Ritorno alla Luna

Si torna a guardare con interesse al nostro Satellite

SCIENZE I GRADO – SCIENZE DELLA TERRA

La Luna resta uno degli oggetti del cielo più affascinanti, che da sempre suscita interrogativi e curiosità. Anche dal punto di vista didattico, una buona parte dell’astronomia curriculare riguarda proprio l’analisi e lo studio dei fenomeni legati al sistema Terra - Luna. Da qui la proposta di Infini.to - Planetario di Torino di un laboratorio dedicato a questo tema, dal titolo Falci di Luna.

di Roberta Boccomino - Planetario di Torino

È il 14 dicembre 1976 quando Eugene Cernan, astronauta statunitense e membro dell’equipaggio della missione Apollo 17, lascia la superficie lunare e si prepara a tornare sulla Terra, diventando così l’ultimo uomo ad aver messo piede sulla Luna.

Dopo la frenesia della corsa allo spazio e l’entusiasmo per le prime missioni Apollo, l’interesse per il nostro satellite è andato sempre più diminuendo, lasciando spazio a nuove sfide e obiettivi differenti. Le sonde Voyager 1 e 2, lanciate nel 1977, ci hanno permesso di esplorare i pianeti più distanti dal Sole, arrivando fino ai confini del Sistema Solare; la missione Rosetta ha fatto atterrare un lander, Philae, sulla superficie di una cometa; il telescopio spaziale Hubble ha raccolto le immagini più suggestive del profondo cielo e diversi rover sono atterrati su Marte, rendendolo un concreto obiettivo per una prossima esplorazione umana.

Ma dopo tutto questo vagare nello spazio l’interesse per il nostro satellite si è riacceso, portando le principali agenzie spaziali mondiali a parlare in maniera sempre più insistente di come mandare la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna.

Il programma Artemis

Il nuovo programma, portato avanti dalla Nasa e da partner internazionali come l’Agenzia Spaziale Europea, la JAXA e la Canadian Space Agency, questa volta si chiama Artemis, nome ispirato ad Artemide, dea greca e sorella gemella di Apollo. Oltre a riportare gli astronauti sulla Luna entro il 2025, Artemis fa parte di un progetto più ampio di colonizzazione del nostro satellite, che prevede anche la costruzione di un Lunar Gateway, un vero e proprio avamposto umano in orbita lunare che aiuterà l'esplorazione umana e robotica della Luna. Artemis è quindi solo il primo passo per stabilire una presenza stabile sulla Luna e gettare le basi per un'economia lunare, avendo come tassello finale l’invio di missioni equipaggiate anche su Marte.

Il programma, dopo qualche ritardo e battuta di arresto, sta vivendo una fase cruciale proprio in questi giorni con il wet dress rehearsal, una sorta di prova generale, un test della durata di due giorni che ha il compito di verificare tutte le fasi del lancio fino a pochi istanti prima del countdown. Se tutto andrà come previsto si potrà procedere con le fasi successive.

La missione si basa su un gigantesco vettore chiamato SLS (Space Launch System) che trasporta la capsula Orion, composta da un modulo di comando e uno di servizio proprio come per le missioni Apollo. Al momento sono previste e pianificate tre missioni Artemis che porteranno Orion intorno alla Luna.

La Luna in aula didattica

Come dimostra il rinnovato interesse delle agenzie spaziali per il nostro satellite, la Luna resta da sempre uno degli oggetti del cielo più affascinanti, che da sempre suscita interrogativi e curiosità. Anche dal punto di vista didattico una buona parte dell’astronomia curriculare riguarda proprio l’analisi e lo studio dei fenomeni legati al sistema Terra - Luna, uno su tutti quello delle fasi lunari.

Nella ricca proposta di Infini.to - Planetario di Torino si inserisce, quindi, anche un laboratorio dedicato proprio a questo tema, dal titolo Falci di Luna. Dopo una prima parte introduttiva, gli alunni sono invitati a esprimere le loro conoscenze pregresse sul tema delle fasi lunari, sia dal punto di vista esperienziale sia emotivo. Si cerca di stimolare e far emergere la personale spiegazione di questo fenomeno ciclico e spesso sono proprio le convinzioni degli studenti a fornire gli spunti necessari per sradicare concetti sbagliati.

Come sempre l’idea è di guidare gli studenti utilizzando metodi pratici: una postazione, creata per rappresentare il sistema Sole-Terra-Luna, viene utilizzata per ricreare il fenomeno. Inizialmente si osserva il modello e si riflette sulla posizione reciproca di Sole-Terra-Luna e sull'illuminazione della Luna nel suo moto intorno alla Terra. Si discute inoltre dei moti di rotazione e rivoluzione terrestre e delle differenze e similitudini con quelli lunari.

Il modello è costituito da un mappamondo a cui è ancorato un supporto che sostiene la Luna e viene posto in prossimità di una fonte luminosa che simula il Sole. Gli studenti osservano il sistema da due punti di vista differenti in corrispondenza di 8 particolari angoli: dalla Terra e dalla verticale del sistema Sole-Terra-Luna, appuntando le loro osservazioni.

Crediti: Materiale del laboratorio “Falci di Luna”- Infini.to

Al termine del laboratorio ogni gruppo avrà quindi prodotto la rappresentazione di un intero ciclo lunare dai due diversi punti di vista.

Crediti: Scheda studenti, Laboratorio “Falci di Luna” - Infini.to

Questo risultato sperimentale sarà la base per la discussione finale, durante la quale si analizzano le reali cause del fenomeno arrivando a comprenderne la natura con metodo scientifico sperimentale.

Referenze iconografiche: Elena11 / Shutterstock, Dima Zel / Shutterstock, Castleski / Shutterstock

 

Roberta Boccomino, fisica di formazione, da anni si occupa di divulgazione scientifica lavorando a stretto contatto con studenti e insegnanti. Dal 2015 è uno dei comunicatori scientifici di Infini.to - Planetario di Torino.

Pearson e Infini.to - Planetario di Torino
Una collaborazione nata per promuovere la passione della conoscenza e il metodo scientifico

Nell'ambito del progetto MySTEM, Pearson Italia collabora insieme a partner di eccellenza tra cui Infini.to – Planetario di Torino, Museo di Astronomia e dello Spazio, centro di didattica e divulgazione dell’Astronomia e della Fisica spaziale. Attivo dal 2007, il planetario adotta moderne tecniche espositive basate sull’interattività e offre al pubblico le più avanzate conoscenze sull’Universo.

Condividono l’obiettivo di divulgare la passione della conoscenza e la promozione del metodo scientifico attraverso diverse iniziative di elevato valore scientifico e didattico, dedicate all'Astronomia e alla Fisica spaziale che sono pensate per rivolgersi sia ai docenti che agli studenti e alle studentesse.

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