Gita del primo anno: antiche fortificazioni “alla moderna”
Qui prendiamo in esame un esempio specifico, quello di Lucca, ma fortificazioni analoghe – e analoghi tour virtuali – si trovano per tutta Italia, quindi non vi sarà difficile adattare quello che diremo alla vostra cinta muraria preferita. Per quanto riguarda quella di Lucca, va detto che si tratta di un esempio particolarmente interessante, visto l’ottimo stato di conservazione. Lo strumento virtuale che potete usare è questo Tour Virtuale – THINKlab, o uno qualunque degli innumerevoli tour delle mura che i vostri studenti saranno molto più abili di voi a reperire. Lasciate che vi consiglino loro, in modo da incontrarvi su un terreno comune: lasciando che mostrino le loro competenze da nativi digitali, avrete miglior fortuna quando spiegherete loro cosa vale la pena di guardare nei 103.209.450.000 video che vi proporranno.
Le mura di Lucca sono un esempio paradigmatico di fortificazione “alla moderna”, termine che individua la tecnica con la quale, in Europa, le fortificazioni realizzate nel corso del Medioevo vennero modificate, a partire dal Quattrocento, per rispondere a esigenze difensive profondamente mutate.
Scrive in proposito Niccolò Tartaglia, nel suo libro Quesiti et inventioni diverse pubblicato da Venturino Ruffinelli nel 1546: «Io dico che fortificare una città vi occorre la materia e la forma, che lo ingegno dell’huomo se approva per la forma delle sue mura, e non per la grossezza di quelle». Ovvero: se vogliamo proteggere adeguatamente una città, dobbiamo farlo scegliendo con intelligenza il materiale da costruzione e la forma delle sue mura, perché farle spesse non è sufficiente. Questa attenzione da parte di un importante matematico non deve stupirvi: è infatti proprio ai matematici che si deve lo sviluppo dell’architettura militare del periodo, in quanto tutti i problemi soggiacenti sono di natura eminentemente geometrica. Le cinte medioevali progettate a partire dal XII secolo, infatti, erano costituite da tratti di mura ad andamento rettilineo, dette cortine, generalmente (quasi) perpendicolari al suolo, intervallate da numerose torri. Sulla sommità delle mura si tracciava un cammino di ronda, da cui controllare la situazione, e un parapetto sormontato da merli. L’efficacia di una fortificazione era quindi legata soprattutto alla sua altezza: più una muraglia era alta, più lontano avrebbe consentito di guardare e più difficile sarebbe stato scalarla.
Per difendersi, inoltre, si faceva uso della cosiddetta “difesa piombante”, consistente nel getto dall’alto di pietre, olio bollente e pece fusa, a cui si aggiungeva l’offensiva degli arcieri appostati attraverso le feritoie o fra le merlature. La situazione mutò radicalmente con lo sviluppo delle artiglierie portatili: nel momento in cui i progressi della metallurgia permisero di costruire cannoni sempre più potenti, aumentandone progressivamente la gittata, non era più necessario, per abbattere una muraglia, farsi sotto con gli arieti, ma si poteva prenderla a cannonate da centinaia di metri di distanza. In questo senso, più una fortificazione era alta più costituiva un bersaglio facile: quello che nelle epoche precedenti era un punto di forza, si traduceva irrimediabilmente in un tallone d’Achille. Era necessaria, a quel punto, una riforma radicale della strategia difensiva, che chiamava in causa a gran voce “lo ingegno dell’huomo” evocato da Tartaglia.
Nel vostro giro virtuale, assicuratevi di dare adeguata rilevanza all’idea che sta al cuore della fortificazione “alla moderna” ovvero quella di baluardo (o bastione). Il teorico di riferimento è in questo caso Francesco Di Giorgio Martini, autore tra il 1481 e il 1484 del codice Ashburnham 361 conservato alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, trattato in cui per la prima volta compare questo elemento architettonico: l’idea è che le torri andavano sostituite con strutture più basse, più massicce, generalmente a pianta pentagonale (ovvero a “punta di lancia”), cui venne dato appunto il nome di bastioni o baluardi. A seconda della conformazione dei luoghi, i baluardi assumono in realtà una grande diversità di misure e di angoli, ma sempre come varianti dello stesso modulo-base.
Le mura di Lucca ne presentano ben undici, di cui cinque di mateturistico interesse: baluardi San Colombano, La Libertà, San Martino, San Frediano, Santa Croce.
La storia delle mura, naturalmente, può portarvi molto più lontano: qui vi lasciamo con questo bel video Mura di Lucca - la storia | Turismo Lucca, rimandandovi ai consigli bibliografici per ulteriori approfondimenti.