Cittadinanza

Cittadinanza, Parlamentari

DIDATTICA IN RETE

Un percorso multidisciplinare, tra storia, educazione civica, filosofia e diritto, lingua straniera, sulla costruzione della cittadinanza e la sua genesi nel mondo inglese tra XIII e XVII secolo. Una guida per possibili sviluppi laboratoriali attraverso una didattica attiva e progettuale.

Lino Valentini

Il percorso intende mettere in luce alcuni significativi momenti e concetti storico-politici della originaria “costruzione della cittadinanza”, sviluppatasi dal Basso Medioevo all’età moderna nel mondo inglese, seguendo un itinerario selettivo e “verticale”, in grado di attraversare la manualistica organizzazione cronologica dei programmi curricolari. La cittadinanza è un prodotto storico, il cui percorso è contrassegnato da lotte in difesa delle libertà contro i tradizionali poteri autoritari.

Il lavoro non ha pretesa di completezza, ma vuole essere uno stimolo all’approfondimento e una, almeno negli intenti, guida per possibili sviluppi laboratoriali del tema in questione. L’idea di fondo è di superare la contraddittorietà del mondo del web, nel quale, da una parte, prolifera un’immensità crescente di informazioni, mentre, dall’altra, la memoria critica si atrofizza sempre di più. Dovere di noi docenti è quindi quello di tenere vivo il senso critico della costruzione del passato, inteso non come una banca-dati archiviata, ma come ricerca in grado di far comprendere e modellare il presente. In questa chiave, può essere interessante identificare e selezionare alcune significative tappe del processo storico che ha portato alla costruzione, lenta e faticosa, del concetto di cittadinanza, coinvolgendo le classi in una didattica il più possibile attiva e progettuale.

Possiamo partire dal testo della Magna Charta Libertatum (1215) utilizzando la Rivista Storica Virtuale oppure visitando il sito della British Library. Dopo una sintetica contestualizzazione, che metterà in luce le principali cause del conflitto tra monarchia e Parlamento, nell’Inghilterra del XIII secolo, il docente potrà concentrare l’attenzione sulle richieste e sulle denunce da parte dei baroni e della città di Londra, la più importante delle città mercantili, nei confronti degli abusi del re Giovanni senza Terra.
Il fulcro dell’attività iniziale sarà quello d’impostare un’analisi di alcune parti del testo ritenute significative per i nostri scopi didattici. Si potrà iniziare suddividendo le istanze di limitazione del potere regale da parte dei Lord spirituali e temporali e della borghesia mercantile in tre grandi insiemi: giuridico, finanziario - fiscale, religioso. In questa prima fase sarà cura del docente organizzare la classe per gruppi di lavoro e produrre con gli studenti un glossario di base, da sviluppare e completare nel corso del lavoro. Il termine centrale, filo conduttore dell’attività, è quello di consenso, che a sua volta genera l’idea di rappresentanza dei corpi sociali (Parlamento). Si potrà, quindi, far riflettere gli studenti su tale coppia di concetti fondamentali e sulla loro stretta interconnessione, mediante un lavoro lessicale - per esempio attraverso la ricerca di sinonimi e contrari - ma anche attraverso momenti di confronto e dibattito guidato in classe sul valore storico-giuridico di tali termini.
L’obiettivo è far comprendere, anche mediante una discussione, come la cessione dei poteri da parte del sovrano al Parlamento abbia innescato una fruttuosa dialettica di riconoscimento reciproco tra i due poteri che col tempo si è trasformato in un allargamento della sfera dei diritti contro ogni forma di arbitrio e sopruso da parte dell’autorità.
Il passo successivo sarà quello di collegare tali concetti con quelli di giustizia e di diritto (in opposizione al privilegio) che si affermeranno successivamente e lentamente. L’insegnante potrà, a questo punto, riprendere e commentare gli articoli sulle garanzie riguardanti, per esempio: il divieto da parte del re d’imporre nuove tasse senza il consenso del Parlamento (con riferimenti al concetto di De tallagio non concedendo), il diritto per i cittadini liberi di non essere imprigionati senza un regolare processo (con una prima riflessione sul concetto di legalità e giusto ed equo processo), il rispetto dell’integrità e la libertà della Chiesa inglese.
Sarà utile evidenziare e far riflettere sui limiti di queste prime Carte, che di fatto erano delle concessioni unilaterali del sovrano ai sudditi, legate più alla sua buona volontà che al riconoscimento di diritti inalienabili.

Il lavoro d’approfondimento dovrebbe arrivare a produrre una più ampia consapevolezza sul significato e uso del concetto di cittadinanza e del progressivo allargamento delle libertà: passando da alto clero, nobiltà di sangue e ricca borghesia mercantile ai ceti intermedi e contadini, all’inizio completamente esclusi da questo processo di emancipazione. In particolar modo, il docente può inserire qui il tema del passaggio dai diritti corporativi - che riguardavano il singolo in quanto appartenente a un gruppo sociale di potere elitario - ai diritti individuali, in grado di garantire a un più ampio numero di persone le libertà caratterizzanti il mondo della cittadinanza.

