Valutare il digitale, valutare con il digitale

Il digitale a supporto della valutazione

DIDATTICA DIGITALE

Come utilizzare il digitale nella valutazione? Proponiamo due strade molto diverse: quella di usare alcune app che possono facilitare e rendere più divertente la valutazione da parte del docente; e quella in cui valutare la competenza digitale di studentesse e studenti.

di Luca Raina

Valutare un processo d’apprendimento richiede competenza e esperienza. Ma è uno dei cardini del lavoro di un docente. Definizione dei risultati di apprendimento attesi, progettazione di attività didattiche e valutazione dell'intero processo costituiscono secondo l’approccio del Constructive alignment elaborato da John B. Biggs una triangolazione imprescindibile per assicurare il successo formativo. Va da sé che la valutazione richieda, quindi, degli attenti processi di monitoraggio e l’erogazione di feedback il più possibile frequenti, proprio per far acquisire agli alunni la consapevolezza del cammino che stanno percorrendo.

La valutazione procede infatti in modo parallelo all’apprendimento e allo sviluppo delle competenze e si configura, in linea con il pensiero di Wiggins, come autentica, ovvero continua e centrata sul processo formativo e condivisa con i discenti.

Utilizzare il digitale in didattica apre a due possibili interpretazioni, entrambe stimolanti e che richiedono un approfondimento.

Da un lato ci si può chiedere come valutare un'attività che ricorra a strumenti digitali come programmi o web app. In direzione completamente opposta si può considerare l’utilizzo del digitale come esso stesso strumento di valutazione. Partiamo da questo secondo aspetto.

Valutare il digitale grazie al DigCompEdu

Come abbiamo più volte visto anche in questa rubrica, il digitale permette di aggiungere profondità e varietà alle nostre attività: infografiche, video, podcasting, compiti collaborativi richiedono di acquisire nuove competenze che non possono passare in secondo piano, né devono essere date per scontate. Devono essere insegnate o apprese tramite autoapprendimento, sfruttando i contenuti stessi della rete come i videotutorial, imparate dagli alunni. Trattandosi dunque di attività, il docente deve prevedere la possibilità di valutarle. Le competenze digitali possono essere inquadrate all’interno del framework DigCompEdu. Rispetto al Digcomp (di cui è appena uscita la versione aggiornata) il framework "edu" è stato calibrato appositamente sulle esigenze della scuola e si rivolge dunque ai docenti, inclusi quelli dell'Università e l’educazione degli adulti e i contesti educativi non formali. DigcompEDu è articolato su sei distinte aree per un totale di 23 competenze. Essendo espressamente rivolte ai docenti, le competenze digitali sono pensate in ambito propriamente didattico, ma si prestano a essere lette anche come traguardi raggiungibili dagli alunni sotto la guida dell'insegnante. Spunti interessanti per le attività di valutazione si trovano nell'area 4 (Digital Assessment), nella duplice valenza: strumento per lo sviluppo professionale e la formazione continua dell’insegnante, ma allo stesso tempo per lo studente che può sviluppare competenze di base e di cittadinanza in modo armonico con quelle digitali.
DigCompEdu suddivide le competenze digitali in 6 moduli principali. Per ogni area vengono individuati 6 livelli di padronanza della materia. Ciascun livello rappresenta un gradino in più nell’approfondimento delle competenze e nelle capacità di ricordare e organizzare le informazioni, affrontare i compiti assegnati, risolvere i problemi, ideare nuove soluzioni.

  • I primi due livelli riguardano la competenza “base”: siamo a questo livello se gli alunni sono in grado di affrontare compiti semplici con l’aiuto di qualcuno (Novizio) o in autonomia (Esploratore).
  • I livelli 3 e 4 coprono il campo di competenza “intermedio”: che definiscono così se siamo in grado di comprendere compiti ben definiti (Sperimentatore) oppure se riusciamo ad affrontare problemi non sistematici, in base alle esigenze (Esperto). Qui entra in gioco anche la comprensione dei problemi.
  • Possiamo definire una competenza “avanzata” se gli alunni affrontano problemi di diversa natura e guidano gli altri (Leader) o, addirittura, se hanno la capacità di adattarsi in un contesto complesso (Pioniere). Nel fare questo gli alunni devono essere in grado di applicare quanto hanno appreso e sanno valutare il contesto in cui stanno operando.

