Tra orientamento, autobiografia e letteratura

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Alla scoperta di un testo letterario

IDEE PER INSEGNARE - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Quali sono i testi letterari “più giusti” da proporre agli studenti della scuola secondaria di primo grado, tenendo conto che in questo ordine di scuola non si segue un canone legato alla storia della letteratura? E, soprattutto, quale può esserne l’uso più efficace, avendo come obiettivo quello di formare ragazzi che siano lettori e scrittori consapevoli?

di Linda Cavadini

Sono queste le domande da cui sono partita per scrivere questo articolo che è anche il racconto di un percorso didattico effettivamente svolto in una terza classe per circa quattro mesi da settembre a dicembre.

Il tema del modulo: la crescita e il futuro

Nel primo modulo di italiano presentato in terza, era mio desiderio affrontare grandi temi quali il futuro, la crescita, la scelta e per farlo avevo bisogno di mettere i ragazzi di fronte a luoghi neutri in cui potessero riflettere su di sé, proiettando su personaggi e storie i propri desideri, le proprie passioni e paure: un testo letterario fa questo, ci dà la possibilità di vivere altre vite, plasmandole e dando loro forza solo grazie alle parole. L’orientamento in terza non può risolversi solo nella scelta della scuola superiore, significa riuscire a capire le esperienze che stanno alle nostre spalle, leggere i cambiamenti e iniziare a capire chi siamo e dove vogliamo andare. Ho provato dunque a partire dall’idea della partenza verso il nuovo, dalla paura che questo percorso comporta per poi tornare ad analizzare gi anni trascorsi alla scuola media e il distacco dal mondo del bambino.

Il percorso si muove in tre direzioni:

  • riflettere sulla crescita come viaggio verso l’ignoto, verso nuovi orizzonti;
  • leggere testi d’autore (di letteratura italiana, straniera e per ragazzi) e albi illustrati che esemplificano il tema, le strutture narrative e le tecniche di scrittura;
  • scrivere testi autentici, usando i testi letterari come modelli.

Si tratta dell’ultimo momento di un percorso triennale sul racconto autobiografico così sviluppato: la descrizione di un membro della famiglia (classe prima), il racconto di un episodio particolarmente significativo (classe seconda), il racconto multiscena: la narrazione cioè di più episodi con l’obiettivo di dimostrare qualcosa (classe terza).
Prima della scrittura, il tema, il genere letterario e le tecniche di scrittura vengono indagati da tanti punti di vista attraverso la lettura degli albi illustrati, di testi di letteratura italiana e straniera e di letteratura per ragazzi.

Obiettivi e finalità del percorso:

  • individuare e distinguere le caratteristiche di un testo autobiografico partendo da testi della letteratura italiana e da testi di letteratura per ragazzi;
  • comprendere testi multimediali, ricavare da essi informazioni e individuare connessioni con altri testi e con la propria vita;
  • selezionare e imparare e verbalizzare esperienze personali;
  • produrre testi poetici autobiografici rispettando le indicazioni proprie della forma testuale
  • produrre un racconto multiscena rispettando le tecniche di scrittura proposte.

Le competenze in gioco sono quelle proposte dalle Indicazioni ministeriali:

  • leggere testi letterari di vario tipo (narrativi, poetici, teatrali) e costruire un’interpretazione collaborando con compagni e insegnanti;
  • scrivere correttamente testi di tipo diverso adeguati a situazione, argomento, scopo, destinatario.

Parte prima: lettura dei testi d’autore

L’albero rosso è un albo illustrato di Shaun Tan edito dalla Tunué edizioni in cui si racconta una storia struggente: una ragazzina si sveglia in una mattina come tante e tutto nella sua vita, piano piano, inizia ad andare di male in peggio. Il mondo non la capisce e a lei non resta che fermarsi per vedersi tutti i problemi crollarle addosso. Il libro celebra la difficoltà del crescere e del trovarsi, improvvisamente, in un corpo sconosciuto con un mondo intorno che sembra straniero.
Il nostro percorso si apre con questo albo e con l’analisi dei simboli: abituare i ragazzi a confrontarsi con il linguaggio simbolico.
La metafora della crescita e del vivere come un viaggio non è nuova, e, a tal proposito, c’è un testo che più di tutti può catturare i nostri lettori: Il colombre di Dino Buzzati (Oscar Mondadori). I racconti di Buzzati hanno caratteristiche in grado di affascinare i ragazzi: il mistero, la magia, il fantastico e soprattutto lo stile, paratattico, ma mai sciatto e banale, con cui l’autore riesce a utilizzare le parole del linguaggio parlato, né ricercate, né artificiose, parole che ciascuno di noi usa nella vita di tutti i giorni, ma capaci di creare mondi nuovi e atmosfere oniriche e suggestive. Molti dei suoi racconti sembrano uscire dalle pagine di cronaca, imponendo al lettore il patto narrativo di verosimiglianza proprio di un giornale quotidiano, eppure dopo poche righe si viene immessi nel mondo del sogno, nell’assurdo nel surreale. Questa scrittura affascina i ragazzi perché la capiscono senza difficoltà.
Dopo aver letto e ricostruito il racconto di Buzzati è bene soffermarsi sui personaggi (vedi nei Materiali Storyboard e Tecnica del Salta dentro): chi sono, cosa fanno, cosa pensano e cosa ottengono. Interessante il dibattito che può suscitare la figura del padre ora giustificato (agisce per il bene di Stefano) ora pesantemente criticato (non gli permette di vivere, gli tarpa le ali). Si staglia tra i personaggi la bella figura di Stefano, che lotta per tutta la vita tra la tranquillità e la passione. La sua figura titanica permette di affrontare la differenza tra desiderio e bisogno e su cosa sia più necessario nella vita.
È poi utile dare un’interpretazione di tutti i simboli presenti nel testo (vedi nei Materiali la Tabella a due uscite).

