Libri in classe – Una magia ordinaria

Un percorso di lettura per educare alla resilienza

LIBRI IN CLASSE

In vista dell’estate e del prossimo anno scolastico, proponiamo un laboratorio di riflessione condivisa, con esercizi di analisi e di scrittura, e un percorso di lettura per educare gli alunni alla resilienza, alla capacità di resistere, affrontare l’imprevisto e ripartire sempre con ottimismo.

di Alessandra Caponio e Adele Neri

Abbiamo vissuto e, in parte, stiamo ancora vivendo isolati gli uni dagli altri, ci sentiamo prigionieri in casa nostra o nel nostro giardino, abbiamo paura, ci siamo scoperti fragili di fronte a un pericolo inatteso e sconosciuto. In questa situazione possiamo trovare un nuovo modo di vivere e di essere felici? Come? Fuori dalla finestra di casa nostra chi ha combattuto e sta ancora combattendo in prima linea il virus ci ha dato esempio di coraggio, altruismo, condivisione, resistenza, senso di responsabilità; dai nostri balconi abbiamo applaudito, cantato, mostrato la nostra solidarietà e partecipazione. Abbiamo tutti cercato un nuovo modo di affrontare e organizzare la vita. Quali sono le attitudini, le qualità, le strategie adatte? I libri ci possono aiutare in questo? Quali suggerimenti e consigli ci possono dare?
Vogliamo proporre un percorso di lettura per educare alla resilienza, alla capacità di resistere e reagire, affrontare l’imprevisto e ripartire, per questa estate che aspetta i nostri studenti ma anche per l’anno scolastico che verrà.

Dalla resilienza all’antifragilità

Di fronte a un trauma, a un evento imprevisto, in situazioni di disagio e di svantaggio sviluppiamo energie e risorse che non sapevamo di avere, diventiamo più creativi e capaci di trovare soluzioni. Nessun superpotere, ma una risorsa congenita e comune a tutti noi, una “magia ordinaria” (Masten 2015), che ci permette non solo di adattarci, ma anche di inventarci una vita diversa.
Resistiamo e ci adattiamo all’imprevisto con la resilienza, ma ci reinventiamo un nuovo mondo e un nuovo modo con l’antifragilità. Il mito ci offre le immagini della fenice e dell’idra per raffigurare la resilienza e l’antifragilità: la fenice, l’uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri, rappresenta la resilienza, la capacità cioè di assorbire l’urto e di ricominciare, senza spezzarsi; l’idra invece simboleggia la creatura che trae vantaggio dalla difficoltà, che ama l’avventura, il rischio e l’incertezza ed esce più forte e migliore dalle sfide; è antifragile, se gli viene tagliata una testa gliene ricrescono due (Taleb 2013).
Cerchiamo nella letteratura personaggi che, senza essere eroici, esposti a difficoltà, stress, cambiamenti, disordine, non rinunciano davanti alle sfide ed escono rafforzati da situazioni nelle quali altri soccombono, proprio come i protagonisti del racconto di Davide Morosinotto, Willie e Katie, che non si arrendono mai davanti al freddo, al buio, alla paura, alla solitudine.

