Le potenzialità del visual storytelling nei percorsi di Educazione allo Sviluppo Sostenibile: alcune riflessioni teoriche

Cosa rende potente il visual storytelling come strumento di insegnamento?

AMBIENTE

Affrontare questioni relative allo sviluppo sostenibile in classe richiede di combinare l’approccio scelto con azioni adatte a far emergere anche gli aspetti emozionali suscitati dal contesto di studio preso in considerazione, perché le emozioni ci permettono di portare alla luce le credenze e le valutazioni che sostengono le loro convinzioni, e ci consente di meglio identificare la loro posizione rispetto a questioni di sostenibilità. Ecco uno degli aspetti che rende tanto efficace lo storytelling, e il visual storytelling, in percorsi di ESS.

di Daniela Beria e Matilde Mundula

“Affrontare percorsi di Educazione allo Sviluppo sostenibile comporta come finalità l’accompagnare gli studenti a comprendere che si definisce sviluppo sostenibile solo quello che soddisfi i bisogni del presente, salvaguardando i sistemi di supporto della vita sulla Terra, dai quali dipende il benessere delle odierne e delle future generazioni”1. Alla luce di questa definizione basilare, le attività didattiche debbono costruire competenze adatte a promuovere comportamenti che abbiano come fondamento il risparmio delle risorse naturali e l’equità sociale e possono farlo solo se superano la tradizionale dimensione della trasmissione del sapere, giungendo a mobilitare anche le risorse emotive degli studenti2.

Portare la prospettiva delle emozioni in un percorso di ESS

Numerose esperienze dimostrano che anche le strategie più complesse usate in un percorso di apprendimento trasformativo, quale dev’essere quello derivante da percorsi di ESS, non risultano completamente efficaci3. Secondo alcuni autori4, infatti, affrontare questioni relative allo sviluppo sostenibile in classe richiede di combinare l’approccio scelto con azioni adatte a far emergere anche gli aspetti emozionali suscitati dal contesto di studio preso in considerazione, poiché è noto come le emozioni siano inerenti e influenzino un processo deliberativo.

Nel contesto di ESS, le reazioni emotive, o reazioni morali, sono comuni nelle decisioni su questioni di sostenibilità in aula5 e dunque non possono essere ignorate. Inoltre alcuni ricercatori e teorici hanno mostrato come le emozioni siano strettamente legate ai valori e come alcune di esse siano in realtà le forze che primariamente spingono a prendere parte a processi deliberativi6. Dunque, fare emergere negli studenti le emozioni ci permette di portare alla luce, in una certa misura, le credenze e le valutazioni che sostengono le loro convinzioni, e ci consente di meglio identificare la loro posizione rispetto a questioni di sostenibilità. Alcuni autori sostengono inoltre che le attività di esprimere e di discutere un’emozione andrebbero seguite da una terza fase, nella quale la prospettiva emotiva continua a essere presente, e in cui gli studenti sono avviati a misurarsi con feedback emotivi che permettono al docente di indagare ulteriormente il processo deliberativo emerso nelle fasi precedenti, e dunque meglio definire gli esiti del lavoro7.

A questo proposito, il contributo qui presentato illustrerà, i vantaggi dell’utilizzo di un’attività di visual storytelling, tecnica di insegnamento che offre l’opportunità di introdurre l’aspetto emozionale all’interno di attività di insegnamento/apprendimento, ma che può anche costituire strumento per meglio valutare gli effetti di un percorso didattico.

Emozioni e narrazioni in un percorso di ESS

La letteratura sui percorsi di ESS non suggerisce solo simulazioni, discussioni in classe o analisi di problemi, problem posing and solving, ma anche lo storytelling, uno strumento agile e multidisciplinare che suscita un coinvolgimento in grado di motivare l’interesse e l’azione verso il rinnovamento delle proprie condotte. Gli studenti possono realizzare le narrazioni non solo attraverso le tecniche consuete, ma anche attingendo alle arti che usano dramma, gioco, musica, disegno, fotografia, realizzando con l’appoggio dei loro docenti racconti, ma anche prodotti di visual storytelling (o di digital storytelling). Tali attività possono stimolare la creatività, allargare la sfera empatica e coltivare la passione nell’immaginare futuri alternativi8.