Un altro testo di Buzzati può servire per un’esercitazione in classe, I giorni perduti: la ricezione del testo deve avvenire in due momenti, per permettere ai ragazzi di focalizzare l’attenzione. Prima viene l’ascolto del racconto attraverso, per esempio, la visione del video I giorni perduti, poi l’ascolto della lettura ad alta voce fatta dal docente, così da permettere di memorizzare e soffermarsi sulle pause e intonazione. L’esercitazione in classe consiste nella stesura di una lettera-recensione, che può partire dalla Traccia offerta nei Materiali che ho effettivamente somministrato ai miei studenti.

Parte seconda: la poesia autobiografica

La poesia è uno straordinario strumento per parlare di sé, per indagare i nostri pensieri più profondi. Sono tanti gli esempi di poesia autobiografica tra cui si può cercare per aiutare i ragazzi in un percorso di questo tipo: io ho scelto due testi classici e due contemporanei.
L’obiettivo è mostrare loro come anche attraverso la poesia da sempre l’uomo racconti la sua storia, i piccoli e grandi fatti personali.
La prima poesia proposta è apparentemente semplice: la poetessa polacca Wisława Szymborska si immagina di incontrare sé stessa adolescente, di ritrovarsi senza riconoscersi. È un oggetto ciò su cui le due donne, quella adulta e quella adolescente, si trovano vicine: una sciarpa di lana grezza. Spesso la poesia celebra il potere degli oggetti che diventano ancoraggi metacognitivi, link a ricordi, memorie e affetti.

Un’adolescente
Io – un’adolescente?
Se ora, d’improvviso, si presentasse qui,
dovrei salutarla come una persona cara,
benché mi sia estranea e lontana?

Versare una lacrimuccia, baciarla sulla fronte
per la sola ragione
che la nostra data di nascita è la stessa?

Siamo così dissimili
che forse solo le ossa sono le stesse,
la calotta cranica, le orbite oculari.

Perché già gli occhi è come fossero più grandi,
le ciglia più lunghe, la statura più alta
e tutto il corpo è fasciato
dalla pelle liscia, senza un’imperfezione.

In verità ci legano parenti e conoscenti,
ma nel suo mondo di questa cerchia comune
sono quasi tutti vivi,
mentre nel mio quasi nessuno.

Siamo così diverse,
i nostri pensieri e parole così differenti.
Lei sa poco –
ma con un’ostinazione degna di miglior causa.
Io so molto di più –
ma non in modo certo.

Mi mostra delle poesie,
scritte con una grafia nitida, accurata,
con cui io non scrivo più da anni.
Leggo quelle poesie, le leggo.
Be’, forse quest’unica,
se fosse accorciata
e corretta qua e là.
Dal resto non verrà nulla di buono.

La conversazione langue.
Sul suo modesto orologio
il tempo è ancora incerto e costa poco.
Sul mio è molto più caro ed esatto.

Per commiato nulla, un sorriso abbozzato
e nessuna commozione.

Solo quando sparisce
e nella fretta dimentica la sciarpa –

Una sciarpa di pura lana,
a righe colorate,
che nostra madre
ha fatto per lei all’uncinetto.

La conservo ancora.

Wisława Szymborska, La gioia di scrivere, in Tutte le poesie (1945-2009), a cura di Pietro Marchesani, Adelphi.


Su questa poesia si possono fare varie riflessioni: in che modo la poetessa rimarca le differenze tra la donna adulta e l’adolescente? Quali oggetti vengono citati e in che modo? Quale significato nascondono? Cosa rappresentano i due orologi?
Dopo questa breve analisi possiamo spingere gli studenti a domandarsi cosa susciti in loro la poesia e quali connessioni crei.
A questo punto c’è la parte di rielaborazione e sperimentazione di un proprio testo poetico sul modello di quello della poetessa polacca.

