Negli ultimi anni si sente molto parlare di meditazione e mindfulness, e i due termini vengono spesso usati come sinonimi. La meditazione è in realtà una pratica molto più antica, nata con lo scopo di fare cessare le tensioni e la sofferenza: “La meditazione deve poter produrre guarigione e trasformazione. Con la meditazione l’energia della consapevolezza viene costantemente prodotta, nutrita e rafforzata. Il praticante è come un fiore di loto che sta sbocciando”1.
Quando parliamo di mindfulness, invece, ci riferiamo a un particolare tipo di meditazione, che è stato definito e codificato da Jon Kabat-Zinn, celebre biologo americano, professore presso la scuola di medicina dell’università del Massachusetts. Mindfulness significa capacità di portare l’attenzione, in modo intenzionale e non giudicante, al momento presente.
Secondo Jon Kabat-Zinn “La mindfulness è una capacità innata che si utilizza, si sviluppa e si approfondisce grazie alla pratica e che prevede dunque una sorta di coltivazione, nel senso che occorre piantare e annaffiare i semi, e prendersene cura quando mettono radici e crescono nel terreno dei nostri cuori, per poi fiorire e fruttificare in modi interessanti, utili e creativi. Tutto comincia dall’attenzione e dalla presenza mentale”.
Kabat-Zinn, insiste sul potere di “cura” e “guarigione” della mindfulness: “La mindfulness è un modo saggio e potenzialmente curativo di porsi in relazione con quello che ci accade nella vita”2.
Ecco perché sempre più spesso i due termini, meditazione e mindfulness, vengono sovrapposti. Sfatando alcuni pregiudizi secondo i quali la meditazione o la pratica più strutturata della mindfulness non sarebbero adatte ai bambini, negli ultimi anni si sono diffuse molte esperienze di tali pratiche in età evolutiva.
Come sappiamo – e ciò è ancora più evidente a causa della pandemia – anche i bambini e i ragazzi sperimentano nella loro vita familiare, scolastica e di relazione situazioni di ansia, stress, frustrazione e disagio.
Le esperienze attuate sino a ora nelle scuole, dagli Stati Uniti, al Regno Unito, all’Italia, hanno evidenziato i numerosi benefici di queste pratiche: riduzione dell’ansia, aumento dell’attenzione, miglioramento del senso di benessere, della qualità del sonno, del rendimento scolastico, dell’autocontrollo.
Ci sono inoltre diversi studi che evidenziano come queste pratiche siano un valido aiuto anche per i bambini con ADHD, BES, dislessia o autismo i quali, focalizzando la concentrazione sul momento presente, imparano ad aver maggiore fiducia in loro stessi, ad affrontare le emozioni “difficili” e a migliorare la comunicazione con i compagni e gli insegnanti. Naturalmente, sebbene la maggior parte dei bambini si diverta a praticare questi esercizi e ne tragga enormi benefici, non sono in grado di curare simili disturbi.
La mindfulness non è una forma di terapia, ma può ugualmente rivelarsi di grande aiuto per i più piccoli proponendo loro un diverso approccio di fronte a problemi reali, come le tempeste emotive o l’impulso ad agire sulla base di ogni stimolo e di ogni pensiero.
La pratica della mindfulness con i bambini può essere applicata nella vita di tutti i giorni in maniera giocosa, cercando occasioni da condividere in famiglia. Non solo per ridurre lo stress e l’ansia nei momenti di affanno, scanditi da orari stringenti e obblighi ineludibili, ma anche quando diviene possibile rallentare, come nei fine settimana o in vacanza. A prima vista può sembrare che in tali momenti, per loro natura, non ci sia alcun bisogno della mindfulness, perché vengono, o dovrebbero venire, a mancare proprio le situazioni di stress e disagio.
Ma è proprio allora che si creano degli spazi per sperimentare e prendere consapevolezza dei benefici che alcuni semplici esercizi possono portare ai bambini. E poterli condividere almeno in parte con la famiglia ne rafforza l’efficacia e le potenzialità, sino a farli diventare una buona abitudine. Niente di complicato: basta prendere spunto dalla vita di ogni giorno, da azioni e situazioni semplici e ordinarie, per proporre piccole “meditazioni guidate”, che hanno origine da qualcosa che è sempre con noi in ogni luogo e in ogni momento: il respiro!
Da questa convinzione è nata l’idea di inserire in “Tutti in vacanza con… compiti delle vacanze con i grandi classici” (Pearson 2021)3 una serie di semplici attività che introducano passo passo i bambini alla pratica di meditazione mindfulness, insegnando come trasformare azioni quotidiane, come fare una passeggiata o bere un bicchiere d’acqua, in occasioni di crescita personale. L’obiettivo è riscoprire l’esperienza del momento, il fulcro di una vita più vera e più viva, nel qui e ora, per crescere non individualisti ma interdipendenti, ed apprezzare e rispettare il Pianeta e ogni forma di vita. E chissà che non siano proprio i bambini, dopo aver sperimentato la bellezza che portano queste pratiche, a proporle ai genitori! I brevi audio, in cui ho “preso per mano” chi ascolta, aiutano a svolgere le pratiche in autonomia, chiudendo gli occhi e… fidandosi ed affidandosi alla mia voce guida! E possono essere tranquillamente ascoltati anche con il resto della famiglia!
Potete provare prima voi ascoltando l’audio qui sotto: