È possibile oggi adottare modelli di sviluppo economico più rispettosi dell’ambiente naturale? Un’economia che sia prospera e riguardosa della natura è un’utopia o una possibile realtà? La risposta a queste domande è centrale per il futuro delle attuali e prossime generazioni e comporta una ridefinizione del concetto di economia verso modelli di “sviluppo sostenibile”. Per capire quali sono ad oggi le concrete opportunità per ripensare l’economia è necessario ripartire dalle sue basi.
Il concetto di sostenibilità
Parlare di economia significa confrontarsi con tutti quei fenomeni generati dall’esistenza di infiniti bisogni umani e di limitate risorse per la loro soddisfazione. Dalla scarsità delle risorse discende la necessità di utilizzarne la minor quantità possibile per soddisfare il maggior numero di bisogni, principio alla base di tutto lo sviluppo dell’attività economica moderna. L’essenza stessa dell’attività economica è infatti pensare e implementare modelli di produzione (e consumo) efficienti, ossia che permettano di produrre una sempre maggior quantità di prodotti e di soddisfare così il maggior numero di bisogni. Lo sviluppo economico consiste, quindi, nell’individuare continuamente nuove soluzioni produttive con la conseguenza però di un altissimo consumo di risorse. Se al termine “sviluppo” viene associato l’aggettivo “sostenibile” la prospettiva cambia significativamente.
Il concetto di sostenibilità si identifica con la capacità di un sistema o di un processo di poter essere ripetuto con continuità nel tempo. In tal senso quindi non è sostenibile un’economia che risponda ai bisogni con sistemi di produzione che non possono essere ripetuti con continuità nel tempo, ad esempio perché portano a una progressiva riduzione delle risorse complessivamente a disposizione. A riguardo, la Commissione delle Nazioni Unite, già nel lontano 1987, ha definito lo sviluppo sostenibile come capace di “rispondere ai bisogni della generazione presente senza compromettere quelli delle generazioni future”. Secondo questa idea, quindi, tutte le attività economiche svolte dall’uomo dovrebbero essere condotte secondo modalità che permettano di garantire la stessa qualità della vita e dell’ambiente naturale nel tempo.
Sostenibilità ambientale ed economia nell’Agenda 2030
Come è facile intuire, la logica dello sviluppo sostenibile non è oggi quella dominante e il cambiamento verso di essa è un passo radicale che chiede un contributo da parte dei soggetti economici. Partendo da tale considerazione, per incentivare l’impegno di tutti gli attori sociali verso lo sviluppo sostenibile, nel settembre del 2015 l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha dato vita ai Sustainable Development Goals (comunemente conosciuti come SDGs o Agenda 2030). Si tratta di 17 obiettivi da conseguire entro il 2030 attorno ai quali dovrebbero convergere gli sforzi di tutte le istituzioni economiche1.
L’Agenda 2030 consiste in un piano volto a raggiungere una molteplicità di obiettivi, i quali possono essere riassunti in tre macro-ambiti dello sviluppo sostenibile: la sostenibilità ambientale, la sostenibilità sociale e la sostenibilità economica. Fra i diciassette obiettivi sei sono maggiormente attinenti alla relazione tra economia e tutela dell’ambiente naturale: Energia pulita e accessibile (n. 7), Imprese, innovazione e infrastrutture (n. 9), Consumo e produzione responsabili (n. 12), Lotta contro il cambiamento climatico (n. 13), La vita sott’acqua (n. 14), La vita sulla terra (n. 15). I processi produttivi implicano, infatti, una serie di attività – come la produzione di energia da combustibili fossili, il disboscamento e l’agricoltura – in grado di produrre i gas a effetto serra. Questi ultimi provocano il cosiddetto “riscaldamento globale”, ossia l’innalzamento della temperatura media della superficie della terra dovuto all’attività umana. Se non adeguatamente preso in considerazione, il riscaldamento globale è in grado di creare fenomeni metereologici dannosi per l’uomo e il pianeta stesso, quali ad esempio incendi, l’innalzamento del livello del mare, inondazioni, l’estinzione di specie animali e vegetali. Allo stesso modo, l’attività umana implica una serie di azioni – come il trasporto delle materie prime e degli individui – in grado di inquinare l’aria, i mari e le acque dei fiumi. Per evitare gli effetti più disastrosi, tutti i paesi del mondo dovrebbero implementare politiche e strategie volte a ridurre il più possibile le emissioni di gas serra, l’inquinamento e l’utilizzo di materiali monouso.