La seconda poesia autobiografica proposta è un classico della letteratura Italiana, in cui il poeta racconta qualcosa di sé partendo dalle sensazioni che gli procura la sera: la scelta della poesia è legata proprio alla sua natura personale e anche al desiderio di porre i ragazzi di fronte a un testo che ha una costruzione più difficile. Alla sera di Ugo Foscolo ha una complessità lessicale che impedisce l’immediata comprensione, tuttavia guidare i ragazzi in operazioni complesse è un compito della scuola. Il primo livello è la ricostruzione del testo, la parafrasi puntuale. Una volta posseduto il testo si può ragionare su cosa significhi lo spirto guerrier per Foscolo: è questa l’occasione per fare una lezione frontale sulla biografia e le caratteristiche del poeta e su come queste ritornino nelle sue opere. A coppie poi i ragazzi scriveranno una poesia che cominci con l’anafora “vengo da”, in cui riportare le esperienze principali del poeta, come in questo esempio:

Vengo da…
Vengo dalle infinite lettere
che scrissi alle mie infinite amanti,
vengo da uno spirito indipendente
assetato di verità e giustizia;
Vengo dal liberatore Napoleone Bonaparte
che ha fatto nascere in me speranze vane,
vengo dalla notte
calma e pensierosa;

Vengo dalla codardia
nell’abbandonare una donna nel momento decisivo,
vengo dalla necessità di scrivere
parole d’amore;
Vengo da relazioni segrete
e disperse,
vengo da Londra
la fine delle mie sofferenze;
Vengo da una madre vedova
e da un padre medico,
da Zacinto
isola d’amore alla quale sono
legato

Vengo da sulla vita di Foscolo scritto da Margherita e Aurora, classe III


Un’esperienza autobiografica fortissima, di straniamento e abbandono, è espressa da Leopardi ne L’infinito, in cui il poeta celebra la forza della sua immaginazione, del suo fantasticare, il desiderio di essere altrove, di andarsene. Ho usato questa poesia per far comprendere alcune tecniche poetiche: l’utilizzo dell’enjambement che crea un continuum e porta l’attenzione su alcune parole e la creazione di un altro mondo rispetto al reale.

L’ultimo testo proposto per indagare il tema del viaggio della vita e dei giorni da vivere intensamente o meno è una canzone di Jacques Brel Conosco certe barche di cui esiste anche una versione video.
Sfruttando l’analisi del testo della canzone si invitano i ragazzi a descrivere la barca che maggiormente li rappresenta e quella che vorrebbero essere.
Al termine del modulo sulla poesia autobiografica ogni ragazzo consegnerà un proprio componimento autobiografico in versi liberi, rielaborando sia i temi proposti sia le tecniche analizzate:

  • l’anafora, enjambement, la metafora, l’allitterazione;
  • ridurre all’osso: la sintassi della poesia;
  • parole piene.

Parte terza: il multiscena

L’ultima parte del percorso prevede la scrittura di un racconto autobiografico multiscena sui tre anni trascorsi alle scuole medie: un racconto formato da più sequenze unite da un filo conduttore. Racconti modello per questo genere sono tutti di un autore della letteratura per ragazzi: Roald Dahl. Due i testi che fanno al caso nostro: il romanzo Boy (Salani, collana Gl’istrici 1997) in cui l’autore racconta molti episodi della sua infanzia e il racconto Un colpo di fortuna (Un gioco da ragazzi e altre storie, Salani Editore, 2012) in cui descrive il caso fortuito, l’incontro con lo scrittore Forester, che gli permise di diventare scrittore. L’incipit di Un colpo di fortuna spiega le motivazioni che lo spingono a raccontare, quello che sarà il filo conduttore di tutte le vicende.
I ragazzi sono invitati, per prima cosa, a fare un elenco di episodi accaduti nei tre anni della scuola media e per ognuno individuare e sviluppare i dettagli.

Conclusioni

In questo percorso la letteratura è usata per quello che è: storie belle, ben scritte, dalle quali farsi interrogare e provocare. L’impiego di testi così alti e diversificati consente di osservare pluralità di voci e stili e di utilizzarli come modello, ma offre anche l’occasione di riflettere sul futuro con le parole di un altro. Così aiutiamo i ragazzi a diventare lettori e scrittori consapevoli, a godere del testo, a farsi provocare e interrogare.

 

Linda Cavadini: insegna in una scuola secondaria di primo grado ed è promotrice del Writing and Reading Workshop, nuova metodologia didattica a cui si rifà il percorso proposto. È autrice, insieme a Giovanni Nardi e Cristiana Francesconi, di un nuovo corso di Grammatica per la secondaria di primo grado, Parole al posto giusto, che sarà pubblicato da Paravia nel 2019.