La parola chiave del Progetto Italiano è “sostenibilità comunicativa” e richiama evidentemente gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 dell’Onu, in particolare l’Obiettivo 4: Promuovere un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria, e garantire opportunità di apprendimento permanente per tutti.
Una comunicazione “sostenibile” è una comunicazione non tanto “corretta” perché adeguata a qualche standard, quanto appropriata, efficace, consapevole e rispettosa di sé e degli altri. L’obiettivo è dunque l’elaborazione di strategie e strumenti didattici che consentano a ogni studente, quali che siano le sue condizioni di partenza, di acquisire e utilizzare le competenze comunicative necessarie a esercitare i fondamentali diritti di cittadinanza.
Perché nasce Progetto Italiano?
La conoscenza e l’uso corretto ed efficace dell’italiano appaiono sempre più chiaramente come un problema di grande rilevanza civile, che coinvolge una fondamentale competenza di cittadinanza.
Quasi un terzo della popolazione adulta italiana, stando all’indagine Piaac-Ocse 2019, vive una condizione di analfabetismo funzionale, uno dei dati peggiori in Europa. Un italiano su tre non sarebbe in grado di comprendere ed elaborare quello che legge, né fare calcoli di media complessità né scrivere un testo articolato. Quanto alla popolazione studentesca, le indagini Ocse-Pisa 2018 rivelano, com’è noto, che in Italia le competenze nella comprensione del testo sono inferiori alla media dei paesi sviluppati, un dato in peggioramento rispetto al 2000.
E non è una consolazione, anzi è un’aggravante, che il dato medio nasconda in realtà forti squilibri fra i territori e i tipi di scuole, con un amplissimo differenziale di competenze rilevate, per esempio, tra gli studenti liceali del nord del paese – ai vertici delle graduatorie internazionali – e quelli degli istituti professionali del Mezzogiorno. Un differenziale che, per di più, si approfondisce lungo il percorso scolastico, dalla scuola primaria alle scuole superiori. Segno che la scuola, evidentemente, non riesce a compensare le disuguaglianze legate ai contesti socioculturali di appartenenza, e dunque a realizzare, nonostante i molti sforzi, i suoi obiettivi fondamentali di equità e di inclusione.
Quali sono le difficoltà per studenti e studentesse?
Riguardano sia la sfera della comprensione sia quella della produzione. I docenti rilevano nella loro pratica quotidiana carenze crescenti in competenze come estrarre senso da un testo, compiere inferenze logiche e operazioni di astrazione, sintetizzare un testo o un problema in modo creativo, strutturare un discorso coerente e coeso, individuare e utilizzare corretti registri comunicativi, unitamente a una crescente povertà lessicale.
La rilevanza del problema merita che intorno a esso si mobilitino energie culturali, pedagogiche e civili, andando al di là dell’effimera enfasi giornalistica con cui vengono regolarmente accolti i risultati dei test o di discutibili nostalgie per il passato. È opportuno offrire ai docenti – e non solo a quelli di lettere! – occasioni di confronto e di condivisione, momenti di formazione, strumenti didattici appropriati, sia a sé stanti sia ricompresi nei libri di testo e nelle guide. Progetto Italiano intende fare tutto questo.
Linee guida del progetto
Il progetto si articolerà in riflessioni teoriche, proposte operative, strumenti didattici, iniziative di formazione intorno a sei temi o assi principali:
1. Motivazione. Molti ragazzi non comprendono il valore e l’obiettivo dello studio della lingua madre e quindi tendono a sottovalutarla o addirittura ignorarla come fosse l’ennesima “materia”. Occorre perciò elaborare strumenti e strategie per il coinvolgimento attivo degli studenti e delle studentesse nel processo di apprendimento, costruendo un nesso forte con la dimensione pratica e operativa nell’uso della lingua e degli strumenti di comunicazione.
2. Consapevolezza. Occorre sviluppare negli studenti e nelle studentesse la consapevolezza che la padronanza della lingua e degli strumenti comunicativi non è un sapere che si aggiunge ad altri, ma una competenza fondamentale e trasversale in ogni ambito, nella sfera sociale e relazionale come in quella professionale. È un requisito indispensabile per formulare e realizzare il proprio progetto di vita.
3. Interdisciplinarità. Questo obiettivo non può riguardare esclusivamente il docente di lettere. La comprensione e la capacità di produzione adeguata di testi dovrebbero divenire un obiettivo primario di ogni docente anche per l’apprendimento della sua disciplina. La lingua è il primo e più importante livello di interdisciplinarità che può essere praticato.
4. Linguaggi. La pluralità degli strumenti e dei mezzi comunicativi oggi disponibili, e la specificità dei linguaggi a essa connessi, dovrebbe spingere a utilizzare nella pratica didattica ogni tipo di testo, inclusi i testi tipici della comunicazione digitale, che possono venire “educati” e valorizzati, invece che essere visti come “nemici” della correttezza linguistica.
5. Comunicazione e soft skills. La competenza comunicativa ha un ruolo primario nel quadro delle competenze trasversali che sono riconosciute oggi come fondamentali non solo da tutti gli organismi internazionali ma da chiunque si occupi del rapporto tra formazione e professione. L’Italiano è uno dei terreni sui quali si può operare per ridurre il divario tra mondo della formazione e mondo della produzione.
6. Cittadinanza. Quella comunicativa è una fondamentale competenza di cittadinanza sia in senso ampio, cioè come condizione per una partecipazione consapevole alle attività della vita associata, sia in un senso più specifico. Saper riconoscere il valore e l’importanza anche politica del linguaggio, saper utilizzare il lessico in modo critico e avvertito, saper misurare le conseguenze delle parole, proprie e altrui, è infatti un fondamentale presidio della vita democratica.
Questo schema illustra focus formativi e metodologie di ciascun tema.