Introduzione
Il raccontare storie, e far raccontare storie, anche attraverso immagini, è insito nel percorso che l’umanità ha compiuto, quindi nella natura stessa di Homo. Col tempo, la modalità di costruirle e trasmetterle è cambiata, ma non il senso del suo realizzarsi1.
È così che attività di storytelling – nelle sue varie sfumature come il racconto, il racconto accompagnato da immagini (visual storytelling) o il racconto ditale (digital storytelling) – rappresentano oggi uno strumento a disposizione dei docenti per strutturare un ambiente di insegnamento/apprendimento più coinvolgente. In particolare, azioni di Educazione allo Sviluppo sostenibile (ESS) possono utilizzare tale tecnica per affiancare, alla necessaria componente informativa, esperienze emotive adatte a meglio suscitare negli studenti motivazione al cambiamento.
Il visual storytelling
Le opportunità offerte da questa metodologia sono diverse:
• raccontare un’esperienza attraverso la raccolta di immagini e attraverso la creazione di album o di bacheche di immagini accompagnate da brevi didascalie;
• utilizzare le immagini in modalità slideshow con link, accompagnandole con testi o con la voce registrata di un narratore;
• proporre un percorso interattivo e abbinare con un clic le immagini a risorse presenti sul Web2.
Ecco alcune regole generali per un buon visual storytelling:
• ricordare che gli esseri umani sono “visuali” prima che “uditivi”;
• ricordare che le decisioni sono spesso prese più sulla base emozionale che sulla base del pensiero;
• ricordare che i prodotti visuali sono i più efficaci veicoli di comunicazione per evocare emozioni e portare le persone ad agire3.
E poi alcune regole specifiche:
• non presumere che chi vede il prodotto reagisca ad esso come chi lo propone;
• associare le immagini alle parole per ottenere il massimo impatto e per consolidare più profondamente nella memoria del pubblico il messaggio da inviare;
• assicurarsi che le immagini corrispondano al messaggio;
• usare immagini autentiche (non generiche), quindi con un contenuto espressivo/emozionale adatto a suscitare reazioni;
• ricordare che il pubblico virtualmente interagisce con i soggetti umani presenti nelle immagini e quindi essi, se presenti, vanno scelti con cura;
• se il prodotto è costituito da più immagini, investire di più nella prima foto: la prima impressione conta;
• per usare le immagini in modo efficace, bisogna averle scattate a tempo debito, quindi è sempre meglio suggerire agli studenti di pianificare i tempi di raccolta delle stesse e di raccogliere un buon archivio4.
Come valutare un prodotto di visual storytelling
Alla costruzione del prodotto è necessario far seguire la sua valutazione, in modo da evidenziare gli esiti del processo di insegnamento/apprendimento.
Valutare un prodotto di visual storytelling prevede diversi step che vanno dalle fasi di processo, all’individuazione e alla misurazione delle competenze tecniche e dei contenuti5.
In questo contributo, ci si concentra sulla valutazione delle competenze tecniche e dei contenuti.
Quali indicatori potrebbero essere dunque compresi nell’ambito delle competenze tecniche?
• Le fotografie;
• il montaggio, se si tratta di una presentazione;
• la cornice che inquadra la foto, se si tratta di oggetti da presentare in una mostra;
• i caratteri del testo;
• la parte audio, se vi è colonna sonora;
• la parte che riguarda altre tracce sonore, come ad esempio un commento a voce.
E quali indicatori potrebbero essere compresi nei contenuti?
• La pertinenza del testo agli obiettivi di apprendimento e alle finalità stabilite;
• l’adeguatezza nei registri, linguistico e non linguistico, al pubblico destinatario;
• la presenza di apporti creativi e di rielaborazione consapevole delle conoscenze che evidenzino un approccio capace di stimolare la curiosità, l’interesse e l’emozione;
• l’attenzione ai concetti che sottolineino il rispetto per l’essere umano e per la natura.
Inoltre, crediamo che siano molto utili i confronti in aula tra studenti e studenti e tra docenti e studenti su questi prodotti di storytelling. Infatti, poiché dobbiamo distinguere nelle storie che vengono scritte dai ragazzi le emozioni morali o pro-sociali dalle emozioni meno costruttive e dagli stati d'animo, la discussione in aula è rivelatrice della presenza sia di una sensazione che abbia carattere morale, sulla base di ingiustizie reali, sia di errate o retoriche interpretazioni, fuori da un contesto di senso6 e va dunque prevista come compimento dell’attività.