Motivare alla lettura e alla scrittura

ITALY-DOCENTI-FOLIO-Novembre-2019-JPG_meo_motivare_letura_scrittura_shutterstock_1337553635.jpg

Percorsi per una glottodidattica connessa agli interessi degli studenti

DIDATTICA INCLUSIVA | In collaborazione con CeDisMa

Migliorare le abilità di letto-scrittura è possibile, occorrono motivazione, costanza, impegno e strategia. Proponiamo diversi strumenti di lavoro, attività, “giochi” e app per alimentare negli studenti motivazione e coinvolgimento.

di Damiano Meo

Motivare per ingaggiare

Una progettazione linguistica efficace necessita di flessibilità, multimedialità e specifiche attenzioni al livello di partenza degli studenti, alle loro esigenze quotidiane e al clima di lavoro. Ciascun alunno ha, infatti, bisogni specifici interconnessi alla storia personale, alla necessità di ricevere un feedback positivo per gli sforzi compiuti e all’esigenza di sentirsi competente e in grado di gestire i propri mezzi (d’Alonzo, 2012, p. 25). Affinché si possa incrementare l’impegno rivolto al miglioramento delle proprie abilità, competenze e conoscenze sarebbe opportuno promuovere e favorire una propensione al dialogo positivo, facendo in modo che nell’ambiente classe ci si possa sentire accolti, protetti, guidati, incoraggiati e stimati (d’Alonzo, 2006, pp. 133-138). È stato dimostrato, infatti, che mentre in condizioni di serenità il cervello sia solito secernere noradrenalina, un neurotrasmettitore funzionale alla memorizzazione, in condizioni di paura e stress si innescherebbe invece la produzione di uno steroide che, disincentivando la memorizzazione, predisporrebbe il corpo a reagire istintivamente e repentinamente all’emergenza (Balboni, 2002, pp. 35-36, p. 43).

Ne consegue che le attività considerate dallo studente pericolose, per l’immagine di sé e per la propria autostima, producono atteggiamenti non collaborativi e oppositivi, al contrario un clima di classe sereno e partecipativo, basato su un approccio laboratoriale e cooperativo, sembrerebbe essere l’atmosfera giusta per favorire e sollecitare apprendimenti significativi, duraturi e spendibili nel corso dell’intera esperienza formativa e personale (d’Alonzo, 2016, pp. 86-97). Motivare e incoraggiare perciò sono le parole chiave per coinvolgere e appassionare. Far sperimentare il piacere di collaborare, giocare, costruire, manipolare, ricercare e investigare si delinea come il più potente degli antidoti contro la demotivazione. Il piacere è infatti il “motivatore” per eccellenza, persino quando lo sforzo attuato e il risultato ottenuto non appaiono direttamente proporzionali (Balboni, 2002, p. 38). Inoltre, secondo il docente di neurodidattica John H. Schumann, il cervello valuta costantemente se accogliere gli stimoli o contrastarli in relazione a cinque parametri:

  • novità;
  • piacevolezza;
  • utilità;
  • attuabilità;
  • sicurezza per la propria autostima.

(Balboni, 2002, pp. 39-40).

Da questi presupposti, la personalizzazione del compito, pensata sulla fattibilità da parte del discente con tecniche di didattica attiva, potrebbe accomunare i bisogni di tantissimi studenti, sviluppando motivazione, interesse, atteggiamenti equilibrati e comportamenti idonei al lavoro in team (d’Alonzo, 2016, pp. 86-97).

