In gita tra Sicilia e Isole Eolie

Un’esperienza nuova, ovvero la visita in remoto

AMBIENTE– SCIENZE DELLA TERRA

Ormai da due anni scolastici, i nostri studenti non possono fare la tanto desiderata gita. Per questo motivo, di seguito si propone una scheda didattica che percorre le tappe di una suggestiva gita tra Sicilia ed Eolie, corredata da una serie di proposte didattiche interdisciplinari, che hanno l’obiettivo di stimolare gli studenti ad approfondire le proprie conoscenze sull’area visitata “in remoto”. Tale scheda può essere scaricata in PDF e condivisa con gli studenti.

di Antonio Varaldo

Tra le tante conseguenze negative della pandemia vi è anche stata la rinuncia alle gite scolastiche, tanto desiderate e appassionatamente vissute, da ricordare poi per anni. Proviamo dunque a simularne una, affascinante e ricca di spunti naturalistici, storici e artistici, lungo un percorso tra Sicilia e Isole Eolie che vogliamo sperare sarà possibile programmare a breve.
Mentre il testo ti guida attraverso lo scorrere delle giornate, prova a seguire il percorso utilizzando Google Maps e definendo i tempi di percorrenza degli spostamenti.

Giorno 1

Planando in atterraggio all’aeroporto di Catania, l’aereo in arrivo da nord aggira completamente l’Etna, il quale emerge tra le nubi della perturbazione nevosa che nelle giornate appena passate lo ha vestito di bianco. L’Etna è il maggiore vulcano d’Europa e manifesta regolarmente attività spettacolari.


Utilizzando fonti adeguate, ricostruisci le principali tappe della sua storia geologica, svoltasi nell’ultimo mezzo milione di anni con la sovrapposizione di vari edifici ancora oggi distinguibili, l’ultimo dei quali (il Mongibello) si erge fino a quasi 3300 m s.l.m..

Atterrati a Fontanarossa, saliamo in autopullman per il trasferimento a Taormina, dove possiamo godere della rapida visita al Teatro Antico, perla del più comprensivo Parco Archeologico (Parco archeologico Naxos Taormina). Al termine, riprendiamo il viaggio in direzione Milazzo, sulla costa nord della Sicilia, passando in autostrada sulle alture di Messina, da cui si vede distintamente, vicina, la costa calabra.
Ricerca sul web il significato dell’antico mito di Scilla e Cariddi legato allo Stretto di Messina.

Giunti al porto di Milazzo ci imbarchiamo infine sulla motonave, che dopo un’ora e mezza di navigazione attracca al porto piccolo dell’isola di Lipari, chiamato Marina Corta, dove le luci del tardo pomeriggio creano un’atmosfera da Impressionismo di fine Ottocento.
Cerca qualche opera panoramica di quella corrente artistica o della successiva post-impressionista e presentala a tutta la tua classe.

Giorno 2

Accolti al porto grande di Lipari dagli aromi primaverili, partiamo con pulmini per percorrere in mattinata con le guide l’intero anello stradale che segue in senso orario tutta la costa dell’isola; attraversiamo frazioni dai nomi curiosi, orti e vigneti, muri a secco tappezzati di piante di capperi alternati agli affioramenti di ossidiana, e ovunque fichi d’India pungenti mescolati a fiori di ogni colore. Possiamo così godere della visione spettacolare su tutte le altre Eolie: Vulcano appena a sud con l’Etna che emerge innevato lontanissimo sullo sfondo, nel mezzo del mare le più remote Filicudi e Alicudi, poi dal versante nord la vicinissima Salina, e rientrando a Lipari ecco Stromboli fumante allineato con Panarea. Sulla punta nord-est dell’isola abbiamo inoltre attraversato le grandi cave di pomice oggi abbandonate e che scaricano ancora frammenti galleggianti sul mare.
Ossidiana e pomice, i due preziosi materiali minerali dell’isola; in base alle tue conoscenze di petrologia, descrivi in breve la natura specifica e le differenze di genesi di questi due tipi di rocce.

Nel primo pomeriggio saliamo all’acropoli di Lipari, per la visita al ricco museo archeologico: all’esterno, gli scavi hanno portato alla luce resti di presenze antichissime, certamente attirate qui dal clima, dalla fertilità della terra, ma ancora più dai pregiati materiali lavici. All’interno, i reperti della splendente epoca greco-romana: anfore e sarcofaghi, vasi dipinti e maschere sofisticatissime a ricordo di antiche rappresentazioni. (Museo Archeologico di Lipari >>)