Raccontare storie per discutere e ragionare sulle idee di sostenibilità è effettivamente una forma accattivante nel processo dello scambio insegnamento/apprendimento. Le storie possono essere ispirate a eventi di attualità, ad accadimenti storici, a tradizioni orali delle società locali e dall’arte popolare, a programmi televisivi, a libri, ad altre produzioni artistiche e all’esperienza personale, non ultima quella scolastica9. Alcuni contributi rilevano che, a scuola, richiedere a uno studente la composizione di una poesia possa migliorare la sua comprensione di un tema /argomento, far emergere le sensibilità affettive legate allo stesso10 e, contemporaneamente, evidenziano che la narrazione consente agli studenti di meglio esprimere il personale cambiamento dopo un percorso didattico11.

Informazioni di significato analogo possono emergere dall’impiego di fotografie, scelte o scattate dagli studenti di qualunque livello scolastico12 per rappresentare quelle che per loro sono le dimensioni concrete dello sviluppo sostenibile, e che rimandano a concetti come la trasformazione dei comportamenti o la prospettiva di pensiero che privilegia le relazioni tra gli oggetti di un contesto13.

Realizzare attività di storytelling

Si possono evidenziare alcuni fattori significativi che offre il raccontare o il ricevere le “storie”:

a) un maggior grado di coinvolgimento sui temi trattati da parte di chi le scrive e chi le riceve;
b) una modalità di accesso più semplice a concetti complessi come teorie, ecc.;
c) una maggiore focalizzazione sull’identità e sulla qualità della prestazione di cui è capace il narratore14.

Inoltre, più attori possono essere coinvolti nel lavoro, come per esempio i colleghi dello stesso Consiglio di classe o gli eventuali esperti con i quali si interagisce durante il percorso.

Il visual storytelling

Nella scuola l’approccio narrativo ha valore se produce una reificazione, ovvero un prodotto quale risultato concreto del processo di apprendimento15. Una storia digitale può essere una reificazione molto efficiente, sia individualmente sia per un gruppo, ma può esserlo anche una storia semplicemente visuale, la cui realizzazione è praticabile da tutti a tutti i livelli scolastici e il cui peso è comunque apprezzabile, soprattutto quando viene condivisa col pubblico esterno alla scuola. Un visual storytelling è una storia “detta” anche per mezzo di immagini, che risultano essere veicoli efficaci di comunicazione per evocare emozioni e portare le persone ad agire16.

Valutare un prodotto di visual storytelling

Valutare un prodotto di visual storytelling, ma anche di digital storytelling, prevede diversi step che vanno dal monitoraggio delle fasi di processo, all’individuazione delle competenze tecniche e dei contenuti17.

Per far sì che il processo avvenga in modo corretto ed efficace, i docenti potranno:

a) monitorare gli studenti in modo costante e guidarli laddove necessario;
b) osservare che tutti i possibili attori - anche esterni alla classe - offrano i loro contributi;
c) garantire che ogni azione di apprendimento comporti una riflessione efficace per il cambiamento di mentalità e di condotta;
d) curare un’adeguata diffusione dei materiali e delle rielaborazioni di storytelling18.

Indicatori compresi nelle competenze tecniche potrebbero essere:

a) le fotografie;
b) il montaggio delle stesse, se si tratta di una presentazione;
c) la cornice che inquadra la foto se si tratta di oggetti da presentare in una mostra;
d) i caratteri scelti per il testo;
e) la parte audio, se vi è colonna sonora;
f) la parte che riguarda altre tracce sonore, come ad esempio un commento a voce.

Indicatori compresi nei contenuti potrebbero essere:

a) la pertinenza del testo agli obiettivi di apprendimento e alle finalità stabilite;
b) l’adeguatezza al pubblico destinatario dei registri, linguistico e non linguistico;
c) la presenza di apporti creativi e di rielaborazione consapevole delle conoscenze che evidenzino un approccio capace di stimolare la curiosità, l’interesse e l’emozione;
d) l’attenzione ai concetti che sottolineino il rispetto per l’Essere umano e per la Natura.

Sono auspicabili successivi confronti in aula tra studenti e studenti e tra docenti e studenti sui prodotti di storytelling: infatti è importante distinguere nelle storie che vengono scritte dai ragazzi le emozioni morali o pro-sociali dalle emozioni meno costruttive e dagli stati d’animo e ciò può realizzarsi attraverso una discussione in aula, adatta a rivelare l’effettiva consapevolezza del problema esaminato19.

Conclusioni

Attività di visual storytelling sostengono efficacemente percorsi educativi mirati al cambiamento dei comportamenti e possono fondare fruttuose alleanze educative fra i componenti della comunità di pratica scolastica. Come tali costituiscono uno strumento prezioso nella prassi educativa.