Sperimentare il successo, scrivendo

La scrittura è un processo multifattoriale e complesso. In esso vengono coinvolti i contenuti archiviati nella memoria a lungo termine, le conoscenze procedurali, le abilità di pianificazione, organizzazione e revisione, le conoscenze lessicali, le capacità grafiche, ortografiche, morfosintattiche e, non ultima, la creatività. Dunque, scrivere implica uno sforzo importante. La scrittura è una sfida giornaliera che, però, potrebbe tramutarsi anche in un gioco. Sulla base di quest’ultimo elemento nasce la necessità di connettere il percorso glottodidattico agli interessi e alla quotidianità dello studente. Così SMS, chat, post, e-mail, slides, didascalie e moduli di richiesta informazioni dovrebbero entrare, sempre con più naturalezza, nella didattica quotidiana, in modo tale da creare un ponte con la realtà sociale degli adolescenti e con le loro autonomie. Nonostante, infatti, sia piuttosto raro che uno studente si ritrovi a scrivere sonetti è certo, invece, che le esigenze di sviluppo lo portino a inviare SMS, e-mail e post.

Dieci nuovi spunti di scrittura

Esercizi di scrittura giornalieri, utili sia ai discenti con bisogni educativi speciali che a tutto il gruppo classe, potrebbero essere sintetizzati in dieci proposte:

  1. Dal messaggio all’email – si potrebbe proporre la scrittura di un SMS o di una catena di messaggi brevi, in cui siano riportate informazioni prestabilite (luogo di incontro, orario, materiale utile per svolgere l’attività e altri dati). In un primo momento sarebbe opportuno focalizzare la narrazione sull’esperienza personale e, successivamente, sarebbe ipotizzabile traslare il focus della narrazione sugli argomenti storici studiati o gli esperimenti laboratoriali osservati, specificando:
    ● quando sia avvenuto l’evento;
    ● in quale luogo;
    ● chi abbia svolto l’azione e con chi sia stata svolta;
    ● che cosa sia accaduto di significativo e/o divertente;
    ● quale reazione ne sia scaturita e/o quali emozioni;
    ● possibili accordi e ipotesi per un futuro nuovo incontro.

    Una volta che lo studente abbia familiarizzato con tale pratica, si potrebbero generalizzare le competenze apprese con la stesura di una e-mail, un post o un racconto autobiografico. La scrittura di testi brevi potrebbe rappresentare una pratica giornaliera finalizzata anche allo sviluppo di abilità di sintesi.
  2. Dalle foto al percorso interattivo – considerato l’alto impatto che hanno le fotografie sugli studenti, sarebbe interessante partire da una ricerca iconografica in rete per poi successivamente progettare slides da presentare alla classe, in gruppo o in coppia, attraverso software con una grafica coinvolgente come Prezi.
  3. I detective della parola – demistificare la correzione come attività punitiva potrebbe giovare al clima di classe. Dunque correggere testi presentati senza punteggiatura, con dei refusi o con le parole unite tra di loro dall’assenza di spaziatura, potrebbe trasformare la “caccia all’errore” in un gioco di gruppo o di coppia, in cui si potrà disporre di un certo numero di indizi e di aiuti a procedere.
  4. Rime e ritmo – attraverso il sito “Cerca rime” o altri rimari online potrebbe risultare motivante e coinvolgente stilare dei testi rap, su una traccia prestabilita, da musicare possibilmente in collaborazione con il docente di educazione musicale.
  5. Gare di enigmistica – servendosi dei generatori di cruciverba “Crossword Puzzle Maker” e “Hot Potatoes” potrebbe essere utile, in didattica cooperativa, far parafrasare gli indizi per la costruzione di un cruciverba da condividere con le famiglie sul blog di classe o da far risolvere alla squadra avversaria. Qualsiasi tematica e disciplina può divenire oggetto di un lavoro di enigmistica.
  6. Conoscenze handmade – costruire con le proprie mani un oggetto dà sempre una bella dose di entusiasmo. Da tale presupposto sviluppare un lapbook potrebbe essere un ottimo punto di incontro tra manualità, creatività e conoscenze. Immagini, testo, pieghe e ritagli possono diventare una piccola opera d’arte da mostrare sui social o nel corso degli open day.
  7. Dagli indizi al testo – se la pagina bianca spaventa, si potrebbe mediare con esercizi di completamento. Ultimare un post in cui venga fornito l’incipit e la conclusione, ma non il corpo centrale (o viceversa) potrebbe essere una bella sfida.
  8. Imitare per riformulare – avere un modello da seguire è spesso rassicurante. Per tale motivo potrebbe risultare utile riscrivere un dialogo, una lettera o una storia cambiando i dati, i personaggi e gli ambienti descritti, fino ad apportare un proprio contributo, anche minimo, alla narrazione.
  9. Dalle domande alla composizione – rispondere a un elenco di domande guida e successivamente aggregare tutte le risposte a formare un unico componimento potrebbe suggerire un modello di lavoro efficace e generalizzabile.
  10. Riassumere per “postare” – trasformare un testo in un post, attraverso foto e didascalie, per il blog di classe o per la bacheca di scrittura potrebbe essere un modo per “socializzare” gli apprendimenti. Uno spazio digitale dedicato alle attività di scrittura potrebbe essere realizzato con software come Padlet, Edmodo o Wordpress.
    Nel momento in cui gli alunni percepiranno gratificazioni scolastiche ed extrascolastiche per il lavoro svolto, allora accetteranno sempre più di buon grado le sfide proposte dalla comunità educante.

