A caccia della fosfina
Tra individuare una zona potenzialmente abitabile e affermare che essa sia effettivamente abitata c'è un'enorme differenza: come capire se l'atmosfera venusiana ospita davvero delle forme di vita, a 50 km di altitudine?
Nella ricerca di vita extraterrestre giocano un ruolo importante i cosiddetti gas "biomarcatori", sostanze volatili prodotte dal metabolismo degli esseri viventi e che possono essere rilevate analizzando la composizione delle atmosfere planetarie. Per la vita aerobica sono biomarcatori l'ossigeno, l'ozono, il metano; per la vita anaerobica uno dei principali candidati è la fosfina.
La fosfina (PH3) sulla Terra è presente in tracce a causa dell'attività umana (per la sua tossicità viene sintetizzata e usata come insetticida e ratticida), ma è anche un sottoprodotto del ciclo del fosforo in ecosistemi anaerobici.
Nel Sistema Solare si sono osservate discrete concentrazioni di fosfina nelle nubi superficiali di Giove e Saturno: si ritiene che essa venga prodotta negli strati interni dell'atmosfera – dove le condizioni sono ancora più estreme che sulla superficie di Venere – e poi trasportata in superficie dai moti convettivi della turbolenta atmosfera dei giganti gassosi. Praticamente, le uniche reazioni chimiche in grado di produrre fosfina in condizioni di temperatura e pressione simili a quelle terrestri di cui siamo a conoscenza sono legate a forme di vita (sintesi artificiale o metabolismo).
Riuscire a identificare atomi e molecole nell'Universo, e misurarne l'abbondanza, è ciò di cui si occupa la spettroscopia. L'atomo di un dato elemento ha orbitali atomici con energia ben definita e il salto degli elettroni tra un orbitale e l'altro porta all'assorbimento o all'emissione di ben precise lunghezze d'onda. È il cosiddetto “spettro” dell’elemento: una sorta di impronta digitale, solo... luminosa. Anche le molecole si comportano in maniera simile, ma con delle caratteristiche in più: in aggiunta ai salti degli elettroni tra gli orbitali atomici del composto, lo spettro di una molecola contiene anche le righe di assorbimento/emissione dovute ai moti di vibrazione e rotazione della molecola stessa.
In una campagna di osservazione di Venere nel giugno 2017, il telescopio James Clerk Maxwell (JCMT) alle Hawaii osservò una riga di assorbimento nelle microonde a 1,123 mm, una lunghezza d'onda compatibile con lo spettro rotazionale della fosfina. Il segnale non era sufficiente per parlare di scoperta vera a propria, perciò queste osservazioni vennero combinate con quelle realizzate nel marzo 2019 dall'Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) in Cile. Le osservazioni di ALMA confermarono quanto visto dal JCMT, indicando una elevata concentrazione di fosfina a una quota di circa 50 km dalla superficie di Venere.