicate nella normativa italiana con la dicitura “Italiano per lo Studio” (cfr. Circolare ministeriale n. 24 del 1° marzo 2006 - Linee guida), mentre le competenze BICS vengono indicate come “Italiano della Comunicazione” (ItalStudio ed ItalBase, secondo la definizione del documento a cura dell’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’educazione interculturale: La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri). Tale distinzione non è ben riconosciuta dal sistema scolastico e dai suoi docenti, né dai corsi che vengono istituiti all'interno delle singole scuole: ancora troppo spesso si rimane focalizzati sull'italiano spendibile nella vita quotidiana, tralasciando le difficoltà poste dai manuali e dal linguaggio settoriale con cui comunque gli alunni devono cimentarsi fin dal biennio. Per questo si sono distinti in modo significativo e originale i testi e i laboratori creati dall'equipe dell'Università di Parma, coordinata dal professor Mezzadri: in essi troviamo un modello standard di unità di apprendimento che può essere utilizzato per quasi tutte le tipologie testuali scolastiche. Tale modello propone testi didattici a comprensione semplificata, accompagnati da strumenti di analisi, attraverso i quali gli alunni possono sviluppare le proprie capacità cognitive e diventare consapevoli delle proprie strategie di studio.