Due parole sui nuovi linguaggi
Mi piace dare all’aggettivo “nuovo” l’accezione più polisemica possibile, rifacendomi all’etimologia latina dove novus sta anche per “insolito”, “straordinario”, persino “sovversivo” e “trasgressivo”: i testi che presenterò, infatti, appartengono a tipologie che non sono nuove cronologicamente, ma nuovi sono l’interesse che riscuotono nei ragazzi e nei docenti e la capacità di toccare temi inconsueti.
La civiltà occidentale ha sempre considerato la parola mezzo privilegiato per trasmettere il sapere; l’immagine, almeno in campo educativo, ha avuto un ruolo subalterno, forse per la sua maggiore soggettività, per il suo essere aperta e più facilmente interpretabile. Da qualche anno la situazione pare modificata: i ragazzi di oggi mi sembrano più liberi nelle loro scelte di lettura di quanto non fosse la mia generazione, che spesso nascondeva la lettura di Dylan Dog o del Signore degli anelli a torto considerati generi di consumo, di cui la scuola non doveva minimamente interessarsi; oggi i testi transmediali trovano sempre più spazio nella lettura personale e nella pratica didattica.
I libri proposti appartengono tutti alla “narrativa a colori”, per dirla con le parole della studiosa francese Janine Despinette, che indica con questa espressione libri di sole immagini o con testo verbale e illustrazione.
Ho selezionato tre categorie:
• picture book: albi illustrati;
• wordless picture book: libri che raccontano storie senza bisogno di parole;
• graphic novel: romanzi a fumetti.
Sebbene tutti i testi che propongo siano adatti anche al pubblico adulto, essi sono indicati in ordine di difficoltà crescente, considerando la complessità delle immagini, dei testi e dei temi affrontati: l’ordine di scuola per il quale vengono proposti è puramente indicativo, nulla vieta di usare un testo indicato per la secondaria di secondo grado in quella di primo, e viceversa, proprio per le caratteristiche liquide di questi testi.
Picture book
Si tratta di libri in cui immagini e parole dialogano tra loro in un continuo gioco di rimandi: nessuno dei due mezzi espressivi è autonomo, ma l’uno compenetra nell’altro, a volte completandosi a vicenda, altre volte attraverso un vero e proprio scontro. Oltre alle immagini e alle parole va considerata la progettazione grafica: il formato, l’impaginazione, il layout delle pagine, che hanno precisa strategia comunicativa.
Alex Cousseau, Kitty Crowther, Dentro me, Topipittori, Milano 2007
Proposta per gli ultimi anni della Scuola primaria e il primo anno della Scuola secondaria di primo grado
Temi: la conoscenza di sé, la rabbia, i conflitti interiori
«Io non sono sempre stato io.
Prima di essere me, non ero dentro me.
Ero altrove.
Altrove è tutto tranne me.»
Queste sono le parole con cui comincia l’albo, che è in realtà un viaggio alla scoperta di sé, delle proprie parti più ignote e disturbanti. Il protagonista, avvolto in un mantello nero, ci racconta la sua storia di liberazione: dentro di sé sa di avere la notte e un orco del tutto uguale a lui, ma con le labbra blu. Le immagini sono cupe, per il prevalere del nero sullo sfondo bianco, e crude: ci sono un fiume di sangue, teste e ossa, un orco e un urlo rappresentato come fiamme di fuoco dalla bocca. Tuttavia il tratto si ferma un passo prima dall’essere angosciante e violento e le parole, quasi nascoste in un angolo della pagina, ci raccontano un percorso di crescita: l’orco è una parte di sé, che va conosciuta, attraversata (letteralmente il nostro protagonista si fa mangiare dall’orco) e accettata. Si tratta di un albo complesso e straniante, che somiglia a una fiaba filosofica e ci porta attraverso simboli alla rivelazione finale: «Dentro me sono io che decido».
Spunti operativi
- Dopo la lettura in classe proponete ai ragazzi di disegnare la tavola che maggiormente li ha colpiti, scrivendo intorno le parole chiave.
