Italo Calvino nelle sue Le città invisibili ci racconta un affascinante “viaggio da fermi”, il più strabiliante che la letteratura italiana ricordi. Quel libro, scritto e pubblicato per la prima volta da Einaudi nel lontano 1972, sembra quasi suggerire una via di uscita e ci regala più di un pretesto per portare ancora una volta i viaggi nella nostra didattica. Nel testo l’altrove è uno “specchio in negativo” in cui è possibile scorgere il riflesso delle opportunità, ma anche riconoscere il peso dei propri limiti. Proviamo a cercare una metafora fra le righe di quella storia. Due personaggi: Marco Polo, il viaggiatore, e Kublai Kan, imperatore di un immenso dominio che non gli è possibile conoscere completamente. Marco, grazie alla sua esperienza di esploratore, racconta a Kublai di luoghi che gli appartengono, ma che sembrano irrimediabilmente lontani e irraggiungibili dalla sua condizione. Visti così i nostri due diventano immediatamente più familiari: Marco Polo è il docente che conosce e può raccontare di una realtà lontana, rendendola più vicina grazie alle sue competenze, Kublai Kan è l'allievo che vuole appropriarsi di quell'altrove, ma non può farlo da solo. Specialmente ora. Quali strategie ci consentiranno di far rivivere quel racconto e di portarlo nelle nostre classi virtuali? Ne propongo tre in cui il racconto dei luoghi gioca un ruolo decisivo nel predisporre una didattica efficace.
Il viaggio come scenario
Il racconto dei luoghi può diventare una grande cornice che fa da sfondo a moduli disciplinari o unità di apprendimento. Può quindi prestarsi a costruire una serie di scenari che caratterizzano l'esperienza didattica. L'insegnante – o dovrei forse dire Marco Polo? – utilizza il pretesto della visita virtuale a un luogo per costruire una lezione plenaria interdisciplinare. Per realizzarne di davvero efficaci si possono utilizzare tantissime per esempio Thinglink, che sta riscuotendo sempre più successo specialmente in ambito scolastico, oppure le ricostruzioni tridimensionali di Google Earth. L'idea del tour virtuale consente di unire a una forma di contestualizzazione immersiva la dimensione ipertestuale: nella “gita” ci sono cose da scoprire che consentono di accedere a contenuti multimediali. Il luogo svela la sua complessità attraverso diversi livelli di lettura che possono confluire in moduli interdisciplinari riguardanti l'intero consiglio di classe. Gli allievi-Kublai dovranno partecipare alle lezioni plenarie in modo attivo, “navigando” nel tour attraverso la guida del docente. Il loro compito sarà quello di prendere appunti e di condividerli in cloud; dovranno inoltre partecipare ai moduli delle diverse discipline in cui saranno valutati. La condivisione degli appunti è una pratica da promuovere e sperimentare proponendo ai ragazzi un approccio collaborativo. Ad esempio, scegliendo a turno i verbalizzatori o attribuendo ruoli significativi all'interno della classe selezionando temi chiave a cui legare l'organizzazione delle informazioni raccolte.
Il viaggio e il brainstorming
Un altro modo di introdurre nella didattica il racconto dei luoghi è quello di trasformarlo in un utile pretesto per ricostruire le competenze in ingresso e preparare lezioni plenarie successive. L’insegnante chiede agli allievi di cercare delle immagini di posti che hanno visitato (cartoline, fotografie, poster...) e realizza una presentazione che le raccoglie tutte. Oppure predispone un Padlet su cui gli allievi possono incollare le loro proposte. Attraverso la tecnica delle domande stimolo cerca di far emergere temi chiave che saranno utili a definire una griglia di focus su cui lavorare nelle lezioni successive. Avviare un'osservazione e una riflessione condivisa su territori, paesaggi o parti di città è un'operazione interessantissima: offre grande ricchezza di spunti dal punto di vista disciplinare perché permette di toccare questioni che spaziano dall'ecologia all'educazione civica, passando per la storia dell'arte, la geometria e ovviamente la geografia. Senza contare che sottoporre a sguardi diversi dal proprio le personali prime esperienze di viaggio è un’attività sorprendentemente efficace se finalizzata al team building. Lasciate che ciascuno introduca le immagini che riconosce come proprie e stimolate l'osservazione di dettagli o questioni più generali in altri compagni in modo da coinvolgere il più possibile il gruppo in una chiacchierata ampia. Appuntate le idee più interessanti su di un file condiviso senza dimenticare gli obiettivi prefissati e portando la discussione nella direzione degli argomenti che avrete selezionato in precedenza: quella che poteva sembrare una valigia disordinata ritroverà un senso e costituirà l'avvio di nuovi percorsi di apprendimento.