A questo punto del lavoro il docente può iniziare a introdurre il concetto di giusnaturalismo, aiutandosi con i dizionari on line e facendo un rapido riferimento al suo teorizzatore Grozio. Basilare sarà evidenziare la nascita del diritto naturale razionale come qualcosa di connaturato alla natura umana e far riflettere su questa rinnovata e profonda consapevolezza. La parte più interessante, al di là delle precisazioni filosofico-giuridiche, è far comprendere agli studenti i nessi tra le teorie giusnaturaliste e le conquiste storico-politiche che segnano il passaggio graduale dalla concezione medievale di suddito, alla base delle monarchie fondate sul diritto divino, a quella di cittadino con precise tutele nello Stato moderno. Questo processo di affrancamento dai vincoli della tradizione dogmatica e del potere assoluto merita un approfondimento mediante una ricerca di letture significative, quali per esempio quella di Norberto Bobbio.

Per contestualizzare storicamente questo decisivo snodo è utile analizzare, innanzitutto, la Grande Rimostranza (novembre 1641) del Parlamento inglese contro gli abusi e i soprusi del re Carlo I d’Inghilterra nel contesto della Rivoluzione inglese. Obiettivo dell’approfondimento è stabilire una linea di continuità, attenta nel cogliere sia le analogie sia le differenze, tra le tematiche della Magna Charta medievale e quelle della Grande rimostranza moderna. Partendo da un quadro sintetico, si può poi analizzare il testo, meglio se in lingua originale - sul portale del progetto BCW dedicato alle guerre civili britanniche - favorendo così anche un lavoro interdisciplinare con i colleghi di lingua inglese o la produzione di una breve unità didattica CLIL. Lavoro che può partire dall’analisi dell’etimologia dei termini fredoom, liberty, rights, per poi estendersi a confronti con la terminologia latina della Magna Charta fino alla elaborazione di riflessioni libere e personali.

Proseguendo nel percorso, gli studenti dovranno essere in grado di evidenziare nel documento i punti precisi della contestazione parlamentare alle violazioni del potere reale, iniziando dai temi del fisco, della giustizia e del credo religioso.
In special modo la ricerca deve puntare a far emergere il principio dell’Habeas Corpus, espresso poi formalmente nell’Atto del 1679. La garanzia dagli arresti arbitrari, la tutela ad avere un giusto processo e la sua progressiva estensione a tutti gli inglesi (non solo a quelli liberi come nel passato) saranno i perni della riflessione critica degli studenti. L’importanza di questo principio, non solo nelle procedure penali, e la sua decisiva influenza anche sul mondo attuale, potrà portare gli alunni ad una prima valutazione della necessità - che si imporrà nella storia - della separazione e autonomia tra i poteri, che sta alla base delle Costituzioni moderne.
Dieci anni più tardi, su questa scia, al termine della Glorious Revolution, venne emanato il Bill of Rights (1689) che contiene ed esprime i principi di ogni dichiarazione dei diritti. Il documento è scaricabile da una molteplici di siti; segnaliamo qui quello del Parlamento inglese. La sua analisi dovrà focalizzare l’attenzione sull’affermazione di quei diritti incontestabili che diventarono sempre più nel tempo la garanzia di una serie di libertà fondamentali e della partecipazione dei cittadini alla vita politica dello Stato.
I temi della libertà d’espressione, della tolleranza religiosa, dell’imparzialità delle leggi, della tutela della proprietà, delle libertà di voto, per citare i più importanti, andranno contestualizzati nella società inglese del tempo, ma anche letti nella loro forza anticipatrice delle future conquiste di libertà.
Per promuovere riflessioni in classe sulla progressiva conquista dei diritti personali, incentrati sull’individuo inteso come soggetto dotato di inalienabili diritti, il docente dovrà guidare la ricerca verso fonti critiche di carattere interdisciplinare che possono spaziare dal pensiero liberale del filosofo John Locke (1632-1704) al concetto di contratto sociale in Thomas Hobbes (1588–1679), fino al discorso parlamentare dell’Areopagitica di John Milton (1608-1674).
La ricerca, valorizzata dal lavoro in lingua inglese, deve puntare sulla formazione di un apprendimento delle problematiche che hanno caratterizzato il passaggio dal ruolo di suddito a quello di cittadino, con la tutela delle libertà personali nei vari ambiti, da quello giuridico a quello fiscale.
A conclusione del percorso di studio, i gruppi di lavoro potranno produrre una breve sceneggiatura teatrale, in grado di rappresentare le contrapposizioni sociali e politiche in campo, le posizioni del Parlamento, le idee, i principi e i valori in discussione.
La strada è aperta, ormai, verso l’età dei diritti nel secolo dei Lumi.

 

Lino Valentini è docente di Storia e Filosofia al Liceo classico “B. Zucchi” di Monza e formatore in numerosi corsi d’aggiornamento d’informatica e multimedialità finalizzati alla didattica.