Tali livelli possono dunque essere agevolmente inseriti in una rubrica di valutazione, opportunamente calibrati sulle attività che a loro volta aiutano gli alunni a sviluppare autonomia, responsabilità e senso critico e possono essere utilizzate dal docente per il momento strategicamente rilevante di debriefing in itinere e al termine dei percorsi. Una valutazione autentica consente al docente di far partecipare i propri alunni, tramite l’elicitazione chiara e trasparente dei criteri adottati, al processo formativo in un’ottica di miglioramento continuo. Il momento conclusivo di debriefing assume dunque un’importanza altamente educativa delineandosi come un confronto tra pari e con l’insegnante tramite la possibilità di rivedere i punteggi riportati nell’autovalutazione. Nel linguaggio militare e aziendale con briefing si intende un momento in cui si fa il punto della situazione, si danno brevi istruzioni e si programmano gli interventi successivi, mentre il debriefing indica il rapporto di fine missione e il bilancio dell’intervento appena concluso. Nell’apprendimento attivo, il debriefing è un momento nel quale il docente-facilitatore, al termine di una determinata attività, pone una serie di domande per stimolare la riflessione degli alunni su quanto accaduto e su cosa si è appreso. Il debriefing permette di far tesoro delle esperienze e delle competenze acquisite di modo che gli studenti possano applicarle in contesti diversi e futuri. Una rubrica modellata su queste premesse può essere agevolmente costruita utilizzando dei programmi gratuiti come Rubistar oppure QuickRubric.

Valutare con app e strumenti digitali

Sono molte le app disponibili, anche gratuitamente, che permettono di testare e valutare gli alunni. In questo caso abbiamo unicamente uno strumento che si rivela performante in quanto consente di correggere istantaneamente e assegnare un feedback personalizzabile agli alunni. La capillare diffusione di Google Classroom legata all’emergenza sanitaria ha fatto conoscere ai docenti Google Moduli, un applicativo che trasforma i sondaggi in quiz e che, tramite l’assegnazione di punteggi decisi dai docenti, attribuisce un voto espresso come percentuale. Il programma permette di aggiungere, oltre alla chiave di risposta per poter verificare la correttezza dell’inserimento, delle osservazioni che premiano l’alunno o lo indirizzano, in caso di risposta errata, verso una possibile comprensione più approfondita. Come anticipato la personalizzazione del feedback è indispensabile per poter allineare obiettivi di apprendimenti attesi e attività. In questo Google Moduli si presenta come un applicativo sia intuitivo e quindi facile da usare, sia decisamente adatto. Tra le varie proposte suggerisco di utilizzare anche Quizziz: una coinvolgente webapp gratuita per la valutazione diagnostica, ottima da usare come controllo delle conoscenze pregresse, livello di attenzione, o test di fine lezione. L’approccio ludico stimola gli alunni e contrariamente ad altri applicativi simili, la competizione viene ridotta eliminando di fatto il tempo come fattore premiante e mettendo l'alunno al centro del processo. La valutazione diagnostica è strategica: permette infatti di fornire all’alunno e al docente preziose informazioni circa l’andamento dell’apprendimento così da verificare quali siano le conoscenze o competenze effettivamente acquisite, prima dell’inizio di un percorso di apprendimento. Contemporaneamente permette di impostare nuovi risultati di apprendimento in relazione ai bisogni educativi emersi. In questo modo sia l’alunno sia il docente possono raccogliere informazioni per verificare sia il livello di partenza, sia calibrare una personalizzazione della didattica.

Quzziz si rivela molto utile perché permette di realizzare batterie di brevi test somministrabili agli alunni tramite link, o direttamente da Classroom. Utilizzandola come un cruscotto il docente può vedere come gli studenti si sono comportati su ogni domanda e usare queste informazioni per capire cosa deve essere recuperato o potenziato nel prosieguo delle attività, riallineando i risultati di apprendimento. Tra i parametri forniti dall’app sono particolarmente utili, anche in chiave docimologica, il livello di accuratezza della classe, la percentuale di errore sulle singole risposte e i tempi medi per la compilazione. La valutazione risulta in questo modo decisamente integrata con tutto il processo di apprendimento fornendo anche, una modalità innovativa, intrigante e, talvolta, divertente.

Referenze iconografiche: Thapana_Studio / Shutterstock

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Luca Raina è docente di lettere nella Scuola secondaria di primo grado, formatore e autore. Ha collaborato con il Politecnico di Milano curando corsi sul Cloud Learning e sperimentando percorsi di didattica innovativa in ambito museale e sull'uso della robotica per la risoluzione dei conflitti. Autore di corsi dedicati all’uso delle Risorse Didattiche, delle Web App e alla didattica digitale, ha ideato e amministra il canale YouTube APP per PROF.

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