Leggere giocando e giocare per leggere

Parlare di passione per la lettura sembrerebbe anacronistico in uno scenario mediatico prevalentemente basato sul connubio di immagini e audio, ma, sorprendentemente, in base ai dati Istat 2017, il trend dei giovani lettori italiani sembrerebbe in crescita e gli adolescenti con un’età compresa tra gli 11 e i 14 anni costituiscono il gruppo di lettori più nutrito. Alcune attività per educare alla lettura e aiutare gli alunni con DSA e BES a potenziare le proprie competenze potrebbero, trasversalmente, includere anche le nuove tecnologie. Seguono alcune proposte che, sviluppate in ottica sistemica, potrebbero far avvicinare e appassionare alla lettura:

  1. La scatola degli aforismi – i testi brevi hanno il pregio di essere ritenuti abbordabili e ciò costituisce un ottimo proposito per rompere il ghiaccio sulla lettura in pubblico e far acquisire sicurezza su uno dei punti deboli di molti studenti. Da ciò, sarebbe utile pensare a un momento, una lezione del venerdì per esempio, per la condivisione ad alta voce di un aforisma sorteggiato dal “box della parola”: una scatola in cui i testi sono stati selezionati a priori dall’insegnante o reperiti dai discenti e validati dal docente. A tale attività devono prendere parte tutti gli studenti, nessuno escluso. Potrebbe essere uno stimolo interessante per condividere contenuti, riflessioni, creare un clima positivo e sviluppare gradualmente una consapevolezza maggiore delle potenzialità del reading.
  2. Good news – istituire uno spazio settimanale dedicato alla lettura delle “buone notizie”, in cui a turno, si presenterà l’articolo di giornale scelto, potrebbe educare simultaneamente sia alla lettura che alla ricerca e selezione di contenuti significativi.
  3. Audio-letteratura – l’intreccio di testo e tecnologia potrebbe rendere la lettura un’attività più piacevole e meno distante dai propri interessi, perciò trasformare, a piccoli gruppi o a coppia, testi poetici o narrativi in tracce audio da postare sul blog di classe potrebbe essere un’attività coinvolgente.
  4. Sottotitoli e Karaoke – presentare alcuni argomenti attraverso canzoni di cui, oltre all’audio, verrà proposto il testo in modalità karaoke, solitamente cattura la curiosità; molti studenti rendono tale strategia propria, attuandola anche a casa, specialmente per le lingue straniere. Tale attività potrebbe essere estesa anche alle ore di educazione musicale. Su un presupposto simile si basa uno strumento utilizzato anche nella pratica logopedica: il tachistoscopio. Di tale software, da estendere come proposta anche ai genitori, se ne parlerà di seguito.
  5. Bibliotecari per hobby – un altro spunto per associare la lettura a momenti di piacere potrebbe derivare dalla creazione di una biblioteca di classe, con apposito registro di prestiti e restituzioni, in cui, attraverso donazioni collettive, si potrebbe proporre un ventaglio ampio di letture: dai fumetti alle riviste di giardinaggio, dai popup ai testi di aforismi, dalle biografie dei cantanti ai manuali di cucina. Inoltre, organizzare reading su argomenti selezionati dai ragazzi e a loro rivolti potrebbe dare vivacità a tale spazio e potrebbe, al contempo, demistificare l’incubo della lettura. La possibilità di concordare un’ora, ogni quindici giorni, in cui la classe potrà scegliere i testi da portare a casa, potrebbe innescare una buona pratica e una routine virtuosa.

