Etica del bombardamento o bombardamento dell’etica?
La storia del radar abbraccia questioni di carattere scientifico, di sociologia della ricerca, di vera e propria etica. È così ricca di spunti che nella lezione introduttiva ho preferito citare solo alcuni fatti per lasciare agli studenti la libertà di scoprirli da soli, leggendo.
Ho riportato, per esempio, l’osservazione di Bodanis sul fatto che molti tecnici si erano già imbattuti nei fenomeni che stanno alla base del radar, ma non erano riusciti a farsi prendere sul serio dai loro superiori. Nel 1922 Albert Taylor e Leo Young della Marina degli Stati Uniti avevano rilevato un’interferenza nel segnale radio che stavano inviando da una sponda all’altra del fiume Potomac, proprio nel momento in cui passava un piroscafo. Effetti analoghi erano stati rilevati in Russia, Francia e nelle località dove la radio era ampiamente utilizzata, ma la reazione era stata quasi sempre la stessa. Per vincere l’incredulità, e a volte anche la derisione della maggioranza, lo scienziato non deve essere, quindi, un “tipo tranquillo” come lo erano gli esperti radio, ma avere una personalità forte come era quella di Robert Watson-Watt.
La realizzazione del radar da parte di Watson-Watt fu possibile grazie all’aiuto del matematico Arnold Wilkins e al sostegno politico di Henry Tizard. Lo scopo era difensivo e l’utilizzo del radar nel 1940 sventò l’invasione nazista del Regno Unito (la cosiddetta “Operazione Leone Marino”). Fu però Arthur Harris, il capo dei bombardieri della RAF a utilizzare questa tecnologia come arma di offesa, sotto forma di grandi quantità di strisce di alluminio sganciate dagli aerei (la cosiddetta “paglia antiradar”) per confondere i radar tedeschi e rendere invisibili gli aerei inglesi. Il 24 luglio del 1943 un bombardamento della RAF, durato cinque giorni, devastò la città di Amburgo.
Per sostenere i propri scopi, Harris promosse una conferenza sull’etica del bombardamento al quartier generale del comando dei bombardieri nel Buckinghamshire, perché il codice etico militare fino ad allora prevedeva il bombardamento esclusivo delle posizioni strategiche (fabbriche belliche, cantieri navali) al fine di evitare perdite umane tra i civili. “Alla fine della conferenza il cappellano del comando bombardieri, reverendo John Collins, si alzò e disse che, al contrario, quello era il bombardamento dell’etica” si legge nel libro.
La voce dei ragazzi
Le studentesse e gli studenti si sono concentrati prima di tutto sulla spiegazione dei fenomeni fisici coinvolti, sul meccanismo che rende possibile trasformare un oggetto di metallo, come un aereo, in una “stazione trasmittente volante” o sui motivi per i quali un mare calmo sullo schermo del radar compare completamente scuro, a differenza di un mare increspato, o ancora sul fatto che i radar tedeschi avessero una taratura rigida e quindi una “falla”.
Dopo gli aspetti scientifici, molti di loro hanno approfondito le questioni etiche; ne cito tre.
• La Costituzione è un avvertimento per tutti noi, dobbiamo ripudiare la guerra però produciamo ed esportiamo armi in Paesi che sono “conformi alla politica estera e di difesa dell’Italia”, come prevede la legge 185/90, ma che calpestano i diritti umani.
• Bisogna considerare che il radar fu inventato in un periodo storico in cui la guerra era la priorità assoluta e in un certo senso la “normalità” e che, per esempio, la scoperta della radioattività ha portato alla bomba atomica, ma anche alla radioterapia nella lotta contro il cancro.
• C’è un problema sostanziale nello stanziamento di fondi per la ricerca di base rispetto a quella applicata soprattutto in Italia; si pensi per esempio agli ingenti finanziamenti alla ricerca durante la guerra fredda.
I ragazzi hanno citato Plinio il Vecchio (“all’uomo la maggior parte dei mali è causata da un altro uomo”) oppure i Pink Floyd (Goodbye Blue Sky) per ricordare il valore della vita e dei numerosi innocenti che l’hanno perduta sotto un bombardamento.
E infine, la valutazione
Per impostare la valutazione ho utilizzato i quattro indicatori della griglia dei criteri concordata in Collegio dei docenti: conoscenza, pensiero critico, impegno e responsabilità, partecipazione.
Ho valutato sia la puntualità di consegna degli elaborati digitali (come impegno e responsabilità) sia il livello di approfondimento dei contenuti e di esposizione delle considerazioni, sia nel video sia nella discussione finale su Classroom, per la quale ho potuto valutare anche la partecipazione.
Referenze iconografiche: Andy Thompson / Alamy Stock Photo