Note

1D. Griggs et al., Sustainable development goals for people and planet, “Nature” 305, 2012, pagg.305-307
2S. Harding, Gaia Awareness, in A.A.V.V.,The Handbook of Sustainability Literacy (a cura di Aran Stibbe), ed.2102, pag. 91
3Utilizzare la deliberative communication in un’attività di ESS riconduce alla ben conosciuta teoria del social learning, ovvero un modo di apprendere trasformativo nel quale ognuno è chiamato a discutere dei propri valori, abitudini e norme (momento definito di decostruzione), ad ascoltare ciò che altri attori hanno da dire (confronto) e costruire rinnovati punti di vista a portata di mano sulla questione affrontata (ricostruzione).
M. Ojala, “Emotional Awareness: On the Importance of Including Emotional Aspects in Education for Sustainable Development”, Journal of Education for Sustainable Development 7: 2, 2013, pag. 170.
4P. Hogget, S. Thompson, Toward a democracy of the emotions, “Constellations” 9 (1), 106 - 126, in M. Ojala, op. cit.
S.R. Krause, Civil passion: Moral sentiment and Democracy Deliberation, in M. Ojala, op. cit.
5T. Englund, J. Öhman, J., & Östman, L. (2008). Deliberative communication for sustainability? A Habermas-inspired pluralistic approach in M. Ojala, op. cit.
6M. Ojala, op. cit.“ pag. 170
7Krause 2008, Roeser 2010M. Ojala, op. cit., pag. 176
8Unesco, Unesco Sourcebook for Sustainable Development, “Learning & Training Tools” 4, 2012, p. 15
9Ibi, p.19
10A., Rule et al., Using poetry to teach about minerals in Earth Sciences, “Journal of Geoscience Education”, vol. 52m 2004, pp. 10 - 14
11M.A. Bogina, B.R. Roberts, The use of haiku and portfolio entry to teach he change of seasons, “Journal of Geoscience Education”, vol. 53, n. 5, November 2005, pp. 559 - 562.
12R. Scott, Education for Sustainability through a Photography Competition, “Sustainability”, 6, 2014, 474-486; doi:10.3390/su6020474
13Ibidem
14A. Gersie, Earthtales: Storytelling in Times of Change, Green Print, London 1992, p. 1 in Unesco, Teaching and Learning for a Sustainable Future, Unesco 2014 disponibile online
C. Petrucco, M. De Rossi, Narrare con il digital storytelling a scuola e nelle organizzazioni, Carocci Roma, pp.72-92
Insegnanti2.0 Digital Storytelling: Cos’è, come utilizzarlo nella didattica, con quali strumenti si realizza ultima visita luglio 2016
15Education for Sustainable Development ultima visita luglio 2016
16Seeing is Believing. A Guide to Visual Storytelling Best Practices ultima visita luglio 2016
Insegnanti2.0 Digital Storytelling: Cos’è, come utilizzarlo nella didattica, con quali strumenti si realizza ultima visita luglio 2016
17C. Petrucco, M. De Rossi, op. cit.
18Ibidem.
19M.C. Nussbaum, Upheavals of thought. The intelligence of emotions, Cambridge University Press, Cambridge 2001 in M. Ojala, op. cit.

 

Daniela Beria è laureata all’Università di Torino in Lettere Moderne, Filologia Italiana. Insegna Discipline letterarie e Latino, come docente titolare, in un Liceo Scientifico vicino a Torino. Ha seguito seminari a livello istituzionale (Politecnico di Torino, 1998, Corso di Perfezionamento in Museografia; Università di Torino, 2015, Corso sulle Digital Humanities ‘Lagrange e Cicerone al computer’). Ha ricoperto incarichi nell’organizzazione scolastica occupandosi di orientamento post diploma e di progettazione curricolare ed è appassionata di didattica innovativa delle discipline umanistiche.

Matilde Mundula, laureata nel 1982 in Scienze Naturali presso l’Università di Torino, insegna nella scuola Secondaria di secondo grado. Nel 2016 è divenuta dottore di ricerca presso Scuola di Dottorato in Scienze Umane e Sociali (indirizzo Scienze dell’Educazione) dell’Università di Torino, con una tesi sull’Educazione allo Sviluppo Sostenibile. Ha frequentato il Corso di Perfezionamento “Qualità della Scuola e della Formazione” presso l’Università di Padova, da anni è membro attivo della comunità educativa locale. Ha pubblicato alcuni titoli relativi alla didattica delle Scienze naturali.

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