Cartaceo versus digitale
Gran parte della conoscenza e dell’informazione prodotta nella storia dell’umanità è depositata sulla carta. Solo da pochi anni si è cominciato a produrre informazione e conoscenza sui nuovi media. Si possono ragionevolmente comprendere quindi i timori e le titubanze di chi rimane legato a una tradizionale forma di accesso al sapere. Nel frattempo però la digitalizzazione dell’informazione sta andando avanti insieme allo sviluppo di nuove tecnologie che rendono la lettura in formato elettronico sempre più funzionale e agevole.
Ci troviamo adesso in un’epoca di passaggio, in cui convivono due diversi sistemi di creazione e trasmissione dell’informazione e del sapere. Da un lato il rassicurante e tradizionale libro cartaceo, da secoli depositario della cultura, dall’altro l’innovativo e ancora poco familiare libro elettronico. Come in tutte le convivenze anche in questa ci si può imbattere in problemi e incomprensioni. C’è chi vede nel libro digitale il futuro della comunicazione e chi, invece, ritiene che la lettura attraverso uno schermo sia dispersiva e superficiale. C’è chi non vuole rinunciare al profumo e alla tattilità della carta e chi, invece, apprezza la comodità e la funzionalità del libro elettronico. Ammettiamolo poi, il libro cartaceo ci trasmette anche il piacere di possedere ciò che stiamo leggendo, mentre quello digitale si limita a rendercelo accessibile. Come diceva Jeremy Rifkin, nell’era di Internet non si è più proprietari di ciò che si consuma, ma ci si limita a fruirne. Tuttavia questo sarebbe un modo più democratico per servirsi dell’informazione che diventa così più accessibile.
Il libro digitale a scuola
Anche la scuola vive questa querelle. Anzi, i termini della questione s’ingigantiscono, perché in questo caso si tratta di una lettura finalizzata soprattutto all’apprendimento e alla formazione di ragazzi. Non si legge solo per il gusto di leggere ma anche per imparare. L’utilizzo del libro digitale è stato di fatto frenato da non pochi dubbi e timori nel mondo della scuola.
Il formato digitale renderebbe più semplice e piacevole lo studio, il che, secondo taluni, lo priverebbe della necessaria applicazione per un apprendimento proficuo. Dall’altra parte, c’è chi invece ritiene che il libro digitale renda lo studio più dispersivo e lento, perché esporrebbe a diverse distrazioni. Nonostante ci sia stata un’evoluzione rispetto ai primi libri digitali, che non erano altro che la trasposizione in formato PDF dei contenuti del manuale scolastico, tra i detrattori c’è anche chi non ha riscontrato molti vantaggi di rilievo.
Questo basterebbe a decretare l’insuccesso del libro digitale a scuola?
Il contesto culturale sta cambiando
Di recente, durante una lezione, un mio alunno di terza media, alle prese con la scrittura di un racconto di fantascienza, mi ha chiesto: “Prof, come si chiama quel libro antico che conteneva i numeri telefonici?”. Nella sua apparente banalità questa domanda, secondo me, è la cifra del cambiamento culturale che stiamo vivendo anche a scuola. Che lo si voglia o no, i nostri alunni sono nativi digitali. Questo ci deve portare a ribaltare i termini della questione. Qui non si tratta solo di capire quale dei due strumenti, il manuale cartaceo o il libro digitale, sia il migliore per la trasmissione e la creazione della conoscenza.
Come insegnanti, dobbiamo innanzitutto prendere atto che la digitalizzazione del sapere e delle relazioni sociali è un processo in fieri a cui i ragazzi sono esposti continuamente, con tutti i rischi del caso. Anche se il contesto è cambiato, la missione della scuola è sempre la stessa: allenare gli alunni alla realtà in cui vivono e insegnare loro a padroneggiare gli strumenti di creazione e trasmissione del sapere. Internet di fatto ci sta abituando a una nuova forma di conoscenza: più veloce, interattiva e multimediale.
Una rivoluzione “liquida”
Oggi, inoltre, si aggiunge un nuovo capitolo all’evoluzione del libro digitale. Di recente, l’editoria ha messo a punto una sua nuova versione che di fatto offre un prodotto che può rivoluzionare la lettura e il rapporto tra lo studente e il manuale. Stiamo parlando del libro liquido, ovvero di un formato che, appunto come un liquido, cambia forma a seconda del contenitore. In sostanza, il testo digitale si adatta allo schermo di qualunque device che sia un tablet, un pc o addirittura uno smartphone. Come su un manuale cartaceo, lo studente può sfogliare le pagine, sottolinearle, annotarle o evidenziarle. Ma può fare ancora di più. Può adattare il testo alle sue esigenze di lettura, modificando la dimensione o il colore del carattere oppure dello sfondo. Per rendere la lettura accessibile a tutti, il libro liquido permette inoltre di integrare il testo con un file audio, trasformandosi così in un audiolibro. È evidente la ricaduta di tutto ciò sul piano didattico. Il libro liquido è a tutti gli effetti uno strumento compensativo per i nostri studenti con DSA o disabilità.
Sarebbe però riduttivo riconoscerne solo questa funzione.
Il libro elettronico di nuova generazione arricchisce il testo con una molteplicità di materiali integrativi che possono essere facilmente consultati online e offline. Si superano i confini fisici del libro per spaziare in un ambiente di apprendimento in cui si può accedere in modo interattivo a oggetti multimediali (filmati, audio, glossari) che favoriscono l’approfondimento e facilitano la ricerca e la condivisione. La strada tracciata adesso dalla nuova tecnologia renderà l’ebook multimediale sempre più qualcosa di diverso rispetto a un manuale tradizionale.
Cartaceo e liquido: una non-sfida
Come insegnanti è giusto che ci interroghiamo su quali potrebbero essere gli aspetti negativi dell’utilizzo didattico del libro elettronico. Credo, però, che sia giusto anche valutarne gli effetti positivi. Lavorare in un ambiente di apprendimento digitale allena i nostri studenti a saper fruire di una comunicazione più fluida che unisce al codice scritto la pluralità dei linguaggi multimediali.
A scuola i nostri studenti possono imparare un approccio più consapevole e critico ai contenuti digitali. Dall’altra parte, credo che il libro elettronico possa diventare un utile completamento per arricchire la nostra pratica didattica e sostenere l’apprendimento dei nostri studenti. Il manuale tradizionale rimarrà in ogni caso il punto di riferimento autorevole con cui i nostri alunni dovranno sempre sapersi confrontare per una lettura meditata e approfondita.
Da questo punto di vista, quella tra libro liquido e manuale cartaceo è una non-sfida. Per questo, mi piace pensare, come Nicholas Negroponte, che «il futuro non sarà l’uno o l’altro ma tutti e due».