Giorno 3

Al risveglio ci dobbiamo preparare con tutti i bagagli, le valigie resteranno sulla motonave mentre saliremo in escursione al cratere dell’isola di Vulcano; dopo la breve navigazione tra faraglioni e scogliere, all’attracco al porto, accanto alla spiaggia di sabbia lavica, gli sguardi si alzano verso i fumi sulfurei che annebbiano le pendici del vulcano, che intanto borbotta. Si parte, prima attraverso il paesino, poi sui sentieri franosi di ghiaie e fanghi prodotti dalle attività esplosive del passato. All’arrivo al bordo del Cratere della Fossa, dopo poco più di un’ora di cammino ripido, vediamo che con un ulteriore sforzo è possibile salire ancora sulla sua parte più alta e poi percorrerlo completamente in circolo. Il cammino è continuo, piacevole ma faticoso su terreni friabilissimi, tiepidi e a tratti ustionanti, con sbuffi soffocanti; infine, alla sommità, con Eolo che soffia forte si apre il panorama di tutto l’arcipelago a fare da sfondo al cratere visto dall’alto.
Il vulcano è vivo, non erutta ma si fa sentire; recuperando le informazioni dai testi scolastici, descrivi in cosa consiste l’attività parossistica dei vulcani a magmi viscosi e in che modo ciò li differenzia da quelli ad attività effusiva.

Discesi rapidamente al porto, ci possiamo rifocillare, per poi ripartire in motonave verso Milazzo; da lì in pullman ci trasferiamo a Cefalù, e in serata c’è ancora tempo per una rapida visita al centro storico con la sua spettacolare cattedrale, che è parte del sito Unesco della Sicilia arabo-normanna (Arab-Norman Palermo and the Cathedral Churches of Cefalú and Monreale >>).
Sicilia incrocio di storia e di culture: fai una ricerca sul web e prepara una presentazione che illustri le principali culture che hanno accompagnato la storia dell’isola attraverso secoli e millenni.

Giorno 4

Si parte verso Agrigento, attraverso i panorami verdi di un’isola al pieno risveglio primaverile. All’ingresso della Valle dei Templi il sole è già caldo; fin dal mattino la luce valorizza in modo straordinario la calcarenite gialla dei templi. Il percorso si distende attraverso resti più o meno conservati, più o meno recuperati e valorizzati, si avverte una storia nobilissima, in un contesto naturale senza eguali.
Il clima mediterraneo trova in Sicilia certamente la sua massima espressione: ricostruisci le caratteristiche di questo regime climatico, sia in relazione all’andamento di temperature e precipitazioni sia in rapporto al bioma tipico.

In seguito ci spostiamo alla spettacolare Scala dei Turchi, falesia rocciosa di marna a Realmonte; il mare blu antistante del Canale di Sicilia ci separa dalle coste africane non troppo lontane. L’acqua è già tiepida, avvicinandosi alla falesia la si scopre tristemente non protetta, ovunque danneggiata da calpestio e incisioni, meriterebbe altra cura e protezione. Si riprende il viaggio, verso Siracusa.
Cercando le informazioni sul tuo libro di scienze, spiega che tipo di rocce sono quelle utilizzate per le costruzioni della Valle dei Templi e quelle della falesia della Scala dei Turchi.

Giorno 5

Entrati al Parco Archeologico la guida inizia affascinanti racconti di una Siracusa più importante centro del Mediterraneo per una lunga fase della storia antica (Area archeologica della Neapolis, Orecchio di Dionisio e Teatro Greco >>): il teatro ancora oggi utilizzato per la stagione delle tragedie greche, la Grotta del Ninfeo alimentata con acque qui portate da molto lontano, le latomie con funzione di cava e carcere, e poi l’Orecchio di Dionisio, l’anfiteatro, la presunta tomba di Archimede, il genio intellettuale greco che è stato certamente il più importante cittadino di Siracusa.

Usciti, ci lanciamo di corsa a goderci l’ultima tappa della gita, il centro storico della città: l’isola di Ortigia. Un centro storico che è uno spettacolo di incroci di culture, architetture, aromi, cibi, vita. Come la sua splendida piazza del Duomo, ricostruito a puntate su edifici antichissimi, ibrido e maestoso, e poi il barocco luminoso di tutto ciò che lo circonda.
Ricerca le informazioni sul web e prepara una sintetica presentazione dello stile barocco siciliano, in particolare relativamente alla fase di ricostruzione che seguì il devastante terremoto del 1693.

È ora di partire verso l’aeroporto di Catania Fontanarossa, ci attende a breve il check-in e in serata l’aereo di rientro.

Referenze iconogafiche: Antonio Varaldo, Croci Cascino / Shutterstock

 

Antonio Varaldo è naturalista specializzato in ecologia e fotografo; insegnante liceale da oltre vent’anni, come divulgatore e saggista ha collaborato a Tuttoscienze, alle enciclopedie UTET e Repubblica, oltre che con varie riviste ed editori del settore scolastico e con istituzioni quali l’agenzia ITCILO delle Nazioni Unite. È inoltre autore Pearson di manuali di Scienze della Terra, tra cui La Terra siamo noi plus di recente pubblicazione.

Il nuovo marchio per l’area scientifica della Scuola secondaria di I e II grado: una proposta integrata di prodotti e servizi per rispondere al sempre più decisivo ruolo delle discipline scientifiche nella formazione degli studenti.

 

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