- In una fase successiva, invitate gli alunni, a coppie, a discutere secondo queste domande stimolo:
- Perché hai scelto questa tavola?
- In quale punto del racconto si colloca?
- è mai capitato di sentirti così? Di sentire di avere “un orco” dentro di te?
- Come potresti rappresentarlo?
- Invitate infine i ragazzi a disegnare la propria sagoma e rappresentare cosa c’è dentro di loro.
Jimmy Liao, Incontri disincontri, Terre di Mezzo, Milano 2017
Proposta per la Scuola secondaria di primo grado
Temi: la solitudine, l’incontro, l’amore, la difficoltà nelle relazioni
Gli albi di Jimmy Liao, autore taiwanese che riesce a coniugare la cultura occidentale con quella orientale, sono quasi picture book novel per l’atipica lunghezza. Nei suoi libri i temi centrali sono la malinconia e la solitudine, condizioni necessarie per confrontarsi con sé stessi e gli altri, forze positive che ci permettono di riflettere, di trovare una pausa nel mondo caotico che ci circonda. Questo è un albo che parla d’amore, ma anche del sentirsi diversi, fragili e divergenti e si apre con due versi tratti da Amore a prima vista di Wisława Szymborska che introducono in modo diretto ed evocativo nell’intimità della storia raccontata. È un libro che si legge di corsa, con il cuore in gola, desiderando di capire come andrà a finire.
Nella pagina, in alto a destra, abbiamo la scansione temporale “6 ottobre: cielo sereno e luminoso”, poi ci sono le tavole che riguardano i due personaggi, ora accostati, ma ciascuno che guarda in direzione opposta, sia che camminino, sia che dormano, sia che prendano le scale mobili, ora separati, ciascuno raccontato con illustrazioni in doppia pagina. Lui ama suonare il violino, lei traduce storie, lei va sempre a sinistra, lui va sempre a destra: si incontreranno un giorno intorno a una fontana nel parco, che non ha né destra né sinistra. Il loro incontro rende le tavole più accese, dinamiche e colorate, nonostante la pioggia e l’inverno. Ma la vita è fatta anche di disincontri: i numeri di telefono, scritti su pezzetti di carta, si bagnano e diventano illeggibili, così non riescono a trovarsi. Si incontreranno più?
Spunti operativi
- Questo è un albo che colpisce molto i ragazzi e suggerisco di lavorare seguendo due direttrici: il confronto tra le immagini e le parole, e la scrittura autonoma.
- Domandate ai ragazzi:
- C’è corrispondenza tra parole e immagini? Perché?
- Cosa vedete?
- Cosa notate?
- Che domande vi fate?
Queste ultime tre domande sono fondamentali per la comprensione: “cosa vedi” indica che cosa colpisce immediatamente lo sguardo, “cosa noti” è ciò che risulta da uno sguardo più attento, “che domande ti fai” raccoglie tutte le domande che farebbero allo scrittore, all’illustratore, al docente. Spesso è proprio dal tentativo di risposta a queste domande che nascono le interpretazioni più interessanti.
- Dopo aver compreso il testo chiedete loro di scrivere o disegnare come potrebbe concludersi la vicenda.
Geert De Kockere, Carll Cneut, Greta la Matta, Adelphi, Milano 2005
Proposta per la Scuola secondaria di secondo grado
Temi: la follia, la diversità, l’esclusione e lo stigma sociale
Già dalla copertina capiamo di essere davanti a un libro diverso: il titolo si staglia, in alto a destra, su uno sfondo nero non uniforme. Questo albo prova a raccontare la storia dietro il quadro Duelle Griet di Pieter Bruegel il Vecchio. Intere parti del dipinto sono riprese e ristrutturate nelle pagine, la narrazione ha l’andamento del racconto di un cantastorie ed è stampata con caratteri grigi su bianco che diventano molto più grandi nei discorsi diretti. Scopriamo così che Greta la matta da bimba era Greta la dolce, ma una volta cresciuta vuole avere tutto quello che non si può e diventa cattiva, circondata dagli enormi “no” della sua comunità, che non la accoglie, anzi la scaccia. La figura di Greta si staglia gigante nelle pagine mentre picchia, distrugge e diventa Greta la matta: «Greta faceva tutto a rovescio, voleva volare ma precipitava e come una matta, cioè di sghimbescio, incontro alla sua perdizione avanzava». Greta, dal momento che nessuno la vuole, percorre un viaggio nel regno dei morti e si offre al diavolo, ma di fronte al suo rifiuto «con una spada lunga e letale si trafigge». È un albo duro e complesso che parla di follia e suicidio, ma anche di abbandono e incomprensione.
