Galileo

LABORATORI CINEMA

Il laboratorio affronta il tema della rivoluzione scientifica tra Cinquecento e Seicento, presentandone una delle figure fondamentali: Galileo Galilei.
Il film scelto per questo laboratorio è Galileo di Liliana Cavani.

Marina Savi e Sandra Borsi

Galileo e la rivoluzione scientifica

Tra Cinquecento e Seicento, in Europa cambia la concezione della natura e il modo di conoscerla.
Una delle figure fondamentali di questa rivoluzione scientifica è Galileo Galilei. Grazie al perfezionamento del cannocchiale e al suo utilizzo, lo scienziato pisano ha fornito prove alla teoria del sistema eliocentrico elaborata da Copernico.
L’importanza del suo lavoro consiste nell’aver concepito un nuovo metodo di indagine basato sull’osservazione, le ipotesi e la loro conferma mediante esperimenti, che presuppone una struttura matematica della natura, gettando le basi per lo sviluppo della scienza moderna.

L’autonomia della scienza

Questa svolta epocale ha messo in crisi la rappresentazione tolemaica dell’universo sostenuta con forza dalla chiesa e che nessuno prima di allora aveva osato mettere in discussione.
Con il suo operare Galileo ha affermato l’autonomia della scienza da qualsiasi autorità esterna (come per esempio la religione o l’autorità degli antichi) ed è divenuto un simbolo anche della lotta per la libertà della ricerca contro l’oppressione del potere.

Le fonti cinematografiche

Il film scelto per questo laboratorio è Galileo, girato dalla regista Liliana Cavani nel 1968.
L’opera nasce nel contesto culturale e ideologico della fine degli anni sessanta, in cui il clima postconciliare sollecitò una riflessione sull’oscurantismo della chiesa. Durante il Concilio Vaticano II (1962-65) si parlò della “legittima autonomia” della scienza dalla religione e la regista sperò che si potesse aprire un dibattito su questi temi. I tempi però non erano ancora maturi, come dimostrano i problemi di distribuzione e di censura che il film dovette affrontare.

Il film della Cavani

Il film mette in scena alcuni momenti chiave dell’esistenza di Galileo, dalle scoperte astronomiche effettuate grazie al cannocchiale alla ricerca di un dialogo con i vertici della chiesa, fino al processo e all’abiura.
Pur non essendo una fonte storica sullo scienziato pisano, il film della Cavani aiuta a mettere a fuoco alcune tematiche fondamentali dell’avventura intellettuale e umana di Galileo.
In merito alla corrispondenza tra il personaggio del film e quello storico, la stessa regista afferma: «Il mio film vuole raccontare soltanto lo spirito di una lotta: quella tra l’uomo di cultura, che ha compreso ormai il diritto della libertà di indagine, e l’autorità, un’autorità che si dichiara religiosa e che quindi si direbbe fondata sullo spirito e viceversa agisce come un istituto che pare credere soltanto nelle proprie fondamenta».

Tracce di lavoro

Il laboratorio si sviluppa attraverso l’analisi di alcuni episodi chiave del film e il confronto con le fonti che li hanno ispirati (in particolare i brani scritti da Galileo stesso) e con passi storiografici che ne chiariscono le implicazioni.

Attività interdisciplinare

L’attività interdisciplinare prevede un percorso sul testo teatrale di Bertolt Brecht Vita di Galileo.
Nel suo dramma, Brecht si pone il problema della responsabilità civile e morale della figura dello scienziato, nel periodo in cui si compiono le scoperte scientifiche che porteranno alla creazione della bomba atomica, che sarà poi sganciata su Hiroshima.

Galileo. Il dialogo tra Galileo e Giordano Bruno

  • Titolo originale: Galileo
  • Regia: Liliana Cavani
  • Produzione: Fenice Cinematografica, Rizzoli Film, Kinozenter, Italia-Bulgaria 1968
  • Soggetto e sceneggiatura: Liliana Cavani, Fabrizio Onofri, Tullio Pinelli
  • Musica: Ennio Morricone
  • Principali interpreti: Cyril Cusack (Galileo Galilei), Gheorghi Kalojancev (Giordano Bruno), Piero Vida (Cardinal Barberini-Urbano VIII), Giulio Brogi (Sagredo), Michail Michailov (Paolo Sarpi).
  • Durata: 91'

Il video

Il primo video presenta un dialogo immaginario tra Galileo e Giordano Bruno, entrambi ospiti di un nobile veneto, nel 1592. L’episodio non ha riscontri nelle fonti, ma è plausibile.
La regista lo inserisce nel film per far capire che Galileo non era un isolato fanatico, ma che intorno a lui c’erano ormai altri scienziati e intellettuali che indagavano nella stessa direzione.
La sequenza mette a confronto la posizione del filosofo Giordano Bruno, che confida nella sola forza della ragione per mettere in discussione la cosmologia e la teologia tradizionali, e quella dello scienziato Galileo, che si impegna nella ricerca delle prove a sostegno della teoria copernicana basate sull’osservazione.
Come afferma Liliana Cavani, «Per Galileo la teologia è una cosa e la scienza un’altra. Non chiede alla chiesa di comprendere la scienza nuova, le chiede di lasciarla libera».

Galileo. Il sorgere del Sole sui monti della Luna

  • Titolo originale: Galileo
  • Regia: Liliana Cavani
  • Produzione: Fenice Cinematografica, Rizzoli Film, Kinozenter, Italia-Bulgaria 1968
  • Soggetto e sceneggiatura: Liliana Cavani, Fabrizio Onofri, Tullio Pinelli
  • Musica: Ennio Morricone
  • Principali interpreti: Cyril Cusack (Galileo Galilei), Gheorghi Kalojancev (Giordano Bruno), Piero Vida (Cardinal Barberini-Urbano VIII), Giulio Brogi (Sagredo), Michail Michailov (Paolo Sarpi).
  • Durata: 91'

Il video

Il secondo video presenta la breve sequenza in cui Galileo punta il cannocchiale sulla Luna, osservando che la sua superficie non è liscia e cristallina, ma si presenta rugosa e con formazioni montuose, come quella della Terra. Poi con Sagredo individua dei punti luminosi, che spiega come il sorgere del Sole sui monti della Luna. Nei due si genera emozione e sconcerto per la straordinaria portata della scoperta.

 

Marina Savi, docente di Filosofia e storia presso il liceo classico “G.D. Romagnosi” di Parma.

Sandra Borsi, docente di Materie letterarie e latino presso il liceo scientifico “G. Ulivi” di Parma.