Per iniziare
L'autore
Plinio (Gaio Plinio Secondo, detto) il Vecchio fu uno scrittore latino vissuto nel I secolo d.C. Era un comandante militare appassionato di scienze, in particolare di medicina, zoologia, botanica, geologia e mineralogia. Su questi argomenti scrisse molte opere, di cui ne è rimasta soltanto una, la Naturalis historia, in 37 libri. Plinio il Vecchio morì intrappolato e soffocato nell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., poiché al posto di fuggire si era attardato a salvare degli amici; il nipote Plinio (Gaio Cecilio Plinio Secondo, detto) il Giovane fu testimone diretto dell’eruzione e della sua morte, che anni dopo descrisse in due famose lettere allo scrittore e amico Cornelio Tacito.
L’opera
La Naturalis historia è un trattato naturalistico dalla struttura enciclopedica scritto da Plinio il Vecchio nel 77 d.C. Il passo selezionato è tratto dall’edizione con testo a lato pubblicata da Einaudi (Torino, 1984) e proposto nella traduzione italiana di Franca Ela Consolino.
Il testo in lingua originale
Proponiamo di seguito il testo originale di Plinio il Vecchio, Naturalis historia XVIII 1-5 (ed. Einaudi, Torino 1984).
(1) Sequitur natura frugum hortorumque ac florum quaeque alia praeter arbores aut frutices benigna tellure proveniunt, vel per se tantum herbarum inmensa contemplatione, si quis aestimet varietatem, numerum, flores, odores coloresque et sucos ac vires earum, quas salutis aut voluptatis hominum gratia gignit. Qua in parte primum omnium patrocinari terrae et adesse cunctorum parenti iuvat, quamquam inter initia operis defensae. (2) Quoniam tamen ipsa materia accedit intus ad reputationem eiusdem parientis et noxia, nostris eam criminibus urguemus nostramque culpam illi inputamus. Genuit venena, sed quis invenit illa praeter hominem? Cavere ac refugere alitibus ferisque satis est. Atque cum arbore exacuant limentque cornua elephanti et uri, saxo rhinocerotes, utroque apri dentium sicas, sciantque ad nocendum praeparare se animalia, quod tamen eorum excepto homine tela sua venenis tinguit? (3) Nos et sagittas tinguimus ac ferro ipsi nocentius aliquid damus, nos et flumina inficimus et rerum naturae elementa, ipsumque quo vivitur in perniciem vertimus. Neque est, ut putemus ignorari ea ab animalibus; quae praepararent contra serpentium dimicationes, quae post proelium ad medendum excogitarent, indicavimus. (4) Nec ab ullo praeter hominem veneno pugnatur alieno. Fateamur ergo culpam ne iis quidem, quae nascuntur, contenti; etenim quanto plura eorum genera humana manu fiunt! Quid? Non et homines quidem ut venena nascuntur? Atra ceu serpentium lingua vibrat tabesque animi contacta adurit caulpantium omnia ac dirarum alitum modo tenebris quoque suis et ipsarum noctium quieti invidentium gemitu, quae sola vox eorum est, ut inauspicatarum animantium vice obvii quoque vetent agere aut prodesse vitae. Nec ullum aliud abominati spiritus praemium novere quam odisse omnia. (5) Verum et in hoc eadem naturae maiestas: quanto plures bonos genuit ut fruges! Quanto fertilior in his, quae iuvant aluntque! Quorum aestimatione et gaudio nos quoque, relictis exustioni suae istis hominum rubis, pergemus excolere vitam, eoque constantius, quo operae nobis maior quam famae gratia expetitur. Quippe sermo circa rura est agrestesque usus, sed quibus vita stet honosque apud priscos maximus fuerit.
Spunto 1 | Leggi e... confronta
Chiedi ai ragazzi di rintracciare un passo del secondo libro della Naturalis historia (II 154 ss) cui Plinio fa riferimento all’inizio del testo selezionato, e di fare un’analisi comparata tra i due. Là, infatti, Plinio aveva già affermato che la terra è madre e che come tale si comporta con l’uomo fino alla sua morte; ma oltre a essere generosa è anche pietosa nei suoi confronti, perché è lei ad avergli procurato il veleno come strumento non doloroso per il suicidio; poi però l’uomo ne avrebbe fatto un uso diverso, contro l’uomo. Questa considerazione di Plinio è in linea con la visione antropocentrica dell’Universo che emerge nell’intera opera, secondo la quale l’uomo è al centro delle attenzioni della natura, e tutto ciò che lei crea lo crea per lui. In questa prospettiva sembra quasi che la natura oltre che madre sia anche “suddita”. È condivisibile questa affermazione? Perché?
Il lavoro di confronto si può estendere a ulteriori passi o brevi citazioni dell’opera: per esempio dove si parla della pratica della deforestazione come causa principale di piene e alluvioni (XXXI 53) o dove la terra è descritta mentre “si spalanca e si mette a tremare” perché l’uomo ne ha violato le fibre più intime alla ricerca di metalli preziosi (XXXIII 1).
Spunto 2 | Leggi e... discuti
A partire dalla frase di Plinio: «Benché tutti sappiano prepararsi a nuocere, quale tuttavia di loro, a eccezione dell’uomo, cosparge di veleno le sue armi?», suggerisci alla classe un approfondimento critico con scambio di punti di vista argomentati: si può parlare di concetti quali “colpa” e “responsabilità” di fronte a dinamiche che riguardano il mondo naturale? Qual è la connessione tra colpa, responsabilità e autocoscienza? In che senso l’uomo può essere considerato, in questa prospettiva, “al di fuori” della natura?
