"Papà Xi e il calcio", una serie animata diventata virale sul web cinese. Fonte: http://comic.people.com.cn/n/2014/0702/c122366-25228243.html
Il boom degli investimenti e il piano di sviluppo sportivo
Nel 2011, prima di guidare il paese, Xi Jinping ha espresso “tre desideri”: vedere la Cina qualificarsi a un’altra edizione della Coppa del Mondo, ospitare la competizione e vincerla. L’anno dopo, Xi è diventato segretario del Partito comunista e nel 2013 ha assunto l’incarico di presidente della Repubblica popolare. Da quel momento, il leader cinese ha accentrato rapidamente il processo decisionale nelle sue mani e ha lanciato una dura lotta alla corruzione (ancora in corso) al fine di sgominare anche diversi avversari politici. Xi ha impresso una forte spinta allo sviluppo del calcio. Sull’Internet cinese, i cartoni su “Xi dada” (papà o zio Xi) e questo sport sono diventati virali.
Nel 2016, Pechino ha quindi divulgato un piano di sviluppo di medio e lungo periodo per valorizzare il calcio cinese4 composto da tre fasi. Entro il 2020, 50 milioni di cinesi (di cui 30 milioni di studenti di scuole elementari e medie) dovranno praticare tale sport. A tal fine, 20 mila scuole calcio saranno aperte in tutto il paese e ciascuna scuola, università e college dovrà dotarsi di un campo di gioco di dimensioni standard. Inoltre, 50 città dovranno organizzare partite a livello amatoriale.
Entro il 2030, la nazionale maschile della Repubblica popolare dovrebbe diventare la più forte d’Asia, mentre la femminile dovrebbe tornare essere tra le migliori in assoluto. Per il 2050, la prima squadra dovrebbe competere con le più importanti al mondo.
Il sostegno personale del presidente all’iniziativa ha stimolato l’impegno di imprese e società calcistiche cinesi. Ciò ha accelerato il reclutamento all’estero (soprattutto in Europa e America latina) di allenatori e giocatori stranieri, affinché trasmettano la loro esperienza ai calciatori cinesi e allo stesso tempo elevino il livello della Csl. Il campionato ha attirato diversi professionisti di fama internazionale, quali Marcello Lippi, Fabio Capello, Fabio Cannavaro, Carlos Tevez, Ezeqiuel Lavezzi e Didier Drogba.
Il Guangzhou Evergrande Taobao è una delle più importanti squadre del campionato cinese. L’Evergrande Real Estate, che opera nel settore immobiliare, ne controlla il 60%. Il restante 40% è controllato da Alibaba, gigante dell’economia digitale cinese guidato da Jack Ma. L’ex allenatore della Juventus e della nazionale italiana Marcello Lippi è approdato al Guangzhou nel 2012, ha vinto con questa squadra la Csl per due anni di fila e - per la prima volta nella storia del calcio cinese – ha conquistato l’Asian Football Confederation Champions League. Il Guangzhou dispone oggi della più grande accademia di calcio al mondo, che ospita 2.800 giovani calciatori, seguiti da allenatori provenienti anche dall’estero, inclusi quelli del Real Madrid.
Alcune aziende hanno scelto di investire anche in squadre straniere per diffondere il proprio brand all’estero. In Italia, due sono gli esempi più noti. Il gruppo Suning, che già possedeva la squadra cinese del Jiangsu, ha preso il controllo dell’Inter, e il gruppo Consortium Rossoneri, guidato da Li Yonghong, ha rilevato il Milan.
Lo zelo delle imprese della Repubblica popolare è stato però superiore a quanto Pechino si attendesse. A inizio 2017, il governo centrale ha iniziato a puntare i riflettori sui movimenti di Suning, Fosun (che possiede il Wolverhampton), Anbang e Dalian Wanda, che possiede l’Atletico Madrid e la società Infront, consulente della Lega di seria A italiana. Ad agosto 2017, il governo ha quindi adottato delle direttive per disciplinare complessivamente gli investimenti all’estero. Il loro obiettivo è impedire la fuga di capitali, ridurre il rischio d’indebitamento delle imprese statali e concentrare il denaro in settori considerati d’interesse strategico per la Repubblica Popolare. Secondo la direttiva, il calcio rientra tra i settori in cui gli investimenti sono soggetti a restrizioni. Tradotto: prima devono essere approvati da Pechino. Dopo l’adozione di questo provvedimento, si è registrata una nuova importante operazione. Il gruppo cinese Orient Hontai ha acquisito a febbraio il 53% di Imagina Media Audiovisual, di cui fa parte MediaPro, colosso spagnolo di produzione audiovisiva, che da poco detiene i diritti del calcio spagnolo e italiano.