App e giochi per potenziare le abilità di lettura e scrittura

Dato che tale processo di potenziamento dovrebbe riguardare anche le ore pomeridiane, sarebbe una scelta consigliata proporre ai genitori di scaricare alcune app inerenti “i giochi di parole” (“Il giardino delle parole”, “Trova le Parole!” ecc.). Promuovere sfide a squadre con giochi da tavolo come “Scarabeo” o “Il paroliere” potrebbe divertire e, al contempo, sollecitare la discriminazione di lettere, sillabe e parole: tali giochi potrebbero migliorare alcuni processi connessi alla lettura e sarebbero uno stimolo al potenziamento dell’intelligenza linguistica.
Nulla vieta che, in un percorso personalizzato, si dedichi del tempo a tali giochi anche in aula, come attività di defaticamento e potenziamento, ma quest’ultima ipotesi andrebbe ben studiata con i genitori in modo tale che siano il docente e il Consiglio di classe a decidere tempi, modalità, gratificazioni e formazione dei gruppi.

Il tachistoscopio

Come accennato sopra, un altro strumento ritenuto utile per migliorare le competenze di lettura è il tachistoscopio. Si tratta di un software che mostra a velocità variabile sillabe, parole, testi e cifre. L’esercizio consiste nel leggere correttamente un numero di parole o simboli a velocità gradualmente crescente, annotando il numero di errori. Anche questo strumento potrebbe diventare un gioco giornaliero da fare con i genitori o con i compagni. Di tachistoscopi ne esistono diversi modelli, alcuni gratuiti e altri a pagamento, alcuni a sfondo ludico e altri dalla comprovata efficacia ed efficienza. Esempi gratuiti per vagliare la funzionalità di tale strumento online sono “Read!” Read Tachistoscopio, realizzato da un logopedista, e il gioco “Tachidino”, ideato dai ricercatori dell’IRCCS Medea di Bosisio Parini. Essi si basano sull’allenamento e la stimolazione simultanea sia dell’attenzione selettiva che degli emisferi celebrali.

Bibliografia

  • Balboni, P. E., Le sfide di Babele, Utet, Torino 2002.
  • D’Alonzo L., La differenziazione didattica per l’inclusione. Metodi, strategie e attività, Erickson, Trento 2016.
  • D’Alonzo L., Come fare per gestire la classe nella pratica didattica, Giunti Scuola, Firenze 2012.
  • D’Alonzo L., Pedagogia speciale per preparare alla vita, LaScuola, Brescia 2006.

Risorse online

 

Damiano Meo: è docente e autore. Collabora con CeDisMa dell’Università Cattolica di Milano e si occupa di pedagogia speciale, glottodidattica e progettazione inclusiva. A Milano è stato uno degli ospiti di BookCity2017 e di OggettoLibro2018. È del 2016 Storie di semola e semplicità (Fondazione Migrantes) con cui ha vinto il premio Books for Peace 2017 ed è stato menzionato dalla giuria del concorso Mario Luzi. Con la Jaca Book, nel 2011, ha realizzato l’allegato fotografico di Ai confini dell’impero: 5000 km in Polonia, Romania, Bulgaria, Ungheria e Repubblica Ceca. Nello stesso anno ha documentato gli sbarchi a Lampedusa. Ha partecipato a progetti culturali e formativi a Bruxelles, York, Nizza e Tripoli.

Ti è piaciuto l’articolo?