Alla ricerca di modelli antifragili

Michela Murgia, Noi siamo tempesta. Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo, Salani, Milano 2019
Nell’introduzione alla sua opera Michela Murgia osserva che i libri che abbiamo letto, i libri nelle librerie o sugli scaffali di casa nostra, sono pieni di storie di eroi solitari o supereroi che affrontano battaglie in un mondo straordinariamente ostile o difficile, pieno di pericoli o nemici (Ulisse ed Ercole per esempio); la loro modalità di azione è quella competitiva e bellica. Oppure sono storie di personaggi che partono da situazioni straordinariamente svantaggiose (da Oliver Twist a Harry Potter) e che, abbandonati, possono contare solo sulle proprie forze. Comunque «creature con un destino unico [...] facili da ammirare, ma impossibili da imitare».
Oggi lo scenario straordinariamente ostile e pericoloso è fuori casa nostra, è reale, ma la realtà e la storia ci insegnano che le sfide gli uomini comuni quasi sempre le vincono in un altro modo: fidandosi gli uni degli altri e collaborando. Dalla realtà quindi Michela Murgia ha tratto per noi sedici storie, sedici avventure collettive, che offrono modelli imitabili di antifragilità. In fondo, se ci pensiamo, anche le prime risposte all’emergenza del coronavirus sono state esempi di collaborazione e antifragilità.
Il libro stesso di Michela Murgia è un’impresa collettiva: nasce dalla collaborazione dell’autrice con un gruppo di grafici (The World of DOT) e unisce al testo, in una veste editoriale curata, grafica e illustrazione (all’interno c’è anche un piccolo graphic di Bacilieri).
La varietà è la caratteristica più evidente e accattivante di Noi siamo tempesta: ogni storia è una sorpresa per la molteplicità di linguaggi che l’autrice sperimenta e per l’eterogeneità degli ambiti in cui si giocano le esperienze di collaborazione presentate (tecnologia, storia, scienza, musica, sport, diritti umani...).

Laboratorio di riflessione condivisa

A partire dalla lettura del libro di Michela Murgia abbiamo immaginato un laboratorio di riflessione condivisa, arricchito da proposte di narrativa, esercizi di analisi e di scrittura. Per la descrizione dettagliata delle fasi del lavoro e delle attività si rimanda agli allegati (Allegato 1. Fasi del progetto / Allegato 2. Tabelle per studenti / Allegato 3. Modulo Google).
Qui, di seguito, illustriamo un possibile esempio di percorso di lettura.
Questa sarà un’estate particolare, in cui è probabile che i nostri studenti debbano vivere ancora in una condizione limitante; è per questo che abbiamo scelto di non lasciarli soli e di unire al lavoro individuale l’esperienza di momenti di incontro durante i mesi estivi. Il nostro calendario prevede l’avvio dell’attività a fine maggio, tre appuntamenti durante l’estate e la ripresa del lavoro a settembre.

Percorso di lettura

Scuola secondaria di primo grado e primo biennio della secondaria di secondo grado

Yann Martel, Vita di Pi, Piemme, Milano 2003
Piscine Molitor Patel (Pi) cresce felicemente con la sua famiglia, proprietaria di uno zoo in India. Quando arriva la crisi economica e gli animali devono essere venduti, la famiglia Patel decide di imbarcarsi su una nave diretta in Canada con alcuni esemplari. Una tempesta fa inabissare tra le onde il transatlantico; inizia così l’avventura del gruppo di naufraghi più improbabili che si possa immaginare: un ragazzo, una iena, un orango, una zebra e una ferocissima tigre del Bengala chiamata Richard Parker. La tigre divora tutti tranne Pi, che deve trovare un modo per sopravvivere: per evitare di essere mangiato, ogni giorno Pi caccia in mare in modo da saziare la tigre. Non esiste riposo e non si può cedere alla debolezza, nutrire Richard Parker è un compito quotidiano che scandisce la vita sulla scialuppa e le dà un senso. Sono tanti i temi che questa storia di resilienza in condizioni estreme affronta: la paura, l’istinto di sopravvivenza, il rapporto ambivalente (antagonistico/collaborativo) uomo-animale, la tensione etica e spirituale. Un viaggio per mare e nell’animo umano. Dal libro il regista Ang Lee ha tratto nel 2012 un film, notevole per la fotografia.

