I secoli delle donne. Fonti e materiali per la didattica della storia
Curatrici: Franca Bellucci, Alessandra F. Celi, Liviana Gazzetta
Editore: Biblink 2019
Pagine: 281
Promosso dalla Società Italiana delle Storiche (SIS) è da poco in libreria il volume I secoli delle donne. Fonti e materiali per la didattica della storia. Il libro fa una proposta basata su una modalità essenziale e snella in rapporto all’obiettivo di introdurre finalmente la storia delle donne e delle relazioni di genere nella scuola italiana: un testo che se da un lato può integrare i diversi manuali in uso, dall’altro si offre come strumento per innovare l’insegnamento e per l’autoformazione dei docenti o di altri potenziali formatori.
La sezione più ampia del libro è costituita da documenti: un nucleo di cinquanta fonti primarie, concernenti la presenza storica delle donne, introdotte, contestualizzate e commentate all’interno di schede singole, firmate dalle stesse curatrici o dalle numerose collaboratrici di cui si sono avvalse. Tra queste fonti vengono inclusi anche testi che appartengono ad altri ambiti disciplinari (la filosofia, la storia dell’arte, le letterature…), mostrando concretamente come quella di genere non sia tanto una tematica aggiuntiva, quanto piuttosto una particolare prospettiva da assumere nella ricerca e nell’insegnamento: in una scheda, ad esempio, si mostra come sia possibile analizzare da questo punto di vista l’affresco del Buon Governo di A. Lorenzetti a Siena, mentre in altre si offre una lettura di genere di una pagina di Tommaso d’Aquino o di Kant. L’organizzazione cronologica è adeguata al programma scolastico, partendo dall’età antica (il mondo greco per quanto riguarda i documenti scritti, ma addirittura la preistoria nella sezione iconografica) per giungere all’età contemporanea, alla quale si dedica comunque un maggiore spazio. Le schede con le fonti richiamano, attraverso alcune parole chiave, la sezione posta in testa al volume composta da saggi diacronici, agili excursus curati da specialiste e specialisti su concetti quali Genere, Corpo, Famiglie, Patrimonio, Diritto, Potere, Cristianesimo, Violenza, Formazione e Cultura, Lavoro. I saggi storiografici spaziano dunque nel tempo in tagli di cultura antropologica, mentre le fonti sono contestualizzate nel loro tempo.
Altre parti del libro significative anche ai fini didattici sono la sezione iconografica, che guida a decodificare alcune immagini-documento, la sezione filmica che prospetta l’utilizzo in classe di alcune pellicole, le bibliografie ragionate che invitano ad approfondire altre culture e zone del mondo nella stessa ottica.
Le curatrici
Socia SIS e a lungo docente di lettere classiche, Franca Bellucci è dottore di ricerca in Storia e autrice di numerosi studi di storia culturale; in questo volume ha curato la sezione delle schede relative all’età antica e medievale. Alessandra Celi è socia fondatrice dell’associazione “Scritture femminili, memorie di donne” di Massa, oltre che della SIS; nel presente volume ha curato la sezione delle schede relative all’età moderna e al secondo Novecento. Liviana Gazzetta, dottore di ricerca e docente di Storia e Filosofia, ha curato la parte relativa all’età contemporanea.
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A cura di Liviana Gazzetta
Come lavora uno storico
Autori: Carl Gustav Hempel, Dario Antiseri
Editore: Armando Editore, 2018
Pagine: 112
Il volume ripropone due saggi del passato di Carl Gustav Hempel e Dario Antiseri che ancora oggi invitano a riflettere, in maniera critica e argomentata, su temi della didattica della storia. Punto centrale e decisivo per comprendere i testi è la tesi dell’unità metodologica e scientifica condivisa sia dalle scienze umane che da quelle naturali. Pur distinguendo chiaramente gli ambiti di ricerca, la storiografia e la biologia, la sociologia e la fisica formulano teorie esplicative di una varietà di fatti. “Spiegare”, parola cardine delle analisi, significa risalire alle cause degli eventi, non in maniera accidentale o metafisica, ma ipotizzando razionalmente delle leggi universali in grado di legare e relazionare i fenomeni tra loro. Lo storico non deve limitarsi, secondo i due noti autori, a descrivere e narrare dei fatti, ma ha il compito d’evidenziare le leggi logicamente necessarie e empiricamente provate che regolano gli accadimenti, per dare valore nomologico e scientifico alla ricerca. I nemici da combattere risultano così essere sia l’idolatria e il feticismo dei meri fatti, indipendenti dalle capacità razionali umane di dedurli e comprenderli, sia lo psicologismo delle dottrine dell’empatia, che teorizzano un’immedesimazione immaginativa dello storico con i suoi personaggi ed eventi, sia, infine, il pericolosissimo ideologismo che ha già pronte spiegazioni preconcette e pregiudiziali. Certo, sostiene ancora Hempel riletto da Antiseri, non esistono spiegazioni e generalizzazioni storiografiche assolute e fisse: la verità dogmatica non è dominio della scienza; la fallibilità (Popper) e il senso critico devo spingere sempre lo storico a rivedere e ripensare le proprie affermazioni in un costante lavoro di spiegazione inferenziale. Il mestiere dello storico insegue quindi un intento nomologico-deduttivo capace di ricondurre a strutture logiche (leggi di copertura) eventi singolari e irripetibili per ricostruire razionalmente le problematiche condizioni iniziali di possibilità che causano lo scatenarsi degli accadimenti. Questa epistemologia della storiografia - ed è questa una delle lezioni del libro - ci mette in guardia dai rischi delle filosofie o teologie della storia che promettono di formulare teorie onnipotenti e totalizzanti che spesso diventano puri slogan che offuscano la mente e falsificano la realtà.
A cura di Lino Valentini
Lino Valentini è docente di Storia e Filosofia al Liceo classico “B. Zucchi” di Monza e formatore in numerosi corsi d’aggiornamento d’informatica e multimedialità finalizzati alla didattica.