Spunti di lavoro
Proponete un confronto con il quadro originale di Bruegel il Vecchio e l’interpretazione classica della critica. Queste alcune domande guida:
- Ci sono differenze nella realizzazione grafica rispetto al quadro originale? Da dove nascono? Che significato hanno?
- Quali temi hanno scelto di rappresentare? Perché?
- Se dovessi riscrivere il quadro quale storia proporresti?
Wordless picturebook
In questi libri non ci sono parole, ad esclusione del titolo: al lettore è chiesto di abbandonarsi alla pagina, ma anche di ricostruire i simboli, le sequenze e i legami logici interni. Ne deriva un’impressione di straniamento, perché vengono a mancare le coordinate delle parole, il narratore classico è tutto sulle spalle del lettore.
Thomas Ott, La foresta, Logos edizioni, Modena 2021
Proposta per la Scuola secondaria di primo grado
Temi: il bosco, il lutto, la conoscenza di sé, la crescita come scoperta
Thomas Ott utilizza la tecnica del grattage: con un cutter giapponese gratta lo strato nero che ricopre un cartoncino bianco facendo emergere linee e forme. In questa opera il centro è la foresta, luogo reale e simbolico che il protagonista attraversa per comprendere e accettare la morte di una persona cara. La foresta è lontana da casa, è un mondo altro: bisogna percorrere una strada e poi immergersi, seguendo un sentiero ricoperto di radici e scendendo sempre più, nel fitto del bosco, popolato da esseri strani, magici e terribili. Solo alla fine si può risalire e trovare la luce e il conforto della persona cara che diventa abbraccio, parola e, finalmente, saluto e addio.
Spunti operativi
- Il primo livello di comprensione consiste nella realizzazione di uno storyboard suddiviso in situazione iniziale/sviluppo/situazione finale.
- Attraverso la discussione in classe indagate:
- Come sono rappresentati i personaggi? Cosa fanno? Come si muovono?
- Il tratto grafico con cui è realizzato l’ambiente quali sensazioni ci fa provare? Perché?
- Chiedete infine ai ragazzi di rappresentare in chiave simbolica l’albo con: un colore, una similitudine, una domanda.
Gabriel Pacheco, Cappuccettorosso (primo sogno), Logos edizioni, Modena 2021
Proposta per la classe terza della secondaria di primo grado e per la Scuola secondaria di secondo grado
Temi: la crescita, i simboli e gli archetipi, il mondo matriarcale e patriarcale, il sogno
Tutti conosciamo la fiaba di Cappuccetto rosso, ma in questo albo, che ha come sottotitolo (primo sogno), essa viene esplorata in modo nuovo e decisamente conturbante. La prima tavola mostra una bimba che dorme illuminata da un raggio di sole, si sveglia, la mamma la veste, ma sul suo volto è ancora impresso il ricordo di ciò che ha sognato: tutto l’albo è una dimensione sospesa tra sogno, incubo e realtà, al lettore il compito di dipanarla e di interpretarla, con l’impressione di essere dentro un caleidoscopio. I colori che prevalgono sono i grigi, il blu e il rosso (che però appartiene solo al cappuccio), la luce crepuscolare diventa sempre più cupa e fredda, lasciando spazio al nero e ritornando poi al blu più brillante nelle ultime tavole. La chiave di volta per comprendere questo testo sono forse i versi finali di Suor Juana Inés de la Cruz: «Il sonno tutto, infine, possedeva: tutto infine il silenzio dominava».
Spunti operativi
Propongo di utilizzare l’attivatore grafico qui proposto, che permette di indagare i colori come simboli.