Donatella Di Pietrantonio, L’Arminuta, Einaudi, Torino 2017
Arminuta ci appare nella prima pagina del romanzo mentre bussa a una porta sconosciuta. Ha tredici anni e improvvisamente la sua vita è cambiata: ha perduto l’affetto di quelli che credeva i suoi genitori, ha lasciato la casa confortevole in cui fino ad allora ha vissuto, l’amica più cara, i compagni di scuola, le attività di ogni giorno e la danza classica. Ad aspettarla dietro la porta c’è la donna che l’ha concepita. L’Arminuta, che in dialetto abruzzese significa “la ritornata”, è infatti la storia di una ragazzina restituita ai genitori dalla famiglia che l’aveva informalmente adottata. Così, la protagonista si ritrova catapultata in un Abruzzo rurale, dove regna la povertà e l’ignoranza, un mondo che non offre stimoli e possibilità, piuttosto tanti limiti. La prima svolta è imposta dalla vita e passivamente subita dalla ragazza, poi Arminuta resiste, si adatta e agisce («il destino è una parola da vecchi, non puoi crederci a quattordici anni. E se ci credi, lo devi cambiare»). Ad aiutarla l’intelligenza, la sua caparbietà, l’educazione ricevuta e il contesto in cui prima è vissuta, ma anche il rapporto con la sorella Adriana: «Mia sorella. Come un fiore improbabile, cresciuta su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza. Ora ci somigliamo meno nei tratti, ma è lo stesso il senso che troviamo in questo essere gettate nel mondo. Nella complicità ci siamo salvate».

Roy Lewis, Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, Adelphi, Milano 1960
Essere un uomo primitivo, senza le comodità moderne e gli agi che ci circondano, non doveva essere facile. Lo scopriamo in modo divertente leggendo Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, romanzo in cui si raccontano le vicende di un gruppo di ominidi della Rift Valley vissuti circa tre milioni di anni fa. Seguiamo le loro lotte per sopravvivere ed evolversi sotto la guida dal “progressista” capoclan Edward. La discesa dagli alberi e la conquista della postura eretta, l’invenzione di nuove armi e trappole per la caccia, l’introduzione del tabù dell’incesto per favorire il rimescolamento genetico e soprattutto il controllo del fuoco: Edward è convinto che le sue scoperte vadano condivise con le altre orde di uomini-scimmia, altri però considerano questo comportamento pericoloso, perché vorrebbero servirsi del vantaggio tecnologico per imporsi sugli altri. Sono due modelli di società che si scontrano, quello collaborativo e quello competitivo. Una sfida che continua anche oggi.

Scuola secondaria di secondo grado (secondo biennio-quinto anno)

Jean-Michel Guenassia, Il club degli incorreggibili ottimisti, Salani Milano 2009
Michel, il protagonista della storia, passa dall'adolescenza alla maturità e alla consapevolezza dei valori dell'amicizia, della politica, della cultura. Impara che esistono tanti modi di vivere e di intendere il senso della propria esistenza avvicinandosi a un gruppo di profughi dei paesi dell’Europa orientale che si riuniscono a giocare a scacchi nel retro del “Balto”, un bistrò parigino.
Alcuni di loro hanno avuto parte nella Grande Storia, altri invece sono stati condotti da questa parte del Muro da storie individuali e familiari, senza alcuna possibilità di tornare indietro. Ma nessuno è spezzato, ciascuno si è costruito un equilibrio di resilienza secondo canoni del tutto personali, nei quali ciò che è importante rimane tale per sempre, che sia un amore, una scelta fatta, un'idea del mondo. Il prezzo che questi "incorreggibili ottimisti" hanno pagato emerge negli sviluppi delle singole storie, ma non scalfisce in loro la certezza che il mondo possa cambiare in meglio.

Vercors, Il silenzio del mare, Einaudi, Torino 1945 (prima edizione)
Quando nel 1940 i tedeschi occuparono la Francia, molti scrittori scelsero di tacere in segno di protesta. Vercors (nome sotto cui si nascondeva il vignettista satirico Jean M.A. Bruller) decise di parlare in un modo diverso e originale, scrivendo il racconto lungo Il silenzio del mare. Immaginò la situazione di uno zio e una nipote costretti a ospitare nella loro casa l’occupante, l’ufficiale Werner von Ebrennac. Gli ospiti mettono in atto una resistenza privata opponendo con tenacia il silenzio, rifiutandosi di pronunciare anche la più breve parola all’ufficiale colto e gentile. Nella loro capacità di intransigenza, nello sforzo sovrumano per non scendere a patti con i compromessi, nella volontà che vince sulle seduzioni e smaschera una violenza travestita da collaborazione sta tutta la tensione drammatica della storia.
Resiliente è stato anche questo piccolo libretto di 96 pagine stampato e diffuso clandestinamente. Il generale De Gaulle, letto il libro, ne fece riprodurre delle copie su carta leggera da volantini, perché fosse paracadutato con gli aerei in Francia e in Inghilterra per incoraggiare chi “stava con il piede straniero sopra il cuore” e chi, fuggiasco, lo aveva seguito oltremare dopo il 18 giugno.