Spunto 3 | Leggi e... approfondisci
L'opera enciclopedica di Plinio, letta e studiata nei secoli successivi, fino al Rinascimento, rimane oggi un importante documento che fotografa l’insieme delle conoscenze scientifiche dell’antichità. I libri XIV-XVIII sono dedicati all’agricoltura e alla coltura degli alberi da frutta e della vite e, in particolare, nel testo qui proposto, a «quelle specie che la terra genera per la salute o per il piacere degli uomini». Ricordiamo che ai tempi di Plinio la popolazione mondiale, secondo le stime più diffuse, non superava i 200 milioni, contro i quasi 8 miliardi odierni. A duemila anni di distanza, dopo due rivoluzioni agricole, la rivoluzione verde e l’avvento delle biotecnologie, l’umanità si confronta ancora con la fame e la malnutrizione e, d’altra parte, con i danni ambientali legati alle pratiche agricole intensive, che richiedono una transizione urgente verso un sistema agricolo più sostenibile.
L’Assemblea Generale dell’ONU ha dichiarato il 2021 Anno Internazionale della Frutta e della Verdura (AIFV: clicca qui), con un appello a migliorare la produzione alimentare, rendendola più sana e sostenibile, nonché a ridurre le perdite e gli sprechi alimentari. Puoi scaricare questo documento (in lingua inglese): clicca qui. Il testo contiene molti dati e spunti di lavoro, in una prospettiva sia di educazione alla salute sia, in senso più ampio, di educazione alla sostenibilità (vedi, per esempio, le infografiche di sintesi alla pagina 4, Sustainable Development Goals related to fruit and vegetables, e alla pagina 6, Food systems for healthy diets). Per approfondire, puoi chiedere ai ragazzi, per esempio, di estrapolare i contenuti della sezione 3, Growing green. Sustainable production e di farne una presentazione in italiano, eventualmente espandendola attraverso una ricerca sugli stessi temi declinati nel contesto nazionale.
Spunto 4 | Leggi e... organizza un gioco di ruolo
Proponi alla classe di organizzare un gioco di ruolo ispirato ai temi sollevati dal testo di Plinio e che in particolare ruoti intorno al confronto/scontro tra la visione antropocentrica e la visione non antropocentrica dell’Universo. L’allestimento e la pianificazione sono i momenti più delicati e importanti di questa attività, perché per giocare i ragazzi dovranno essere preparati non soltanto sulle due concezioni che saranno chiamati a difendere o a criticare, ma anche sul contesto (epoca storica, area geografica ecc.) in cui dovranno agire: lo scopo del gioco, infatti, sarà convincere la giuria che una sola delle due visioni sull’Universo può vincere sull’altra in quanto è davvero l’unica possibile per quel preciso momento storico, in quel preciso territorio con certe sue specifiche caratteristiche (clima, flora, fauna ecc.).
Fase 1 | Pianificazione
Questa è la fase più lunga e delicata, ma fondamentale per lo sviluppo del gioco. Si stabiliscono insieme, dopo aver raccolto un elenco di proposte e tramite una semplice votazione, “le regole del gioco”, per esempio:
- il contesto storico in cui si svolge (antico o moderno, contemporaneo o futuro: un secolo o un anno preciso);
- l’area geografica di riferimento (un continente, uno stato, una collina, un’isola…) e le sue caratteristiche fisiche (il clima, la flora, la fauna, la concentrazione della popolazione…);
- la situazione politica, culturale, sociale ed economica del luogo scelto (il tipo di governo, la religione prevalente, la lingua parlata, il ruolo della donna nella società, la situazione demografica, il livello medio di ricchezza o di povertà…); l’intera ”ambientazione” potrà essere più o meno dettagliata a seconda del tempo a disposizione per il gioco;
- il tempo di durata del gioco vero e proprio (escluse cioè le fasi preparatorie).
Infine, si ripassano insieme e condividono le linee generali della visiona antropocentrica e quelle della visione opposta.
Fase 2 | Assegnazione dei ruoli
La classe viene divisa in squadre o personaggi, ciascuno dei quali dovrà rappresentare un ruolo specifico. Per esempio:
• squadra A: gli esseri umani, personificazione del punto di vista antropocentrico;
• squadra B: gli esseri animali e vegetali, che assumono un punto di vista non antropocentrico;
• due arbitri esterni, che dovranno moderare il gioco innanzitutto controllando che si rispettino le regole iniziali, poi eventualmente chiedendo, anche con l’aiuto dell’insegnante, chiarimenti o approfondimenti, lanciando “provocazioni” ecc.;
• la giuria, che alla fine del gioco dovrà giudicare (attraverso una votazione) “la migliore concezione possibile” per quella società in quel territorio e in quel momento storico.
Fase 3 | Ricerca e approfondimento
Ogni squadra o personaggio approfondisce e studia attentamente, nei dettagli e nei contenuti, il proprio ruolo. Ci si può ulteriormente dividere per svolgere ricerche mirate, raccogliere tutte le informazioni e condividerle con il proprio gruppo. La buona riuscita del gioco sarà soprattutto legata alla disponibilità dei ragazzi ad assumere un approccio il più possibile interdisciplinare e aperto.
Fase 4 | Svolgimento
Il gioco inizia dando la parola alternativamente a una delle due squadre e permettendo sia agli arbitri sia alla giuria di intervenire. L’insegnante potrà dimostrarsi a sostegno ora dell’uno ora dell’altro personaggio e soprattutto correggere eventuali errori scientifici o di ricostruzione storica. Potrà anche aiutare gli studenti, nel corso del gioco, a cogliere l’importanza dello storytelling: per il piacere di giocare e per la sfida di vincere.