Niccolò Ammaniti, Anna, Einaudi, Torino 2015
Con questo romanzo Ammaniti affida ai bambini e agli adolescenti un compito davvero impegnativo: salvare il mondo distrutto da una pandemia che ha colpito solo la popolazione adulta. Nei bambini il virus rimane dormiente, ma si svilupperà con l’arrivo dell’età puberale. La vicenda è ambientata nel 2020 (sic!) in Sicilia e ha come protagonisti una ragazzina di tredici anni, Anna, e il suo fratellino Astor.
Alla madre morente Anna ha fatto due promesse: proteggere Astor e insegnargli a leggere, perché l’eredità più preziosa che la madre ha lasciato è il “quaderno delle cose importanti”, una guida per affrontare le difficoltà che si presenteranno. Potrà capitare però – ha avvertito la mamma – che le regole trasmesse non funzionino più nel mondo nuovo a cui i due ragazzi dovranno adattarsi.
Nel suo percorso Anna incontrerà antagonisti e alleati, un cane e l’amico Pietro, e dovrà affrontare pericoli e prove. I protagonisti sono motivati dalla speranza di attraversare lo stretto, per andare in cerca dei “Grandi”, gli adulti forse scampati all'epidemia, e di trovare un modello particolare di scarpe, che forse permettono di ottenere l'immunità dal virus. Gli antagonisti pur di sopravvivere sono invece disposti a compiere atti crudeli.
Ma l’insegnamento della madre è anche che sulla speranza non si può fare troppo affidamento: «Quando sei assetata non sperare che piova. Ragiona e cerca una soluzione. Chiediti: dove posso procurarmi dell’acqua potabile? È inutile sperare di trovare una bottiglia in un deserto. Le speranze lasciale ai disperati. Esistono le domande ed esistono le risposte. Gli esseri umani sono capaci di trasformare un problema in una soluzione». Più potente della speranza è la forza della vita.

Lorenzo Marone, Magari domani resto, Feltrinelli, Milano 2017
Luce, nata a Napoli nei Quartieri Spagnoli, è una giovane donna avvocato, combattiva e onesta. Stanca di lavorare come galoppina per importanti studi legali del centro e decisa a esercitare la professione, accetta l’offerta di lavoro di Arminio Geronimo, titolare di uno studio legale che nel suo quartiere fa fortuna con le truffe alle assicurazioni (specializzato in “trastole”). Luce sopravvive in questo ambiente di espedienti e illegalità, rimanendo fedele ai suoi principi. In una situazione così difficile tutti i personaggi si trovano di fronte a una scelta: rimanere e perdersi o andare e salvarsi. Il padre e il fratello Antonio fuggono, Luce resta e resiste per rendere migliore “quel pezzettino di mondo”; questa importante svolta della sua vita arriva con la causa per l’affidamento di un minore, figlio di un camorrista. L’ affetto verso il ragazzino e i consigli di don Vittorio, il vicino musicista mentore e maestro, la aiutano.

Bibliografia di riferimento per i docenti

• Andrew Zolli, Resilienza. La scienza di adattarsi ai cambiamenti, Rizzoli, Milano 2014.
• Ann S. Masten, Ordinary magic: Resilience in development, Guilford Press, New York 2001, 2015.
• Nassim Nicholas Taleb, Antifragile. Prosperare nel disordine, Il Saggiatore, Milano 2012.
• Nassim Nicholas Taleb, Il Cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita, Il Saggiatore, Milano 2007.
 

 

Alessandra Caponio insegna italiano presso il Liceo linguistico “Primo Levi” di San Donato Milanese.


Adele Neri insegna italiano presso il Liceo scientifico e classico “Primo Levi” di San Donato Milanese.

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